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04 May 2015

Suzuki Katana special: New Jack by Icon

Come sarebbe la mitica (e un po’ incompresa) superbike anni ’80 di Hamamatsu se la Casa la riproponesse oggi con un’operazione revival? Ce lo mostra la bella e grintosa “opera” della factory americana. Foto, caratteristiche e video

Suzuki katana special: new jack by icon

Della Icon abbiamo già parlato in passato. Già, perché questo marchio americano di abbigliamento da moto non si limita a fare caschi e giubbotti, ma ogni anno sforna una o più special dal carattere unico e dai contenuti tecnici esaltanti. Sulle pagine del nostro sito abbiamo presentato la Dromedarii e la Iron Lung, nonché le due Triumph Tiger pesantemente modificate per fare fuoristrada vero (qui i video). Ora è il turno della New Jack, superbike sui generis realizzata intorno ad una Suzuki Katana. Quel faro quadrato, il serbatoio dalla foggia discutibile, la sella che sembrava un sofà: non sono bastate le buone doti del motore per far apprezzare la “superbike” di Hamamatsu dai motociclisti degli anni Ottanta. La quattro cilindri giapponese, considerata un brutto anatroccolo all’epoca della sua comparsa (qui il nostro articolo monografico), è diventata in seguito oggetto di culto proprio per la originalità del progetto.

 

Seconda opportunità per la katana

La New Jack offre una nuova chance alla Katana, interpretandola come quello che sarebbe potuta essere; e che potrebbe diventare in futuro, qualora la Suzuki decidesse di procedere ad un’operazione revival come hanno fatto altre Case, dalle giapponesi alle europee (bisogna forse stare qui a ricordare le varie Ducati Scrambler, Triumph Bonneville e Yamaha XJR1300?). Prima di scoprire le caratteristiche della special americana, guardate le foto e il video, davvero evocativo, anche perché vede la special girare su una pista teatro delle mitiche gare superbike degli anni Ottanta, con tanto di immagini d’epoca.

 

 

LO SPIRITO È RIMASTO, MA MIGLIORATO

Costruita all’interno del quartier generale Icon a Portland (USA), la New Jack è aggiornata con componenti contemporanei per renderla attuale. Una bella mandria di CV (e coppia!) è fornita dal motore 1200 di una Suzuki Bandit, trapiantato senza rigetto e con tanto di scarico artigianale e una bella batteria di 4 carburatori Mikuni con cornetti liberi. Il telaio è stato irrobustito per accogliere il massiccio quattro cilindri in linea. La ciclistica vede anche l’adozione di un moderno forcellone in alluminio con capriata di rinforzo e due ammortizzatori Nitron NTR Race Pro, nascosti come se fossero un mono e provvisti di leveraggi; davanti una forcella a steli rovesciati completamente regolabile fa diventare immediatamente più muscoloso l’avantreno. I comandi sono dei grintosi Driven racing. Cerchi da 17” e pneumatici moderni (Conti RaceAttack in mescola) sostituiscono le esili ruote di serie (l’anteriore era da 19”…). E, ovviamente, dischi freno EBC di grande diametro e profilo a margherita, abbinati a pinze a quattro pistoncini Nissin e tubazioni Goodridge, garantiscono spazi d’arresto finalmente adeguati alle prestazioni della moto. Infine il lavoro sul look, con dettagli quali le luci a led (ma al posto del faro principale c’è un radiatore), gli evocativi numeri di gara (82, come l’anno della prima presentazione della moto), i tappi del carburante in stile endurance, la linea minimalista ma fedele al look di un tempo, il codino ridotto all’osso con la sella a “cannelloni”… Insomma: ci piace!

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