Il giro lo abbiamo effettuato con Luca, un amico che vive in un piccolo paese della pianura, in riva alla Dora Baltea. Per anni ha amato le supersportive bicilindriche e ha posseduto prima una Suzuki TL1000S e poi una Honda VTR1000R SP02. Ma viveva la frustrazione di chi usa su strada delle moto praticamente da pista: non riesci mai a portarle al limite, a meno di prendere rischi belli grossi (è di queste settimane una
polemica sull’assenza del traction control sulla nuova Kawasaki Z900, che in fondo di CV ne ha giusto qualcuno di meno delle due moto appena citate). Le usava sulle strade collinari del Monferrato, proprio quelle che vedete in queste pagine. Così s'è detto: non voglio ammazzarmi, mi compro una Yamaha Ténéré 660 e provo un altro genere di motociclismo, quello dei viaggi su asfalto e fuoristrada. Gli è piaciuto, ma una parte di sé lo tirava per la giacchetta e gli diceva: "
Pensa che bella sarebbe una moto con la postura turistica della Ténéré, facile e maneggevole, ma con un motore e una ciclistica un po' più sportivi e stradali". Così s'è innamorato della Triumph 800 Tiger XR, quella con i cerchi a razze e la ruota anteriore da 19". Siamo d’accordo con lui, visto che la Tiger è stata una delle primissime moto che abbiamo voluto per le nostre "24 Ore delle Alpi" (
qui il resoconto tappa per tappa e la moto vincitrice della nostra mega comparativa turistica). Dall’amarla al possederla il passo è stato breve, perché suo padre, appassionato anche lui di moto, gliel’ha fatta trovare in cucina al ritorno dal viaggio di nozze. Eppure, poco dopo avere effettuato questo giro, Luca ha restituito la moto al padre, con una motivazione che sembrerebbe folle ma non lo è: la Tiger 800 era troppo perfetta e potente e gli dava una sensazione di frustrazione. "
Ha un motore che è una bomba, spinge fin da subito, ma non riesco a portarlo al limite, non sono io a dominare lui. Mi rendo conto che mi diverto di più con la Ténéré, perché ha la metà dei CV e posso spremerla come voglio, sono io ad avere il controllo".