I concorrenti
CONCORRENTI L’MP3 è in circolazione da oltre un anno, mentre
l’Adiva
è l’ultima incarnazione di un progetto – partito in Benelli sotto la
gestione Merloni – che presente nei listini ormai da parecchi anni, ma
aggiornato in una versione su meccanica Piaggio, decisamente più a punto
e sviluppata da una società indipendente con sede a Benevento. Rispetto
al precursore made in Pesaro, l’Adiva AD 125 è un’altra cosa.
Comfort
COMFORT Cresciuto nelle dimensioni – soprattutto passo e
lunghezza
– e nelle dotazioni, dal punto di vista statico è in assoluto il più
automobilistico
degli scooter: parabrezza con tergicristallo, tettuccio apribile,
predisposizione
per autoradio, bocchette per il riscaldamento e una capacità di carico
veramente di un altro pianeta per numero, dimensione e regolarità dei vani:
basti dire che il sottosella contiene un casco jet, altri due integrali
entrano nel baule posteriore e rimane ancora spazio! Il voluminoso baule
posteriore offre un discreto spazio libero anche dopo che si è ripiegato
il tettuccio al suo interno, operazione piuttosto semplice ma che richiede
di forzare lungo il bordo del baule. Anche l’MP3 si difende bene quanto
a capacità di carico grazie al lungo vano sottosella, accessibile sia dalla
sella che dal portello posteriore, e in grado di ospitare oggetti lunghi
come un tubo da disegno o un ombrello. Nonostante i visibili sforzi profusi
a livello progettuale, però, la qualità degli assemblaggi e delle finiture
sull’Adiva non è altrettanto buona. L’MP3, pur mantenendo un chiaro
family
feeling Piaggio, si discosta dai canoni classici nell’esteso frontale
e nelle finiture in alluminio lucido del manubrio. Buona la qualità delle
plastiche, anche qui con accoppiamenti non sempre all’altezza; e buona
l’ergonomia di bordo, con una posizione eretta che non risulta affaticante
nemmeno dopo lunghi tratti. Il passeggero è ben accolto dall’ampia sella.
Come vanno
IN MOVIMENTO Lo scooter campano, che punta sulla copertura integrale
ha un baricentro inevitabilmente alto, che rende meno intuitiva la guida
generando una minor stabilità e una discesa in piega più brusca. Il fenomeno
è mitigato dalla leggerezza della copertura. L’Adiva adotta anche una
seduta molto bassa, sulle prime un po’ innaturale. Si apprezzano la buona
visibilità e l’assenza di distorsioni ottiche da parte del parabrezza.
Al salire della velocità prevalgono invece le sensazioni legate al baricentro
alto. La combinazione del baricentro e dell’elevata sezione frontale
determina
una minor agilità nei cambi di direzione e negli slalom cittadini, ma al
semaforo l’Adiva non resta indietro e svincola nel traffico come il tre
ruote Piaggio. Lo spunto da fermo è anzi migliore rispetto all’Mp3. Le
vibrazioni non sono molte, ma si concentrano a livello della pedana dove
risultano ben avvertibili. Efficace la frenata combinata, che richiede
di tirare a fondo la leva. Il tre ruote è intuitivo, e in movimento il
peso scompare al punto che bisogna fare attenzione a ricordarsene nelle
manovre a bassa velocità. Ottimo il feeling in curva, dove tutto è appena
più lento e progressivo. La geometria dell’avantreno comporta da un lato
una minor agilità alle basse velocità, dall’altro una compensazione
dell’effetto
autoraddrizzante, perché la riduzione di effetto giroscopico che fa rialzare
il veicolo è in parte bilanciata dallo spontaneo sovrasterzo in frenata,
che fa aumentare la piega. L’MP3 è anche ben frenato dai suoi tre dischi,
con una efficacia inavvicinabile su pavé e bagnato. Questo 125 non sembra
nemmeno troppo pigro, e il piccolo motore Leader non fa sentire troppo
la mancanza di coppia rispetto al Quasar 250. Tuttavia 216 kg sono tanti:
lo scatto è inferiore a quello dell’Adiva. Ma la progressione è molto
fluida, e l’MP3 permette di guidare in modo più sportivo dell’Adiva.
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