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MotoGP 2017, Mugello: le foto più belle, l'analisi, le dichiarazioni dei piloti

MotoGP 2017, Mugello: analisi, dichiarazioni, foto più belle del trionfo tricolore nelle 3 classi del Motomondiale al GP d'Italia. Con Dovizioso, Petrucci e Bautista è gran Ducati, ma Lorenzo... Rossi in difesa, ma VR46 vince con Migno. Pasini superlativo. Viñales concreto, Iannone non pervenuto, scintille tra Crutchlow e Pedrosa
1/26 MotoGP 2017, Mugello: Dovizioso vince con la Ducati. Si tratta della prima volta che sulla pista toscana vince un italiano su moto italiana nella Classe Regina

Tripletta azzurra: i numeri di questo successo "Made in Italy"

Dovizioso, Migno e Pasini festeggiano con il tricolore la Tripletta Italiana nel GP d'Italia
Un tripudio di emozioni ha accompagnato le migliaia di tifosi presenti al Mugello ed i milioni di telespettatori di tutto il Mondo, ma a gioire in particolar modo sono stati gli appassionati del Bel Paese: era dal 2008 che sul circuito toscano non si vedeva una “Tripletta” di italiani nelle tre classi. Quell’anno ci avevano pensato Valentino Rossi (MotoGP), Marco Simoncelli (250 cc) e Simone Corsi (125 cc). Mentre era dal 2003 che non si vedevano almeno 5 piloti italiani sui tre podi delle varie categorie: 17 anni fa ci avevano pensato Rossi, Capirossi e Biaggi nella classe regina, Poggiali (Sanmarinese, per la precisione) e Battaini in 250, Lucio Cecchinello in 125. Dopo le doverose statistiche, però, torniamo al presente, dato che la storia è stata riscritta. Ecco un’analisi del weekend del motomondiale, poi facciamo “parlare” le immagini più belle del fine settimana mugellano (che trovate qui) ed infine i piloti, con le dichiarazioni che trovate nella parte finale dell’articolo.

Moto3: Migno migliora, Diggia "solida realtà"; il punto su Fenati, Bulega e Bastianini

Il lungo serpentone di piloti della Moto3 sul rettilineo del Mugello
Sempre ricca di emozioni la Moto3, che nei tracciati veloci del calendario dà il meglio di sé con giochi di scie ed un enorme gruppo di testa composto da più della metà dei piloti presenti in pista. In queste gare, il leader di ogni giro cambia e un pilota può passare da 1° ad addirittura fuori dalla zona punti, mentre la vittoria è quasi sempre decisa dal fotofinish. Di fatto il risultato della qualifica pare quasi inutile: basti prendere in considerazione Ayumu Sasaki, che dal 25° posto è riuscito addirittura a ritrovarsi 2°; infatti la testa della corsa è passata nelle mani di 10 piloti diversi. Detto questo, non si vuole assolutamente affermare che la vittoria di Andrea Migno sia stata affidata puramente al caso, anche perché trovarsi al posto giusto nel momento giusto non è mai così facile. A dire la verità Andrea si è trovato teoricamente nel posto sbagliato, dato che in genere chi esce primo dalla Bucine poi perde. Ma tant'è... Andrea ci ha creduto e non ha ceduto un millimetro! La vittoria al Mugello è un’iniezione di fiducia per Migno, autore del suo miglior inizio di campionato di sempre: 5 piazzamenti su 6 in Top 10, e la prima vittoria in assoluto che lo catapulta al 5° posto nella classifica Mondiale. Chi invece si sta chiedendo se il caso esista oppure no è Fabio Di Giannantonio, che per la seconda volta di fila al Mugello chiude 2° a pochissimi millesimi dalla vittoria: oggi erano 37, un anno fa erano 38. Tuttavia il “Diggia” può consolarsi con risultati più che soddisfacenti: al suo secondo anno nel Mondiale Moto3 ha già portato a casa 6 podi (di cui 3 in questa stagione) e negli ultimi 4 GP ha finito in Top 5, numeri che lo proiettano al 3° posto nel Mondiale.

