Ktm 690 supermoto
NUOVA Il più classico dei monocilindrici KTM,
l’LC4,
a 20 anni dalla sua nascita si rinnova
totalmente. Viene
mantenuto il nome LC4, ma si tratta di un progetto tutto nuovo
che ha portato a coniugare prestazioni (64 CV dichiarati) e rispetto
della normativa Euro 3. La prima moto a montare questo
propulsore
è la 690 Supermoto, una motard stradale che si propone per
un pubblico ampio.
PRESENTAZIONE Esiste in versione standard o Prestige,
quest’ultima
dotata di un impianto frenante totalmente radiale con pinze a 4 pastiglie
e cerchi in lega e non a raggi. Il nome 690 richiama la
dicitura adottata per le moto bicilindriche KTM (come la 990 Superduke
e Adventure), ma la cilindrata reale è di 654 cc.
MOTORE Quattro le valvole per cilindro e un solo albero a
camme, frizione APTC –che riduce lo sforzo alla leva-,
doppio
scarico con catalizzatore, 6 marce, iniezione elettronica
e un sistema di controllo dell’apertura delle valvole a farfalla
gestito
parzialmente dall’elettronica: queste le principali caratteristiche
del nuovissimo monocilindrico austriaco che verrà montato da qui a due
anni, su una serie di moto diverse tra cui l’enduro, la Adventure, la
motard Duke e, non è escluso, una supermono stradale in stile Superduke
690. Insomma, si apre una nuova era per il grosso monocilindrico KTM e
il futuro promette molto bene.
CARATTERISTICHE La 690 Supermoto ha tutte le carte in regola per
piacere: telaio a traliccio in acciaio, sospensioni WP di
qualità (maggiormente regolabili sulla Prestige), freno a disco
anteriore da 320 mm con pinza radiale a 4 pistoncini (la Prestige ha
anche le 4 pastiglie e le pompe freno e frizione radiali), motore potente
e fluido e un buon livello di comfort anche per il passeggero.
PRESTAZIONI L’agilità è affidata al ridotto peso della
moto
e al profilo dei pneumatici, mentre le quote ciclistiche sono
indirizzate
alla ricerca di una buona stabilità. L’obiettivo è
pienamente
raggiunto, tanto che la moto corre sicura, con il bel manubrio
big-size ben saldo tra le mani, anche nei curvoni oltre i 120 km/h.
Dove entusiasma, però, è sui percorsi tortuosi di montagna,
dove si apprezza la rapidità di ingresso in curva e la buona
solidità di appoggio in curva.La luce a terra è ottima
e toccare le pedane, con le gomme di serie, è un’impresa.
Rispetto al “vecchio” LC4 c’è più potenza a tutti i
regimi e maggior
linearità di erogazione fin dai bassi, ma più di tutto si apprezza
il ridotto tasso di vibrazioni. Intendiamoci, siamo su un
“mono”
da 64 CV, per cui qualche limite di comfort è intrinseco al tipo di moto,
ma in generale la situazione vibrazioni è molto buona. Ottimo il reparto
trasmissione: il cambio ha innesti fluidi e la
frizione,
infaticabile, rimane sempre modulabile.
Potentissimo l’impianto frenante, soprattutto sulla Prestige,
tanto che può mettere a disagio chi non ha dimestichezza con gli impianti
racing. Anche la reattività della ciclistica potrebbe richiedere qualche
km di assuefazione, perché la sensazione è di una ciclistica
molto “sul davanti”, cioè che sfrutta la ruota anteriore
come
perno della guida. Questo regala un’ottima maneggevolezza e
una guida reattiva e coinvolgente, anche se non immediata.
DISPENDIO I prezzi sono piuttosto elevati, anche se
pienamente
giustificati dalla qualità costruttiva e dalle doti dinamiche: 8.581
euro (indicativo chiavi in mano) per la base e 9.062 euro
la Prestige.