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“Niente Eicma, le ragazze sono sfruttate”

Un lettore ci scrive in quanto si rifiuta di accettare che ad Eicma i corpi femminili di giovanissime ragazze siano esposti al pari di qualsiasi moto, casco, capo di abbigliamento, presenti negli stand. Ecco il nostro punto di vista

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Caro direttore, sono lettore da moltissimi anni, da sempre appassionato di moto e motori e possessore di una stupenda (almeno per me!) Yamaha XT1200 Super Ténéré. Anche quest’anno, per l’ennesima volta, sarei voluto andare all’Eicma: prezzo del biglietto accettabile e viaggio fattibile, ma c’è un motivo che mi ha fatto desistere.

Anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, mi rifiuto di accettare che, al solito, i corpi femminili di giovanissime ragazze siano esposti al pari di qualsiasi moto, casco, capo di abbigliamento, presenti negli stand. Non mi ritengo bigotto, non sono credente, ho una “normale” famiglia con figli, accetto e frequento amici e coppie omosessuali, ma ritengo che alla donna si debba portare maggior rispetto.

Sono certo che avete i mezzi e le conoscenze per far leva sulle Case, sugli importatori, sui team e sulle nuove generazioni per arrivare a una vera transizione culturale assai più complicata e difficile di quella ecologica: è sempre un inizio, un piccolo passo, ma per un grande cambiamento. Restando indifferenti al problema, siamo tutti corresponsabili.

Luca Grendele – Schio (VI)

Caro Luca, tocchi un tema di estrema attualità e delicatezza, sul quale abbiamo discusso anche in redazione. Sulla violenza di genere – fin qui è facile – non ci possono essere dubbi: le donne devono essere libere di fare e indossare quello che vogliono senza timore di diventare oggetto di attenzioni o commenti indesiderati. Tuttavia appare un po’ azzardato accostare i giovani in adorazione delle ragazze in abiti succinti di Eicma (e di tantissimi altri Saloni) ai casi patologici che hanno portato ai recenti e ingiustificabili fatti di cronaca.

Per quel che conta Motociclismo in un ambito simile, abbiamo sfogliato qualche vecchio fascicolo anni Ottanta e Novanta trovando, nelle pubblicità, una sfilza di allusioni molto esplicite che oggi sarebbero come minimo bandite. Il fatto è che quelle immagini riflettevano lo spirito dei tempi. Oggi assistiamo all’addio alle ombrelline dalla Formula 1 e anche a Eicma alcune aziende, come per esempio KTM e Kawasaki, rinunciano da anni alla presenza femminile.

Ma chiudiamo con una provocazione: al Salone della moto di Teheran non ci sono ragazze seminude in sella alle moto, ma questo basta a fare dell’Iran un Paese modello per l’emancipazione femminile?

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