Incuriosiscono le situazioni di Enea Bastianini e Romano Fenati, i piloti su cui un po' tutti avrebbero puntato per la vittoria al Mugello, andata invece ad uno che in genere viene considerato poco quasi fosse lì (nel team di Rossi) solo per far numero o per l'incaponirsi di qualcuno, magari Rossi stesso. Tornando a Enea e Romano, nonostante gli alti e bassi di queste gare, le performance dei due piloti sono esattamente in linea con quelle dello scorso anno dopo 6 appuntamenti. Se si confronta la classifica attuale con quella del 2016, il “Bestia” è a +3 punti mentre a +1 troviamo “Fenny”, che si dimostra ugualmente competitivo con Honda e KTM. Inutile trarre conclusioni affrettate, bisogna aspettare altri appuntamenti affinché si possa dare un giudizio sulle performance dei due italiani. Lo stesso vale per Bulega, il pilota più atteso tra quelli del team VR46 Sky, ma che anche al Mugello è stato sotto le aspettative. A dire la verità le prestazioni c'erano, Niccolò girava nei tempi dei primi. Ma la Moto3 al Mugello è stata una bolgia infernale. Per capirci: Bulega ha anche condotto la gara, al giro 14, andando in testa dall'8° posto. Solo che il giro dopo si è ritrovato 16°, per poi chiudere 10° (ma staccato di solo in secondo abbondante...).

Moto2: Pasini tenace e grintoso, Luthi va "a caccia", Morbidelli è ancora al Top. La situazione KTM-Triumph

Mattia Pasini celebra la vittoria ricordando Nicky Hayden
Se dal Qatar a Le Mans la Moto2 si è rivelata la classe dove la tattica “da scacchisti” primeggiava sullo spettacolo, è bastata la gara al Mugello per ribaltare la situazione. Ma soprattutto, Mattia Pasini è stato autore di una gara assolutamente leggendaria. Il “Paso” si è ritrovato più volte tra i piloti di testa negli altri appuntamenti del 2017, quindi rivederlo a battersi con Alex Marquez, Luthi e Morbidelli non è stata una vera e propria novità. Ciò che ha stupito sono state la tenacia e la costanza che gli hanno permesso di portarsi a casa la vittoria contro ogni pronostico. Non che “tenacia” e “costanza” non si addicano al pilota di Rimini, ma vedere quella voglia di vincere a 31 anni, dopo 8 stagioni difficili in Moto2 e, soprattutto, senza mai salire sul gradino più alto del podio (ma nemmeno su quelli più bassi, se è per questo, mentre in 250 cc gli era riuscito 9 volte, di cui due vittorie, e in 125 17 volte, con 8 vittorie)...), fa intuire come nessuna sfida sia troppo difficile se la preparazione e la voglia di trionfare sono superiori a quella dei propri avversari. Non ci sono scuse o attenuanti per l'impresa: Pasini ha vinto sull’asciutto, contro i piloti più forti della categoria e senza che questi avessero problemi di qualche tipo; Pasini è stato il più forte. Ma, soprattutto, è stato autore di uno dei sorpassi più belli degli ultimi anni. All’ultimo giro, mentre era 3°, sorpassa prima Alex Marquez all’interno della Savelli e poi, senza alcuna apparente preoccupazione, si butta all’interno di Tom Luthi alla Arrabbiata 1 per riprendersi la leadership e passare per primo sul traguardo. Una “danza” che gli appassionati si ricorderanno molto, molto a lungo.

Nella giornata di Pasini, viene messo in ombra Franco Morbidelli, 4° dopo una gara in salita a causa dell’eccessivo consumo delle gomme nelle prime fasi. Dopo 4 vittorie ed un ritiro, il Morbido è comunque al comando della Classifica Mondiale, nella quale però si avvicina pericolosamente lo svizzero Tom Luthi che è alla ricerca del tanto bramato Titolo Iridato in Moto2, dopo quello in 125 vinto nel 2005. Bene invece Alex Marquez, che dopo un inizio di stagione 2016 da dimenticare, sta dando prova di avere quella costanza che gli è mancata negli anni scorsi.

