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27 October 2016

Metà moto, metà opera d’arte: la BSA Streamliner di Max Hazan

Special su base BSA: la Streamliner di Max Hazan. Torniamo nell’atelier del preparatore newyorkese per scoprire la sua ultima realizzazione, su base BSA monocilindrica 500 cc del 1949; è stata costruita per Robert Haas, fotografo del National Geographic

Puro metallo

Non è la prima volta che parliamo di Max Hazan (ce ne siamo occupati qui e qui, ad esempio), ma torniamo volentieri a presentare una sua creazione perché il suo stile ci piace, inutile negarlo. Essenziale, ma ricercato; lineare, ma zeppo di dettagli curati. Verniciatura sempre ridotta ai minimi termini, perché non servono tinte speciali per far risaltare il grande lavoro artistico che Max opera sul metallo, plasmando ciclistiche e sovrastrutture sempre in bilico tra classicità e innovazione.

A parte il motore, tutto è realizzato a mano

Ne è un bellissimo esempio la streamliner che vi presentiamo oggi (nella gallery le foto). Sottile, elegante e affusolata, con il posteriore avvolto in un attillato vestito nero, come fosse una diva dalle forme sexy. Realizzata per il fotografo del National Geographic Robert Haas, è sviluppata intorno ad un motore monocilindrico BSA 55 del 1949. Come è ormai usanza di Max, il telaio è stato completamente riprogettato, con sospensioni fantasiose. La forcella sfrutta un sistema ammortizzante di tipo Girder, ma trova unicità nella forma delle “gambe” che vanno a vincolare il perno ruota (il cerchio è da 23”), che partono da un pezzo unico centrale per poi sdoppiarsi sotto le molle e le bielle che formano la sospensione. Dietro il telaio è rigido, così un minimo di comfort è dato da un ingegnoso sistema di ammortizzazione della sella monoposto.

Dettagli curatissimi e originali

Altro elemento di curiosità tecnica è rappresentato dalla corona esterna alla carenatura della ruota posteriore (da 19”), realizzata utilizzando un mozzo passante da 3” (7,5 cm circa) che può essere facilmente smontato per accedere alla ruota e consentine lo smontaggio. C’è persino un doppio giro di catena per la trasmissione finale, per facilitare queste operazioni, con ben quattro pignoni e un tendicatena in ottone. Alla fine, guardandola così bassa e “metallica”, sembra imponente e pesante; in realtà alla bilancia segna solo 143 kg. Ma la mera descrizione tecnica di questa special non le rende giustizia e rischia di sminuire il fascino che emana, da qualunque lato la si guardi. Noi la troviamo irresistibile nel suo insieme come nei dettagli (da notare il serbatoio dell’olio in Pyrex, trasparente e resistente al calore, il faro a forma di conchiglia e le luci posteriori a led annegate nella carenatura della ruota). Tutte le moto di Max Hazan, sul suo sito internet: hazanmotorworks.com
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