Confronto H-D Night Rod e Street Glide
Turismo e cattiveria secondo Harley-Davidson.
Come sono
A confronto le due anime del marchio americano. Da un lato la Street Glide
col nuovo motore da 1.584 cc che incarna il concetto di Cruiser.
Dall’altro
la Night Rod Special da 1.130 cc: vera “bruciasemafori” da quasi 100
CV alla ruota e gommona posteriore da ben 240 mm. Costano 19.000 e 23.000
euro.
Quando il buio della sera cala in città, lunghe sagome scure sostano disinvolte
davanti i locali di tendenza. Sono due Harley-Davidson: la Night Rod Special
e la Street Glide.
Night Rod Special
L’ultima nata della famiglia V-Rod è la
più cattiva ed entusiasmante tra le cruiser Harley-Davidson.
E’ una sorta di dragster con targa e fanali, fatta apposta per essere
esibita. Il cupolino, il doppio scarico sovrapposto, la verniciatura
nero su nero e i cerchi lenticolari neri con le finestrature mostrano
un’indole sfacciatamente racing.
Il propulsore è il Revolution di 1.130 cc che, insieme a telaio, sospensioni
e sovrastrutture, mostra il volto tenebroso di una moto che non conosce
mezze misure.
Raffreddato a liquido e con quattro valvole per cilindro, soddisfa per
l’elasticità e la schiena vigorosa di cui è dotato (al banco abbiamo
registrato
una coppia massima di 9,04 kgm alla ruota a 7.250 giri).
La mastodontica gomma posteriore da 240/40, oltre che esteticamente
appagante, offre una notevole impronta a terra: in accelerazione e sul
misto-veloce è un solido appoggio per i 98,21 CV misurati alla ruota
dal nostro Centro Prove.
Street Glide
Due cilindri, il logo H-D sul serbatoio
e una livrea scura come la notte sono gli unici elementi in comune con
la night Rod Special. Per il resto è tutta diversa.
E’ una vera e propria poltrona su due ruote, nata per affrontare anche
lunghi viaggi.
Spicca nella strumentazione l’impianto Advanced Audio System di
Harman/Kardon.
Il motore è senza dubbio il piatto forte della versione 2007, il nuovo
bicilindrico ad aste e bilanceri di 1.584 cc è più elastico e reattivo
del suo predecessore: mentre nella versione precedente, quando si guidava
con passeggero al seguito e a pieno carico di bagagli, la Street Glide
soffriva soprattutto in ripresa, obbligando ad utilizzare spesso
il selettore delle marce, ora basta aprire il gas per avere accelerazioni
di rilievo. Un’altra novità di cui ha beneficiato la Street Glide
è il cambio Cruise Drive a sei rapporti che l’anno passato
equipaggiava
solo le Dyna. Insomma Street Glide si conferma la più “cool” tra le
touring
e mantiene inalterata la sua fama di macinachilometri.
Come vanno
C'è solo un’affinità tra le due moto: l’esclusività del prezzo. La
Night
Rod Special costa 19.000 euro, mentre sono necessari 23.000 euro per la
Street Glide. Cifre che rimangono alla portata di una cerchia di appassionati
motociclisti ristretta ed élitaria, come si conviene alla tradizione
Harley-Davidson.
Night Rod Special
Spinge sin dalla prima fase di apertura dell’acceleratore e prosegue in
un buon allungo fino a sfiorare quota 9.000 giri prima che entri il limitatore.
Spalancando il gas a piene mani il comportamento rimane sempre neutro,
grazie al lungo interasse di 1.715 mm che mantiene solida e rigorosa la
ciclistica.
Va bene anche nel misto veloce per il feeling che riesce a trasmettere
sia in appoggio sia in uscita di curva.
Nell’utilizzo urbano paga un peso non certo esiguo e una
posizione
in sella che nelle manovre cittadine rende difficile la gestione del mezzo.
Impressionante invece è la risposta dell’impianto della Night Rod Special:
i due dischi anteriori da 300 mm, abbinati a pinze Brembo, offrono
frenate
modulabili ed efficaci, con spazi di arresto degni di una sportiva.
Street Glide
La stazza della Street Glide è importante (342,4 kg registrati alla nostra
bilancia), ma il motore aiuta ad uscire agilmente anche dalle curve
più strette.
Il bilanciamento dei pesi calibrato, la frizione morbidissima, l’ampia
leva offerta dal manubrio e l’elasticità del motore aiutano a
divincolarsi
anche nel traffico.
Ma il vero pane per la grossa touring sono sicuramente i tratti
extraurbani,
dove si possono meglio apprezzare le sue doti in totale relax, facendosi
cullare dal pulsare regolare del twin e dall’efficacia del nuovo impianto
audio da 40 Watt della Harman/Pardon. Unico appunto va alle sospensioni.
Gravate dal peso non certo esiguo, offrono una taratura inevitabilmente
sostenuta e ciò inficia il comfort: le piccole asperità sono ben digerite,
ma dossi e tombini si “sentono” nelle braccia e sul
fondoschiena.
Il comparto frenante invece si comporta dignitosamente in ogni
circostanza:
messo ripetutamente alla prova sui tornanti montani non ha perso efficacia
neanche dopo un utilizzo affaticante.
Il banco
Insensato proporre un paragone per i picchi di potenza: Il motore Revolution
svetta senza problemi fin quasi a toccare i 100 CV e sfodera notevoli doti
di allungo.
Interessante invece notare che, a parità di giri, il 1.584 a due
valvole supera, proprio in potenza, il più moderno propulsore della Night
Rod.
Quanto alla coppia, 10,6 kgm sono di assoluto riferimento.
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