Presentata nel 1999, ha destato non
poco scalpore per le interessanti soluzioni tecniche. Nella primavera del
2002 è arrivata sulle strade la versione Limited Edition ad un prezzo da
facoltoso collezionista. Ora è pronta la versione standard. Stessa
“sostanza”
ad un prezzo dimezzato.
Nessuna è come lei. Innanzitutto per l’estetica.
Il frontale è dominato dal verticale con la punta “all’insù”
e le
prese
d’aria su cupolino e carenatura sono
ben
quattro, due per l’
airbox
e due per il
radiatore. Come per il radiatore? Non è dietro la
ruota
anteriore? No, sulla Tornado Tre è
sopra la ruota posteriore, dentro
al codone, e riceve il flusso d’aria tramite
condotti che scorrono
sui fianchi della moto.
Il codone contiene anche le
elettroventole
di raffreddamento (ben visibili da dietro).
Il motore,
tre cilindri in linea con
distribuzione a 4 valvole,
è abbastanza convenzionale ma vanta la “chicca” del
cambio
estraibile,
una soluzione di cui solo le moto da competizione più raffinate possono
fregiarsi.
Le
differenze con la Limited Edition
da 36.181 euro riguardano la
componentistica ed i
materiali
utilizzati.
Al posto del
carbonio ci sono
plastiche di buona qualità
e ben accoppiate, lo
scarico è in
alluminio anziché in
titanio,
le sospensioni
Ohlins sono state sostituite dalla forcella
Marzocchi
(upside-down da 43 mm) e dal monoammortizzatore della
Extreme Tech.
I tubi del
telaio sono in
acciaio
ASD anziché al
Cr-Mo ed hanno uno spessore di 0,5 mm superiore.
La versione standard è priva della regolazione per l’angolo del
cannotto
di sterzo. Gli attacchi del
telaietto reggisella sono 4 anziché
3.
Carter motore e coperchi sono
pressofusi in
alluminio
anziché
fusi in terra.
La
frizione è in
bagno d’olio mentre sulla Limited Edition
è
a secco. Infine i
cerchi ruota, sulla standard sono
Brembo
pressofusi a
5 razze, sulla L.E. sono invece
Marchesini
forgiati.
Per quanto riguarda le dimensioni ci sono
solo due piccole differenze: i
fianchi sono
più stretti di 45
mm e la
sella è
più bassa di 10 mm.