Da qui in poi la strada è uno spasso, stretta fra l'azzurro del mare e i lussureggianti anfratti costieri, con un asfalto perfetto. All'altezza di Porto Badisco saremmo tentati di tirare dritto, ma sarebbe un errore. Qui ci aspetta Massimiliano, per un
fuori programma acquatico in kayak. Che c'entra con la moto? Beh, serve equilibrio, sei un tutt'uno con il mezzo e lo manovri con tutto il corpo… Per la pausa pranzo, un centinaio di metri più un là, al Bar “da Carlo” con 15 euro mangiamo in tre, anche
i ricci di mare più buoni che abbiamo mai assaggiato, pescato da Grazio. Adesso resta solo la fame di curve e possiamo saziarla nei 45 km di costiera che ci separano da Leuca. Ci godiamo la guida piegando dolcemente, lasciando scorrere lo sguardo sugli uliveti che arrivano fino al mare avvolti dal profumo inconfondibile di oleandro. I porticcioli si susseguono l'uno dietro l'altro, alcuni ricavati da vecchie cave di pietra come se fossero stati segati nella roccia: Porto Anfora,
Castro Marina, Porto Miggiano. Tricase ci saluta dall'alto della roccia calcarea a cui è abbracciata. Seguiamo poi le indicazioni per Corsano, scoprendo gli antichi tratturi lungo i quali si contrabbandava il sale dalla costa all'entroterra (segnalati da un cartello lungo la SP358) e perdendoci tra le Pajare, torri tronche in pietra tipiche del basso Salento che potrebbero sembrare dei trulli a base quadrata, ma con muri incredibilmente spessi (qui le pietre abbondano!) e un'unica minuscola apertura per entrare. In passato furono fienili e rimesse per gli attrezzi, ora sono in gran parte abbandonate anche se alcune ultimamente vengono ristrutturate per essere poi affittate.