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L'Irlanda tra parchi, delfini e leggende

Sulle tracce della Wild Atlantic Way, il nostro viaggio prosegue verso l'estremità di sud-ovest. Oltre a scogliere, fari e sconfinate radure, l'itinerario costiero più lungo d'Europa offre molto di più
1/15 Una delle ricchezze dell'Irlanda è il suo pregiato Wiskey

A spasso con il delfino

Dopo aver visitato Galway, la spettacolare regione del Burren e le scogliere a picco sul mare (qui il report della prima parte del tour), il nostro viaggio continua alla scoperta della Wild Atlantic Way. La penisola di Dingle culmina nel punto più occidentale d’Europa, di fronte alla città fantasma della Great Blasket island. Il piccolo “capoluogo” attira da molto tempo personaggi in fuga dallo stress cittadino (un po’ come la Toscana degli anni 70), particolarità che l’ha trasformato in un centro cosmopolita e creativo. Ma la vera star qui è Fungie! Un delfino comparso nella baia nel 1984 che prese il nome del pescatore che per primo ci fece “amicizia” (chiamato a sua volta Fungie perché aveva la barba a forma di fungo) e che, nonostante i tursiopi come lui siano migratori, non se n’è più andato. Particolarmente amichevole con le imbarcazioni, si suppone sia fuggito da uno spettacolo di delfini, fatto sta che si avvicina praticamente ad ogni imbarcazione, tanto da diventare un pilastro per la locale economia turistica. Fatelo un giro, ne vale la pena (www.dingledolphin.com). Se girovagate un po’ per la penisola, non perdetevi Ballyferriter, un villaggio incorniciato da teorie infinite di muretti a secco, in un mosaico di campi che vi dimostreranno quante innumerevoli variazioni può contenere il concetto di “verde”.
La schiena del delfino Fungie, amichevole star di Dingle

Le meraviglie della N71

Da Dingle avete due scelte, dettate principalmente dal tempo a disposizione: o percorrere tutto il Ring of Kerry (il più lungo e variegato dei famosi percorsi ad anello irlandesi, 179 km di paesaggi mozzafiato tra rovine medievali, montagne, scogliere e laghi), in senso antiorario, immettendovi nella N70 verso Cahersiveen; oppure puntare le ruote al Killarney National Park: 10.236 ettari di parco dichiarati nel 1982 Riserva della Biosfera dall’UNESCO. Potrete perdervi nel più antico ed esteso bosco di querce del Paese, incontrare il suo più grande branco di cervi o, più prosaicamente, attraversare in moto un panorama che abbraccia tutte le sue vette più alte. Tutto questo senza perdervi comunque una buona porzione del Ring of Kerry, che attraversa il parco rispondendo al nome di N71: una pennellata di nero macchiata dal viola dei giacinti selvatici e profumata di muschio e torba. Dobbiamo aggiungere altro? Ah, sì, ci sono pure le curve: tante e belle. E la meraviglia di questa strada ci accompagna per un bel pezzo, circa 140 km di gioia pura (che ricalcano la Wild Atlantic Way) fino a Faxbridge, dove una deviazione sulla R600 (che si srotola stretta stretta a pochi centimetri dall’oceano, praticamente sul pelo dell’acqua, con il solito incomprensibile limite posto a 100 km/h) ci condurrà fino alla coloratissima Kinsale, considerata la capitale del gourmet irlandese e porta di accesso (o, nel nostro caso, di uscita) della Wild Atlantic Way. Nel mezzo va pianificata una tappa al Mizen Head Signal Station, il punto più a sud-ovest d’Irlanda, una stazione di segnalazione d’epoca vittoriana (automatizzata dal 1993), costruita nel 1909 per evitare che le imbarcazioni si schiantassero sugli scogli che spuntano dall’acqua come sassi lanciati da un bambino. Serve dire che la vista è meravigliosa? Lo è, con spruzzi di acqua bianca che s’innalzano per decine di metri contro le rocce e, sopra di noi, il volubile, capriccioso, magnifico cielo d’Irlanda.

​L'articolo completo, con tanto di suggerimenti su dove dormire e mangiare, è stato pubblicato su Motociclismo - luglio 2017
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