ANCMA lancia l’allarme: incentivi subito o sarà crisi
Senza incentivi al mercato delle due ruote tutta la filiera rischia di entrare in una crisi profonda”. Lo sostiene Corrado Capelli, presidente di Confindustria ANCMA.
Ancma lancia l’allarme: incentivi subito o sarà crisi
Milano 16 febbraio 2010 – Il presidente di Confindustria ANCMA
Corrado
Capelli ha lanciato l’allarme: “Senza incentivi al mercato
delle due
ruote tutta la filiera rischia di entrare in una crisi profonda. Non è
corretto assimilare le 2 ruote al mondo auto, perché nelle nostre città
un uso più intenso di scooter e moto risolverebbe i problemi di congestione
del traffico e di inquinamento. Il rinnovo nel 2010 degli incentivi a favore
delle 2 ruote porterebbe ad un abbattimento del traffico e delle emissioni
inquinanti nelle aree metropolitane, che si tradurrebbe in un vantaggio
per tutti i cittadini. Chiediamo con forza che il Governo ne tenga
conto”.
Grazie agli ecoincentivi, lo scorso anno, in dieci mesi, sono stati rottamati
263.000 veicoli obsoleti rispetto ai requisiti minimi di sicurezza e ai
livelli di emissioni inquinanti. ANCMA ha sottolineato che sono ancora
in circolazione 5.800.000 mezzi omologati Euro 0 ed Euro 1, che hanno mediamente
più di dieci anni di vita e rappresentano il al 63% dell’intero parco
circolante, che, in Italia, è fra i più vecchi di tutti i Paesi europei.
A tal proposito ha aggiunto Capelli: “Il sostegno al consumo non serve
solo a salvaguardare i livelli occupazionali del settore, ma permette di
accelerare il ricambio con indubbi vantaggi per l’ambiente. Senza un
rinnovo
più mirato delle facilitazioni all’acquisto - fatto secondo la proposta
di Confindustria Ancma - che leghi il contributo ad una percentuale sul
prezzo di listino, in modo da valorizzare le tecnologie più innovative
e con un target massimo di 70 kW non penalizzante per il comparto moto,
i contraccolpi sul mercato saranno evidenti e ridurranno in modo notevole
il gettito IVA”. Secondo i calcoli dell’ANCMA a fronte
dell’erogazione
di incintevi per un totale di cento milioni di euro in un anno, lo Stato,
con un maggior numero di veicoli venduti, otterrebbe introiti con l’IVA
tali da poter coprire il 50% dei contributi erogati.