Ducati Hypermotard 1100 vs KTM 950 Supermoto R
Pistaiola conto stradale.
Il confronto
ESPERIENZA L’austriaca può contare su un profondo
background fuoristradistico
che si traduce in una magistrale interpretazione del concetto di
motardona
stradalizzata: prestazioni al top, comfort discreto, avantreno
svelto
ma molto rassicurante; l’italiana si affaccia per la seconda
volta
(vedi Multistrada) in questa nicchia di mercato che non le
“appartiene”,
e ancora una volta lo fa a modo suo: guida da naked motardizzata,
design minimalista, scelte tecniche anticonvenzionali. Ne derivano
due moto ben più diverse di quanto sembri. Oltre ai rilevamenti strumentali,
abbiamo compiuto un… triplice sforzo: tre campi di battaglia
(pista,
città, strade extraurbane), tre tester (motardista professionista,
pistaiolo esperto, neofi ta), tre circuiti di prova (la velocissima
Pannoniaring, il tortuoso Mores, il kartodromo di Chignolo Po).
In pista
NEL KARTODROMO la Ducati si fa notare per la compattezza delle
sue
forme. La KTM trasuda opulenza di volumi da ogni
componente,
anche se sa dire la sua con una linea personale e una
componentistica
di primo piano. Max Verderosa, vicecampione del mondo Motard 2004 e
detentore del record della pista è qui per noi: cinque giri di traverso
con l’una, cinque giri in monoruota con l’altra, e già…
pendiamo dalle
sue labbra: “La KTM è una motard gonfiata, ma pur sempre
una motard; la Ducati è una moto di derivazione stradale
che delle motard ha solo un fantastico vestito”. Anche chi ha un
approccio
meno specialistico a questa disciplina, sposerà la sua teoria.
KTM si intraversa ad ogni ingresso curva e la Ducati la insegue
correndo precisa in traiettoria e invitando il pilota ad allargare
il ginocchio. La rossa è ottima sul veloce, un po’ in
affanno nei rampini, molto incline a una guida da sportiva pura;
KTM a suo agio sul veloce come sul lento, straripante di motore
ma un po’ più “cicciona” di quanto ci si possa aspettare da
una moto
di questa categoria.
Su strada
IL GUSTO che dava il bicilindrico austriaco in pista
non
è nemmeno paragonabile al piacere del Desmo su strada. Il 2 valvole
muggisce con un sound e un’erogazione semplicemente libidinose:
messa
la terza, ci si può dimenticare del cambio fino in cima al
passo.
PRECISIONE VS MANEGGEVOLEZZA L’austriaca, però, anche su
strada conferma una ciclistica più equilibrata dell’italiana: omogenea
nello scendere in piega, rassicurante nell’appoggio
dell’avantreno,
stabile sul veloce, facile da guidare; solo in fatto di maneggevolezza
Ducati le è superiore. Ducati ha una forcella meno
sensibile nelle regolazioni, mentre il mono Ohlins sente subito
il minimo registro.
IL CAMBIO della Supermoto ci asseconda con passaggi di rapporto
corti e morbidi; quello della Hypermotard è altrettanto preciso,
ma ha la corsa più lunga ed è un po’ più duro.
SICUREZZA Ducati ha freni portentosi, ma quelli di KTM sono
un po’ più modulabili.
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