Non si può parlare di Moto2 senza menzionare Triumph, che dal 2019 fornirà i propulsori ai prototipi della Classe Intermedia. I 3 cilindri da 765 cc sostituiranno i 4 cilindri 600 cc di Honda. Sarà dunque necessario per le forze in gioco (Kalex, Suter, Speed Up, Tech3 e KTM) rinnovare i propri progetti, ma ci attendiamo anche delle new entry. Ma sotto la lente d’ingrandimento c’è KTM: il colosso austriaco è entrato nella classe intermedia da questa stagione, raccogliendo risultati più che discreti. Ma avrà fatto bene KTM ad investire in un progetto ed un telaio che, tra due anni, andranno per forza rinnovati? Se si considera che ogni anno di esperienza è importante, sia per prendere contatto con la categoria, sia per porre le basi per i progetti futuri, allora tutto ciò ha un senso. Il lavoro che adesso sta facendo adesso KTM lo avrebbe dovuto fare comunque tra 2 anni, quindi avrebbero soltanto ritardato un problema che si può risolvere solo con l’esperienza. Cambiare il telaio per via del nuovo propulsore 765 cc sarà comunque un problema che a tutti toccherà affrontare.

MotoGP: Italiani in Rosso, Rossi paga la caduta in motocross, Honda "al limite"

Dovizioso seguito da Petrucci, Vinales e Rossi
In un Mugello tinto di giallo, pronto a festeggiare Valentino Rossi, è stato Andrea Dovizioso con la “Rossa” di Borgo Panigale a catalizzare la scena. L’anno scorso, con il record di velocità di Iannone, si poteva intuire che Ducati puntava veramente tanto a lottare per la vittoria al Mugello. La gastroenterite che ha colpito Andrea Dovizioso tra sabato e domenica sembrava però aver spento le speranze di Ducati. Poi in gara... Un inaspettato Jorge Lorenzo, dal 7° posto, è riuscito a portarsi per la prima volta in stagione davanti a tutti con la Desmosedici. Sono bastati pochi giri affinchè... l’ordine venisse ristabilito e le speranze del box Ducati si raffievolissero. Tuttavia uno straordinario Andrea Dovizioso ha dato prova di avere gran feeling con il Mugello e con la sua moto: dopo aver sorpassato Viñales non c’è più nulla da fare per nessuno. Il Dovi vince la sua prima gara in MotoGP sull’asciutto, la sua prima gara al Mugello e, soprattutto, è il primo pilota italiano a trionfare sul tracciato toscano a bordo di una Moto italiana. A dare ancor più animo alla festa ci ha pensato Danilo Petrucci in uno stato di grazia, a podio con la Ducati GP17 del Team Pramac. Con il sorriso Maverick Viñales, che si "accontenta" del 2° posto (non senza aver provato a vincere) e consolida la leadership del Mondiale dopo una gara in cui i suoi diretti concorrenti (Rossi e le due Honda) hanno avuto difficoltà. Per quanto riguarda le Honda, la situazione sembra critica: è chiaro che Pedrosa e Marquez hanno a che fare con una moto evidentemente non a posto, e che stanno palesemente correndo al limite ogni volta. Le diverse cadute di Marquez a Le Mans l’hanno testimoniato, mentre al Mugello il Cabroncito ha dovuto mantenere la calma e cercare di portare a casa punti importanti. Peggiore invece il risultato di Dani Pedrosa, che butta via tutto forzando all'ultimo giro e tirando giù anche un inviperito Crutchlow. Si spera che la Casa di Tokyo possa porre una soluzione a questo problema, al più presto, sempre se vogliono contendersi il Titolo Mondiale. Ci si rivede a Barcellona, nei test dopo gara.

Valentino Rossi, nonostante una delle partenze più belle della sua carriera, non è riuscito a tenere fisicamente il ritmo con i piloti di testa, probabilmente ancora non al 100% dopo l’incidente in motocross di settimana scorsa. Nonostante il pubblico “giallo” non abbia potuto festeggiare il proprio beniamino, ha comunque dato uno strepitoso supporto agli italiani a podio. Dovizioso non si è fatto sfuggire il momento, e con il microfono in mano ha mandato un bellissimo messaggio: “Volevo ringraziare tutti! C’è molto giallo, e mi fa molto piacere, ma mi piace molto questa sportività. Grazie, grazie davvero a tutti”.
In definitiva, Rossi c'è, ancora una volta, con velocità e voglia di vincere. Ma se a Le Mans aveva gettato via tutto per l'eccessiva fiducia nel proprio stato di forma, al Mugello ha preferito "ascoltare" i segnali mandati dal corpo, portando a casa punti e non aggravando una situazione di classifica che già non è rosea, soprattutto per le prestazioni altrui, dato che comunque Rossi è 3° e perfettamente in grado di lottare per le posizioni che contano (certo che 30 punti da recuperare da Maverick sono un bel macigno...).

