a cura della redazione - 04 September 2017

Suzuki V-Strom 250: di nome e di fatto

Prova Suzuki V-Strom 250 2017: pregi e difetti della piccola crossover di Hamamatsu. Guida intuitiva e una consistente attitudine a viaggiare: la nuova arrivata merita il nome che porta. Di sottotono, forse, c'è solo il look.

La crossover entry-level

Poco dopo aver presentato al pubblico le nuove versioni della V-Strom 1000 (protagonista del nostro Long-test) e della V-Strom 650, Suzuki ha annunciato l’ingresso nella gamma della "piccolina" della famiglia: la V-Strom 250. Si tratta di una moto pensata per i giovani, per il traffico urbano come per i primi viaggi fuoriporta; è spinta da un motore bicilindrico parallelo da 248 cc, raffreddato a liquido, con distribuzione monoalbero ed omologato Euro 4. Questo propulsore è stato regolato per esprimere il meglio di sé ai bassi-medi regimi e per mantenere contenuto il consumo di carburante, la Casa dichiara infatti che con un pieno di benzina (17 litri) la nuova V-Strom 250 riesce a superare i 500 km. Così configurata, questa unità è in grado di erogare una potenza di 25 CV a 8.000 giri/minuto, con una coppia massima di 23,4 Nm a 6.500 giri/minuto. La nuova piccola V-Strom si presenta con un look che riprende quello delle sorelle maggiori, con il “becco” frontale, un parabrezza compatto (ma studiato in galleria del vento per il massimo del comfort), telaio e motore verniciati in nero e portapacchi posteriore. Un elemento che contraddistingue la 250 dalle sorelle è il grande faro anteriore tondo. Cliccando qui potete vederla in azione in un video e leggere la scheda tecnica.

La nuova Suzuki V-Strom 250 sarà disponibile in Italia da fine ottobre in un'unica livrea: giallo-nera (qui le foto). Il prezzo è di 5.990 euro c.i.m.*

*Prezzi di listino "chiavi in mano", ottenuti aggiungendo al prezzo di listino "franco concessionario" le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica in 250 euro.

Parentela evidente

Prima di salire sulla nuova arrivata nella famiglia V-Strom, ci si può certamente chiedere se si tratti di una vera versione in piccolo di una delle moto più apprezzate degli ultimi anni o di una banale imitazione che poco ha a che fare con l'originale. Il look in effetti è molto simile a quello delle sorelle maggiori seppure, per forza di cose, l'impressione generale è quella di una moto ben più economica. Tuttavia i contenuti ci sono: oltre 500 km di autonomia (dichiarati), una sella comoda per due, attacchi per le borse integrati nel codone, cavalletto centrale e tris di valigie in optional. Ma è in movimento che la parentela diventa evidente. La 250 ha la stessa naturalezza della 650 e della 1000 nei movimenti. Curva con leggerezza e precisione ed è sempre molto equilibrata, anche in frenata.

Tra tecnica e look, prevale la prima

Il motore è niente più - e niente meno - di un buon bicilindrico di 250 cc. Arriva con facilità a 100 km/h e si spinge senza sforzo fino a 135, velocità alla quale la protezione aerodinamica è ancora buona. Le premesse per definirla una vera viaggiatrice ci sono, anche se avremmo preferito una quinta e una sesta marcia più lunghe, così da abbassare il regime di rotazione quando ci si trova vicini alla velocità massima. C'è però da dire però che eravamo da soli, in sella. Col passeggero e le valigie cariche, forse, rapporti così corti servono al piccolo bicilindrico per poter "tenere" le marce lunghe. Anche nel suo caso ci sentiamo di tornare su una considerazione già espressa per le GSX-R e GSX-S 125: probabilmente, una maggiore attenzione al lato estetico avrebbe reso più giustizia a quello tecnico.

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