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”L’hi-tech, non la crisi, sta uccidendo il mercato”

Per la lettera della settimana, un lettore si chiede se il proliferare dell’elettronica sulle moto non abbia una parte di colpa nel calo attuale delle vendite. È una questione di tecnica, di filosofia o “solo” di soldi? Che ne pensate?

”l’hi-tech, non la crisi, sta uccidendo il mercato”

Eccoci all’appuntamento con le mail arrivate in redazione, sempre piene di passione e amore per la moto. Un sentimento sempre vivo ma che non si riflette sui numeri dei dati di vendita. La colpa è semplicemente della crisi, della diminuzione del potere di spesa, dei crescenti costi di gestione (benzina, assicurazioni, autostrade, ricambi, ecc.) o c’è dell’altro? Un nostro lettore individua nell’elettronica dilagante una potenziale responsabile e, per dimostrare la propria tesi, propone un confronto col motociclismo più puro che c’era una volta e con la filosofia americana delle due ruote.

Ecco la lettera di Federico e la risposta di Motociclismo. Vi chiediamo, come al solito, di dirci quello che pensate commentando l’articolo.

 

“ANCHE NEGLI ANNI ’70 C’ERA LA CRISI E SI VENDEVANO UN SACCO DI MOTO”

Caro direttore, in un futuro che in realtà è già presente, troveremo sulle nostre moto, oltre alla frenata assistita anche il controllo di trazione, dell’impennata e di stabilità… Il tutto gestito da sensori controllati da sofisticate centraline che controlleranno anche le emissioni del motore della moto, alla guida della quale ci sarà uno con in testa un casco connesso 24h su 24 in wi-fi con la moglie, il passeggero o il compagno di viaggio a 1300 metri su un’altra moto. Sarà anche dotato di protezioni complete che interagiranno con l’airbag. Il giro in moto, o meglio, il percorso, sarà gestito da un evoluto navigatore che indicherà i luoghi di interesse e dove fermarsi a mangiare o a dormire... Però al momento del nuovo acquisto bisognerà dedicare i primi 15 giorni allo studio del libretto di istruzioni. Ma che pizza! Ora io mi e vi domando: non ci sarà un nesso fra tutta questa tecnologia, mania di sicurezza ed ecologia, con il fatto che si vendono sempre meno moto? La crisi, la crisi! anche negli Anni ’70 c’era la crisi e si vendevano un sacco di moto. Saranno state più primitive, o più semplici? Meno costose? Più affascinanti? C’era forse un clima più leggero, senza quel fanatismo per la sicurezza e l’ecologia che imperano oggi? C’erano forse meno norme e divieti? Però, attenzione, è così solo in Europa: il motociclismo in USA è vissuto in maniera più spensierata! Guardate come l’Harley-Davidson concepisce e costruisce le sue moto, come girano sulle strade...

Federico Bianchi - Cusago (MI)

 

TECNOLOGIA UGUALE SICUREZZA (E NON È COSÌ COMPLICATA…)

Caro Federico, affronti numerosi temi, il principale dei quali ci sembra essere il legame tra esasperata tecnologia (ed ecologia) e calo delle vendite di moto. Forse in parte hai ragione, ma la contrazione del mercato, secondo Motociclismo, avviene per l’insicurezza economica generata dalla crisi, cui poi si aggiungono altri fattori, primo fra tutti il caro-assicurazione. L’ABS, il più importante degli ausili elettronici (e ora c’è anche quello che funziona anche in curva), non richiede apprendistato, né viene percepito nella guida normale. Interviene solo in caso d’emergenza, quando chi è in sella avrebbe bloccato le ruote, impedendolo. E, infine, dal 2016 sarà obbligatorio su tutte le moto nuove. Gli altri controlli che citi, peraltro già tutti disponibili, aumentano la sicurezza e sono regolabili. Anche noi abbiamo dovuto imparare a interagire con menu elettronici (ma non ci vogliono due settimane!). Il casco wi-fi e la navigazione? Si possono spegnere, è piacevole farlo mentre girovaghiamo per le colline. Ma per trovare un benzinaio, chiacchierare in autostrada o avvertire i nostri amici motociclisti di un pericolo, sono utili e piacevoli. Comunque questo è ancora un dilemma che assilla molti motociclisti, compresi i nostri tester (qui articoli di Mario CiacciaFabio Meloni). Citi gli anni ’70: forse il clima era più spensierato, ma non si vendevano poi un sacco di moto: in quegli anni siamo passati dalle 55.000 del 1970 alle 129.000 del ’79. L’anno orribile 2013, ha chiuso a 153.000 immatricolazioni, dopo quattro anni di bruschi cali (nel 2009 eravamo a 405.000). Non è un rifiuto dell’ossessione tecno-ecologista: un calo di tale portata è macroeconomico. In tempi di incertezza il “buon padre di famiglia” fa delle rinunce, non cambia lo scooter, non regala il motorino al figlio, non si compra quella moto che sogna da anni. Quando il quadro economico cambierà – e forse qualche spiraglio già si vede – ricominceranno a crescere anche le vendite di due ruote. Infine, H-D, è una delle poche case ad equipaggiare quasi l’intera gamma con ABS di serie e l’elettronica, pur poco visibile, sulle moto di Milwaukee non manca certo, dall’avviamento attraverso il trasponder alla “Boom box” delle cruiser, il sistema di infotainment, senza dimenticare il cruise control.

 

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