Jorge Lorenzo e Ducati: analizziamo la situazione

Jorge Lorenzo mentre si trovava al comando della corsa, seguito dalle Ducati di Dovizioso e Petrucci
Rimanendo in tema di rosse, la performance di Jorge Lorenzo ha fatto molto discutere: il Mugello è sempre stato il terreno di caccia del Porfuera, ma questa performance “a gambero” porta molti interrogativi. Lorenzo dice che la moto ha ancora problemi di grip e che non riesce a farla girare come vuole lui in curva, aggiungendo inoltre che deve migliorarsi in staccata dato che la Ducati è una moto che frena molto forte, ma che una cosa del genere non è mai stata nel suo stile. Dunque, quanto manca a Lorenzo prima di centrare la sua prima vittoria in Rosso? Da una parte, questo “lampo” nella prima parte di gara ha dato fiducia a Lorenzo, tuttavia bisogna anche capire che il maiorchino è un pilota molto metodologico nella sua preparazione, e che ha passato gli ultimi 9 anni della sua carriera in sella ad una Yamaha M1, moto diametralmente opposta alla Ducati Desmosedici. Con uno stile di guida forgiato dopo così tanto tempo in sella alla M1, non si possono pretendere risultati immediati sulla Desmosedici. La moto è sicuramente prestazionale, basti vedere il Dovi, che però conosce questa moto come le sue tasche, l’ha vista “nascere” e l’ha anche “cresciuta”, ovvio che lui abbia una disinvoltura ed un feeling maggiore rispetto a Lorenzo. Dunque, Lorenzo potrebbe non essere la soluzione a Ducati per vincere il Mondiale? Troppo presto per dirlo, ossia dopo 6 gare di un contratto biennale… sicuramente sia a Borgo Panigale sia a in casa Lorenzo si sapeva che gli stili di moto e pilota erano potenzialmente incompatibili. Ma altrettanto sicuramente si tratta di una sfida per entrambi: per Ducati di riuscire a rendere la Desmosedici più “pulita” nella guida, mentre per Lorenzo di cambiare il proprio stile di guida ed essere efficace anche su mezzi non precisi e prevedibili come la M1. E comunque anche lo stesso Dovizioso ed Andrea Iannone non ci hanno messo poco a raggiungere la vittoria con la Ducati: entrambi ci hanno messo 4 anni. Da tenere in mente, comunque, che la Desmosedici di 4 anni fa non è la stessa “potenziale arma vincente” di oggi, e che Lorenzo è considerato un Top Rider a differenza dei due “Andrea”.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Danilo Petrucci festeggia il 3° posto con la Ducati
ANDREA DOVIZIOSO: “Una giornata bellissima che per me era cominciata molto male dopo una notte passata in bianco per una intossicazione alimentare. Oggi non avevo molta energia fisica, però sapevo che la moto andava forte, perché avevamo lavorato bene durante il weekend e ho anche avuto tanto supporto dai miei fan, dal mio fisioterapista, dalla mia famiglia, e questo ha fatto la differenza. Nonostante non fossi al 100% sono riuscito a gestire la gara anche se non ero il più veloce in assoluto, però ho fatto una strategia perfetta, conquistando la posizione giusta al momento giusto. Ho guidato in modo molto fluido, non ho mai forzato eccessivamente e questo ha fatto la differenza perché il Mugello è una pista che stanca molto fisicamente, e le gomme non permettevano comunque di spingere troppo. Finalmente c’è l’abbiamo fatta: vincere al Mugello è veramente qualcosa di speciale!”.

MAVERICK VIÑALES: “Onestamente, sono contento e soddisfatto, perché era una di quelle giornate dove l’importante era rimanere in sella. Quando ho visto Valentino perdere terreno e Marc non battersi per le posizioni di testa, ho pensato “OK, oggi è il giorno in cui si finisce 2° e si portano a casa punti importanti”, che è stato molto importante dopo l’incidente di venerdì. Sono stato molto fortunato durante le FP, è stata una caduta ad alta velocità e mi faceva molto male il braccio. Avevo fitte di dolore quando la moto si muoveva molto ma per buona parte della gara mi sentivo bene. Mi sono preparato, come sempre, a spingere negli ultimi 5 giri della gara e cercare di fare il miglior ritmo, perché come ho detto, oggi era uno di quei giorni in cui l’importante era rimanere sulla moto”.

