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FMI e ANCMA si... parlano per difendere l'offroad

Dall’ultimo meeting emerge la volontà di regolarizzare la pratica del fuoristrada su larga scala, fondandola sulla formazione di varie organizzazioni capillari che ne veicolino la fattività in accordo con le amministrazioni comunali.

Fmi e ancma si... parlano per difendere l'offroad

Prosegue l’impegno dei vertici di FMI e ANCMA, che si sono riunite nuovamente martedì 19 novembre a Milano per continuare il dibattito costruttivo sulla circolazione in fuoristrada. Il punto chiave dell’incontro è legato all’esperienza dell’Emilia Romagna in cui è stato bloccato un Disegno di Legge che “prevedeva sostanzialmente il divieto su tutto il territorio di praticare fuoristrada” (cliccate qui). Questo è stato possibile grazie all’introduzione del CER (Comitato Escursionisti su Ruote) un progetto capillare che si fonda sulla formazione di vari gruppi di fuoristradisti (composti anche da 4x4 o quad) esistenti e operanti sul territorio, riconosciuti dai vari comuni di appartenenza. L’esperienza per il momento è limitata alla sola Emilia Romagna, ma il dibattito è servito per iniziare un cammino che allarghi questa soluzione anche “in altre regioni che manifestino criticità, portando avanti la rappresentanza di tutti gli utenti che, nel preciso rispetto delle regole, vogliano praticare l’offroad”. Per poterlo fare, ANCMA ha auspicato di “poter concretamente contribuire con una quota che consentirà la partecipazione al CER anche di altre regioni con referenti locali, prendendosi l’impegno di comunicare al più presto la propria posizione in merito. Tra le altre tematiche affrontate c’è stata anche quella legata alla sensibilizzazione dei produttori e costruttori per “realizzare un porta targa di serie da adottare sulle moto (da fuoristrada, ndr) che possa risolvere l’annoso problema nel rispetto del Codice della Strada”, il tutto nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra FMI e Corpo Forestale dello Stato (ne abbiamo parlato qui).

 

COS’È IL CER

Tutto ha avuto inizio quando l’amministrazione regionale ha presentato una proposta di Legge per bandire il fuoristrada dai percorsi dell’Emilia Romagna. Gli enduristi sono giustamente insorti e dalle tante polemiche è nato il progetto Enduroterapia (ne abbiamo parlato qui), probabilmente una soluzione concreta a un problema molto complesso (che infatti è stato risolto a favore dei motociclisti). L’idea, pur di non facile esecuzione, è fondata sul voler fare le cose per bene, diffondendo il concetto che chi va in moto non è un criminale, ma esercita unicamente la propria passione. E se questo non gli viene più consentito d’ufficio, diventa importante presentarsi direttamente e spiegare le proprie ragioni, formando dei CER locali che facciano da referenti con le  varie amministrazioni comunali, in un più democratico confronto sulla pratica del fuoristrada nei vari percorsi di interesse escursionistico in loco. Un progetto ambizioso, ma concreto, che chiede l’impegno, il buon esempio e l’educazione di tutti durante la pratica del fuoristrada. Questo nell’interesse soggettivo ma soprattutto collettivo, per dimostrare di non essere criminali armati di oggetti rumorosi e inquinanti, ma persone pronte al dialogo, al rispetto della natura e praticanti di uno sport bellissimo e denso di emozioni che coinvolgerebbe anche chi oggi non crede in noi.

O si fa l’Italia (del fuoristrada) o si muore. 

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