di Fabio Meloni - 02 February 2018

Yamaha YZF-R1M 2018: ancora tu

Prendi una supersportiva estremamente performante, migliorane i pochi punti deboli, rendila ancora più efficace dov’era già forte, servi con nuove carene in carbonio. Et voilà: ecco la Yamaha R1M in versione 2018. Le prime impressioni di guida dal Circuito di Valencia

Rispetto alla versione 2017 la nuova YZF-R1M 2018 non cambia nella sostanza ma vede l’arrivo di alcuni aggiornamenti che riguardano le sospensioni, il cambio, il look e l’elettronica. Per il 2018, YZF-R1M viene equipaggiata con la versione aggiornata delle sospensioni elettroniche Öhlins Smart EC 2 ERS, un cambio Quick Shift System perfezionato e utilizzabile anche in scalata che offre la possibilità di scegliere tra due modalità di innesto delle marce (1, la più veloce, 2, più progressiva) e una centralina con una diversa mappatura, che include anche il sistema anti-impennata (LIF) perfezionato. Inoltre, le grafiche della moto sono state riviste e sono aumentate le superfici realizzate in carbonio. Invariate invece le altre caratteristiche tecniche della moto: cliccate qui per tutti i dettagli.

Ora è arrivato il momento di salire in sella; ecco le prime impressioni di guida dal Circuito Ricardo Tormo di Valencia.

Un'ottima base di partenza

Prima di oggi, l’ultima volta che avevamo guidato la R1M è stata nel 2017, al Motorland Aragon, in occasione della comparativa delle supersportive. Aveva siglato il miglior tempo e vinto la classifica di gradimento dei tester. Lo stesso era successo due anni prima, quando, all’esordio, aveva vinto la sfida con le rivali. Questo per dire che è difficile - forse addirittura presuntuoso - aspettarsi di più da una moto tanto valida. Il mondo, però, si sa, corre veloce. Soprattutto quello delle supersportive. Sedersi sugli allori vuol dire ritrovarsi a inseguire in un batter d’occhio, meglio quindi giocare d’anticipo; in fin dei conti, pur essendo mostruosamente veloce, la R1 qualche piccolo margine di miglioramento l’ha sempre mostrato. Era rimasta una delle poche senza il cambio elettronico bidirezionale, per esempio, e in alcune occasioni abbiamo anche criticato il fatto che l’ABS non fosse disinseribile - salvo poi trovare il modo di rallentarla efficacemente lavorando sull’assetto. E se quest’ultima caratteristica rimane tale e quale sulla versione 2018, sia riguardo il fatto che preferiremmo poterlo disinserire come sulle supersportive europee, sia riguardo l’indiscutibile efficacia in frenata una volta ottenuto un setting azzeccato, i passi avanti sono quelli che era prevedibile aspettarsi. Più qualche sorpresa.

Ulteriormente migliorata

In verità, quello che stupisce di più è la completezza del pacchetto, perché queste migliorie vanno a sommarsi a un livello di efficacia già elevatissimo. La precisione del telaio è da riferimento (di migliorabile resta solo la maneggevolezza), le reazioni della ciclistica sempre controllate e controllabili, il pacchetto di aiuti elettronici è tra i migliori. Il motore ha coppia da vendere e un allungo deciso e coinvolgente, il tutto reso sfruttabile da una risposta al gas precisa e coerente. E ancora, la posizione di guida è azzeccata, la luce a terra abbondante, la protezione aerodinamica efficace. Tutto ciò, si traduce in una moto che, nel rapporto tra l’efficacia nel tempo sul giro e l’impegno richiesto alla guida, è probabilmente la migliore sul mercato. Di nuovo.

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