DANILO PETRUCCI: “Avrei venduto casa mia per salire sul podio al Mugello. Ieri è stato un giorno strano, nel pomeriggio sono caduto. Con la seconda moto ancora una scivolata e ho dovuto iniziare la gara dalla Q1 per arrivare in Q2. In questa stagione spesso sono partito male, mentre oggi tutto è andato bene e sono riuscito ad essere veloce da subito. Mi ricordo la mia prima gara al Mugello nel 2012, iniziai dall’ultima posizione. Oggi sono molto, molto felice!”.

VALENTINO ROSSI: “Sapevo che la gara di oggi sarebbe stata più difficile del previsto. Sulla moto guidavo bene e non avevo male, ma faticavo un po’ e sapevo che 23 giri sarebbero stati lunghi. Ho fatto del mio meglio, ho fatto una partenza perfetta e ho guidato la corsa per alcuni giri, ma non riuscivo veramente a correre come avrei voluto. Alla fine ho provato a stare vicino ai piloti di testa, ma non avevo abbastanza potenza per sferrare un attacco a Danilo. Mi sarebbe piaciuto molto essere sul podio, ma non c’era niente che potessi fare. È un po’ un peccato non essere sul podio al Mugello, ma se penso a dov’ero qualche giorno fa, dopo la caduta in motocross, sono soddisfatto della performance nell’arco di tutto il weekend. Essere qua, al Mugello, e correre davanti a tutti i miei fan è stato un vero e proprio regalo”.

MARC MARQUEZ: “Ho cercato di iniziare la gara partendo forte perché sapevo che i primi giri erano importanti, quindi ho provato a combattere. All’inizio ero in grado di farlo, ma dopo un po’ ho iniziato a faticare con l’anteriore in curva, inoltre gli altri riuscivano a recuperarmi sul dritto. Ho scelto la mescola media all’anteriore perché sapevamo che con l’opzione più dura, con la quale mi sentivo a mio agio, non avremmo potuto finire la gara. Infatti, essendo la hard asimmetrica, la media era più dura sulla parte a destra rispetto alla mescola hard, ed è proprio quello il lato che al Mugello si stressa di più. Ad un certo punto, ho iniziato a faticare troppo in curva, e quindi ho deciso di non prendermi troppi rischi e cadere. Ciò ci ha permesso di chiudere sesti. È un campionato fatto di alti e bassi, dobbiamo lavorare duramente e cercare di migliorare”.

JORGE LORENZO: “Ovviamente non posso essere soddisfatto della mia gara di oggi. Anche se sono partito molto forte e sono stato in testa ad una gara per la prima volta quest’anno, purtroppo giro dopo giro il mio ritmo è rallentato. Continuo a perdere molto in frenata e per il momento non riesco a sfruttare bene i punti forti della mia moto, ma soprattutto non riesco ad essere veloce in percorrenza di curva, che è una delle mie caratteristiche, e oggi sono stato superato diverse volte all’interno senza riuscire a reagire. Il lato positivo della gara è che Andrea ha vinto e Danilo è arrivato terzo, dimostrando che la Ducati oggi è stata la miglior moto in pista. Già venerdì avevo detto che la moto avrebbe potuto puntare alla vittoria e sono contento per Dovizioso perchè se lo è meritato”.

MICHELE PIRRO: “Purtroppo ho vanificato le mie belle prestazioni in prova e in qualifica con una partenza non troppo felice, e trovarmi da quarto a tredicesimo alla prima curva non mi ha certamente aiutato. Da lì in poi ho cercato di fare il mio passo, ma avevamo più o meno tutti lo stesso ritmo e la bagarre non mi ha permesso di recuperare molte posizioni. Alla fine ho concluso la gara insieme a Jorge e non è male, ma sono soprattutto contento perché abbiamo lavorato bene e siamo stati costantemente veloci durante tutto il weekend”.

