Che utilità ha mettere giù il ginocchio durante la prova di una moto stradale? Si va più forte? No. E poi non avrebbe nemmeno senso, in pista si va forte. Si ha un punto di appoggio in più? No, anzi, prima di tutto non è un punto di appoggio, e poi al massimo ci si sbuccia il ginocchio, sai che risultato. La foto è più bella? Nemmeno, poiché è più elegante una posa composta. Quindi, se ragioniamo, il mio avversario ha ragione a dire che “il ginocchietto” è inutile, inelegante, se va bene. Spesso dannoso. Però. Però ho detto se ragioniamo. Ma perché ragionare? La moto è istinto, piacere, amore. E quindi non si può fare i filosofi, tocca scegliere: ragione o sentimento? Io sono per il sentimento, e allora ecco che appena vedo una bella curva e ho sotto il sedere una moto tipo la Ducatona rombante non resisto: devo cercare lo spettacolo, imitare i miei eroi della MotoGP, del TT. Non è calcolo, né esibizionismo, è una cosa naturale. Quell’anima pizzaiola che è in me, e che amo, e che c’è in tutti i motociclisti veri, quelli in cui nelle vene scorre, un po’ di sangue e della benzina, qualcuno al 5% di olio di ricino. Io so che Federico Aliverti è un vero motociclista (che per ruolo si deve dare un contegno). Nella vita reale lui deve spalancare la manetta in ogni occasione con qualsiasi mezzo. L’ho ammirato esibirsi in traversi con gomme fumanti, in gloriose impennate in piedi sulle pedane. Sei dei nostri, Aliverti, non ci puoi fare nulla. Concludo. Vedi Federico, quando giudichiamo un’altra persona a volte può capitare che vediamo una parte di noi a cui non abbiamo accesso. Riconosciamo un istinto soppresso, ed è per questo che ci irrita. Liberati da questo conformismo. La prossima volta ti aspetto per una bella foto col ginocchio in terra in coppia, col mio ginocchietto artritico o meno, anche ultracinquantenne (correggo). Sai che i motociclisti oltre a non avere ragione non hanno neanche età. Ho vinto. Ho vinto?