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La KTM Freeride: equilibrata tuttofare

Easy, moto-alpinismo, fun-bike, tutto-terreno. La KTM Freeride fa tutto adattandosi a tutti i piloti: dal neofita all’esperto, dalla ragazza all’amatore, da chi ne fa un uso intensivo a chi invece fa off road solo ogni tanto. La nostra prova

La ktm freeride: equilibrata tuttofare

L’off-road l’ambiente naturale per la KTMFreeride e qui è capace di rendere facile ogni cosa (tutto sulla Freeride su Motociclismo.it). Le deviazioni dal sentiero battuto sono una tentazione irresistibile, perché con questa 350 ci si sente in grado di affrontare ogni ostacolo. Non per via di prestazioni assolute elevate (ha solo 19 CV alla ruota), ma grazie al suo equilibrio, alla facilità, alla confidenza che infonde nel pilota.

 

BEN FATTA E FACILE PER TUTTI
Là dove una enduro racing mette in difficoltà i meno smaliziati, la Freeride invita invece ad affrontare quegli ostacoli che si pensano invalicabili. Potenza gestibile, motore sempre pronto, frizione modulabilissima, peso contenuto e sella più bassa di una normale enduro: ecco dove risiede la differenza tra il rimanere incastrati su una pietraia impossibile oppure superarla in piedi sulle pedane. Pur non essendo una moto da competizione, è estremamente ben rifinita e si pregia di alcuni particolari realizzati apposta. Come il telaio misto acciaio/alluminio, il forcellone, i freni. L’autonomia è solo discreta, per via di un serbatoio poco capiente. E poi manca l’omologazione per il passeggero: il divertimento impone delle rinunce (a proposito di divertimento, sfogliate la gallery…).

 

CICLISTICA: TELAIO MISTO
Per la prima volta su una KTM compare un telaio misto: doppia culla in acciaio con porzione posteriore in alluminio pressofuso e telaietto posteriore autoportante in materiale plastico. Questa soluzione è nata inizialmente per la Freeride Elettrica, ma si è adattata alla perfezione per ospitare il motore della EXC-F 350. Anche il forcellone, pure in alluminio, è specifico per questo modello. Rispetto alla enduro, l’angolo di sterzo è più chiuso (23° anziché 26,5°). La forcella USD è più piccola (ha steli di diametro 43 mm invece di 48). Cala l’escursione delle sospensioni: 250 mm (anziché 300) davanti e 260 mm (invece di 335) dietro.

 

MOTORE: FIGLIO DELLA EXC-F 350
Il monocilindrico 4T deriva da quello della EXC-F 350, ma ha carter pressofusi anziché fusi in terra, valvole in acciaio anziché in titanio e una diversa mappatura dell’iniezione (con tre mappe selezionabili). L’avviamento non è del tipo battery-less, ma utilizza una batteria, alloggiata dietro il motore, al posto dell’ingranaggio del kick-starter, ora assente. Singolare lo scarico, con collettore che passa sotto il motore e appiattito nella zona davanti al cilindro; ci sono due silenziatori in luogo di uno. Il peso totale del motore è inferiore di 1,2 kg rispetto a quello da cui deriva.

Prezzo: 7.650 euro chiavi in mano

La prova completa su Motociclismo di luglio

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