ANDREA IANNONE: “Sono soddisfatto con la prima metà della gara. Sono stato in grado di recuperare, superare e lottare. Nella seconda metà invece la performance delle gomme sono calate improvvisamente, la moto ha cambiato il proprio comportamento e ho faticato a gestire la situazione in quel momento. Ho faticato anche in frenata e a mantenere una buona velocità in curva; quest’ultima è solitamente un punto di forza della GSX-RR, ma quando le gomme calano la situazione cambia. Questo è un punto sul quale stiamo lavorando, questa gara ci ha dato informazioni ed idee sulle quale lavorare. È difficile per me non avere una performance migliore in un circuito come il Mugello, perché ci sono cresciuto e ho imparato ad essere molto, molto competitivo. Inoltre anche la qualifica ha influenzato sul risultato della gara”.

CAL CRUTCHLOW: “Premetto che queste cose succedono. Io e Dani stavamo entrambi avendo alcune difficoltà con le nostre Honda, lui ha provato a migliorare la propria posizione ma il risultato è stato una caduta per entrambi. Era dietro di me e aveva un discreto distacco: non l’ho sentito arrivare, l’ho visto all’improvviso e in una frazione di secondo ero praticamente sopra di lui! Sono dispiaciuto, ero abbastanza contento dell’andamento della gara di oggi: mi sentivo bene e non ho mai spinto oltre il limite. Mi stavo assicurando di riuscire a finire la gara, gestendo attentamente la situazione con la gomma anteriore. Ok, ho fatto un commento in cui dicevo che ero contento che Pedrosa avesse perso la seconda posizione in campionati, ma cosa vi aspettavate, che lo baciassi? Però lo perdono, m ha chiesto scusa. Sono cose capitate anche a me e che potranno capitare ancora nella mia carriera. Barcellona per noi non sarà un circuito facile, visto anche l’andamento dei test che abbiamo effettuato lì la settimana scorsa, ma faremo del nostro meglio, come sempre”.

DANI PEDROSA: “Ho faticato molto con la mancanza di grip sin dall’inizio del weekend, e oggi in gara è andata anche peggio. Non sentivo grip sin dalla partenza, sia all’anteriore sia al posteriore, e sono stato sorpassato da molti piloti senza possibilità di rispondere. La moto si muoveva molto anche sullo stretto, ed in pratica non ero in grado di gestirla. È stata una lunga gara. Nel finale sono caduto cercando di sorpassare Cal, e l’ho disarcionato. Mi dispiace perché non è bello che quando commetti un errore è un altro a pagarne le conseguenze. Fortunatamente siamo entrambi OK dopo la partenza, e non vediamo l’ora della prossima gara”.

ALEIX ESPARGARO: “È davvero un peccato, per la prima volta nella mia carriera ho fatto un jump start e non ci voleva. Voglio innanzitutto chiedere scusa al mio team, questa è una gara particolarmente importante per Aprilia e la RS-GP andava molto bene, le sensazioni erano le migliori di tutta la stagione. Il passo sul 48 basso, dopo il ride through e quindi senza particolari motivazioni e senza il beneficio della scia, dimostra che potevamo lottare per posizioni importanti. Dopo una uscita nella ghiaia qualcosa non funzionava bene nella selezione delle marce quindi sono rientrato ai box. Ancora una volta abbiamo fatto vedere di essere veloci ma torniamo a casa senza punti, ora abbiamo bisogno di tornare stabilmente nelle posizioni che meritiamo”.

SAM LOWES: “Mi aspettavo di poter fare una gara migliore oggi, perché nei primi 6 giri mi sentivo molto a mio agio: sono riuscito a superare diversi piloti girando subito su buoni tempi, scendendo anche sotto 1’49”. A un certo punto ho iniziato a perdere feeling con l’avantreno e di conseguenza ho faticato a mantenere un buon ritmo. Una situazione che mi ha condizionato fino a fine gara. Peccato perché durante il fine settimana non avevo mai avvertito questo tipo di problemi. Voglio comunque guardare ai vari lati positivi emersi in questo weekend: sono comunque contento di aver portato a termine la corsa e di aver ottenuto un tempo sul giro che di fatto si discosta di un solo secondo rispetto al migliore. Sto imparando molto ad ogni gara e stiamo andando nella direzione giusta”.
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