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07 January 2018

Paton: dal Tourist Trophy al… Tourist Trophy!

Ripercorriamo i 60 anni di storia di Paton: dalla sua fondazione nel 1958 fino alla vittoria di Michael Rutter al Tourist Trophy 2017
1/23 Roberto Pattoni davanti alla sede della Paton a Settimo Milanese (MI), in compagnia di 40 anni di storia della piccola factory fondata dal padre Giuseppe.
Lo scorso anno Paton ha vinto al Tourist Trophy con la S1-R Lightweight guidata da Michael Rutter, completando i 4 giri del Mountain Circuit in 1 ora, 16 minuti e 19,324 secondi; vale a dire 243,044 chilometri alla folle velocità media di 190,94 km/h tra case, muretti, marciapiedi e alberi a bordo strada. Una storica vittoria sia per la Casa milanese, ma anche per tutto il motociclismo tricolore: grazie a questo primo posto infatti, dopo ben 39 anni dalla vittoria di Mike Hailwood in sella alla Ducati 900, una moto italiana torna a vincere sull'Isola di Man!

Ripercorriamo insieme la storia di Paton:
Giuseppe “Pep” Pattoni al lavoro sulla bicilindrica agli esordi, quando ancora era di 250 cc
Paton viene fondata del 1958 a Milano dai due ex-dipendenti della Mondial Giuseppe “Pep” Pattoni e Lino Tonti: dalla fusione delle iniziali dei due cognomi, Pa-Ton, nasce il nome. A seguito della chiusura del reparto corse della Mondial i due decidono di progettare in proprio una moto da corsa e rinunciano alla loro liquidazione in cambio del materiale racing rimasto sugli scaffali. Trasformano così la Mondial 125 da monoalbero a bialbero e con quella moto iniziano a partecipare a diverse gare, con in sella un giovanissimo Mike Hailwood che centra il 7° posto al Tourist Trophy nell’anno di esordio.
Angelo Bergamonti al Montjuich nel 1967 con l’ultima versione della 500 a molle valvole scoperte
Gli anni 60 partono in salita: Tonti abbandona Pattoni per lavorare sulle bicilindriche 250 cc della Bianchi. Giuseppe non si arrende e continua da solo, passando anche lui al 250 cc, che inizia a dare i suoi frutti nel 1964, quando Alberto Pagani sigla il 3° posto al TT. Negli anni a seguire Pattoni porta il motore da 250 a 350 ed infine a 500 cc. La Paton BIC 500 (nella foto a colori, realizzata in collaborazione con Gianemilio Marchesani, è all’avanguardia per l’epoca: distribuzione a cascata d’ingranaggi, 4 valvole per cilindro e cambio estraibile. In sella alla 500, Angelo Bergamonti si laurea Campione d’Italia nel 1967, precedendo Giacomo Agostini e la sua MV Agusta.
Roberto e Giuseppe Pattoni scaldano la C4 con telaio in alluminio di Marco Papa a Monza nel 1986
Gli anni 70 vedono ulteriori sviluppi della moto: per restare al passo con gli avversari, il Pep pensiona il 4T in favore del 2T e nel 1976 dà vita al primo motore con cilindri a V e unico albero motore, soluzione in futuro utilizzata anche da Honda per il suo 4 cilindri. La nuova Paton, la V90 BM4 (4 cilindri a V di 90°) con telaio Tamburini, non porta però i successi sperati. Dalla collaborazione tra il Pep e suo figlio Roberto, nel 1983 viene presentata la Paton C1 500, con la quale Vittorio Scatola conquista il terzo posto nel Campionato Europeo 500 (1988). Negli anni 90 il 4 cilindri a V di 90° viene prima sostituito con uno a V di 115° e poi a 70°. La nuova moto debutta in gara nel ’94 e l’anno successivo, con il pilota francese Jeandat, dimostra il suo valore piazzandosi immediatamente dietro alle ufficiali. Nel ’97 IRTA e DORNA negano a Paton l’iscrizione al Campionato del Mondo, dopo 39 anni di presenza costante.
Il 30 agosto del ’99, di ritorno da una sessione test privati al Mugello, un malore stronca Giuseppe Pattoni. Roberto non si perde d’animo, continua lo sviluppo della moto e nel mondiale del 2000 schiera una PG500 R, guidata da Paolo Tessari. Il 15° posto di Tessari nel GP di Germania è l’ultimo punto iridato mondiale nella storia della Casa. L’arrivo delle costose MotoGP di 1.000 cc 4T nel 2002 costringe Paton a lasciare il mondiale. Dopo anni in cui vengono realizzate solo alcune repliche delle vecchie 500, nel 2013 Paton mostra al pubblico la S1, una bicilindrica 650 tributo alla vecchia 500 GP. Dall’anno successivo la S1 prende parte al Tourist Trophy raccogliendo risultati sempre più importanti: Olie Linsdell 6° nel 2014, Michale Rutter 3° nel 2015 e Stefano Bonetti 5° nel 2016. Quello stesso anno il marchio Paton viene acquistato dall'azienda lombarda costruttrice di impianti di scarico SC-Project. Nel 2017 una Paton torna a vincere: la S1 guidata da Rutter agguanta la vittoria della categoria Lightweight nel Tourist Trophy. Della Paton S1-R Lightweight esiste anche una fedele replica omologata per l’uso stradale, che si differenzia dalla versione racing solo per il livello di elaborazione del motore, i cerchi adatti alla circolazione su strada, la molla e l’idraulica della forcella. Stop, il resto è identico. Cliccate qui per leggere come va!
La Paton S1-R Lightweight è ​una moto dal look vintage, ma con una dotazione di prim’ordine. Una moto fatta a mano che trasmette al pilota la sensazione di trovarsi su una moto da corsa, ma con un motore più gestibile
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