Ci puoi svelare il segreto di questo monocilindrico così potente ma con un'erogazione così gestibile?
M.S.: "Non si tratta di un solo elemento, ma della giusta combinazione di diversi fattori. Secondo me, il fattore più importante riguarda la qualità di ogni singolo componente utilizzato nel motore. Segue l'impegno dedicato nella fase di ricerca e sviluppo sin dall'inizio del progetto; è proprio questo a fare la differenza. In età adulta, modificare il comportamento di un animale o di una persona è molto difficile e richiede uno sforzo maggiore. Bisogna iniziare da piccoli. Vedi, lo stesso principio può essere applicato a un motore. Occorre quindi disporre delle infrastrutture e delle giuste conoscenze per assemblare tutti i singoli componenti e ottenere il risultato finale. In questo modo, il motore è pronto per la fase di produzione in serie. L'industrializzazione è uno dei fattori chiave del processo. Infine, se vogliamo addentrarci nei dettagli, molti pensano che il problema principale del monocilindrico risieda nelle masse oscillanti, ad esempio un pistone di grosso diametro. Io invece voglio sfatare questo mito. Infatti, se possiedi le conoscenze e le tecnologie giuste per controbilanciare queste forze, i risultati saranno sorprendenti".
Puoi dirci i tre principali vantaggi del monocilindrico?
M.S.: "Al primo posto sicuramente il peso ultra leggero. Al secondo, la possibilità di giocare con le dimensioni per realizzare modelli estremamente compatti. Al terzo, ma non meno importante, il consumo di carburante. Se posso, aggiungerei un quarto vantaggio che credo sia molto importante: la manutenzione e i lunghi intervalli di assistenza. Un motore monocilindrico di piccole dimensioni presenta un numero inferiore di componenti, sia internamente sia attorno alla camera di combustione, e dispone di un'architettura che facilita gli interventi meccanici".
Quali saranno secondo te i nuovi sviluppi dei monocilindrici in futuro?
M.S.: "È possibile migliorare tutto: dal peso alla potenza, fino alla guidabilità. Credo che al momento le dimensioni del motore siano l'aspetto da migliorare maggiormente. Non credo vedremo grandi passi avanti nel breve periodo, ma non si sa mai. La tecnologia dei materiali si muove velocemente al giorno d'oggi".
Immagina di disporre di risorse illimitate. Come costruiresti la moto dei tuoi sogni?
M.S.: "Parliamo pure di miracoli, ma io non ci credo. Mi piacciono diversi tipi di moto, dalle MotoGP alle Motocross, fino a quelle da Rally. Per questo, è molto difficile parlare di un solo tipo di moto ideale. Però ho una risposta: il mio sogno è sempre stato quello di una moto in grado di offrire ai clienti i più alti standard tecnologici oggi disponibili. Non importa in quale segmento di mercato".
Puoi spiegare in parole semplici la tecnologia ride-by-wire ai fan della Supermoto 701?
M.S.: "Semplice: niente più cavi. Si tratta di un cablaggio digitale che comporta una risposta fluida dell'acceleratore, impossibile da raggiungere con il classico sistema a cavi".
La nuova Supermoto 701 pesa 145 kg e dispone di 67 CV: pensi basti per divertirsi? Di quanto ancora potrai spingerti oltre grazie alla tecnologia?
M.S.: "Se basta o meno... beh, dipende! Dipende dall'abilità del motociclista, dal tipo di impiego della moto e da altri fattori. Per un motociclista di supermotard, per avere velocità in curva e facilità di guida, va più che bene. Anzi, è il top! Stiamo lavorando su un segmento di nicchia con esigenze molto precise. Se pensiamo a moto per utilizzi diversi o ad altri segmenti di nicchia, sicuramente cercheremmo un equilibrio diverso. Potremmo avere bisogno di un incremento di potenza, a volte addirittura di peso, oppure di una diversa struttura del motore. Tutto dipende da quanto la tecnologia ci permetterà di andare avanti. Ti prometto che siamo pronti a fare passi in avanti, ma questo è un segreto del reparto R&S!”.