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Honda NS-F, vittima della rincorsa alle performance

Debutta a sorpresa alla fine del 1984, la NS-F, costruita e sviluppata nella fabbrica di Atessa. Nello stesso anno diventa la 125 stradale più venduta in Italia. Esce di scena nel 1988, vittima di un mercato “isterico”...
1/25 Tutti i modelli della famiglia NS-F
Quando la Honda svela nel dicembre 1984 la nuova NS-F al Motor Show di Bologna si rimane sbalorditi: c’è un netto richiamo nelle sovrastrutture alle moto da GP, l’inedito telaio in tubi quadri incornicia alla perfezione la meccanica, anch’essa racing, perché il compatto motore è verniciato in aggressivo nero e sfoggia una espansione parimenti racing. A livello tecnico ci sono molte cose interessanti. Il monocilindrico ha ammissione lamellare, contralbero, sei marce e valvola ATAC allo scarico, dispositivo che la Honda ha già sperimentato con successo prima sulle moto Cross poi sulla NS tre cilindri e sulla NSR quattro cilindri da GP. La sigla sta per Automatically Controlled Torque Amplification Chamber, cioè camera di amplificazione della coppia a controllo automatico, ed è in pratica un “polmone” che aumenta il volume del sistema di scarico, favorendo il tiro fino ai medi regimi; poi, oltre questa “zona” il polmone viene chiuso da una valvola e i gas combusti finiscono direttamente nel tubo di scarico, favorendo in tal modo la potenza agli alti regimi. Una soluzione che migliora sensibilmente l’erogazione e il rendimento dei motori sportivi a due tempi, finora piuttosto “impiccati” e con un range di utilizzo ottimale piuttosto limitato.

Successo immediato per la NS125F

Le sospensioni, firmate Marzocchi, vedono una forcella un po’ esile, ma anche un bel forcellone controllato tramite il sistema Pro-Link da un singolo ammortizzatore, soluzione non ancora diffusissima sulle rivali “made in Italy”. Fedele al concetto che una sua moto deve essere “family-friendly”, cioè amichevole, la nuova 125 non mostra esasperazioni, offrendo un assetto per il pilota che non “spacca” i polsi e sospensioni di buona escursione. Siglata come le moto da GP ufficiali NS, con l’aggiunta della F che in genere identifica le Honda di maggior cubatura, l’inedita 125 viene accreditata per 25 CV a 9.500 giri e oltre 140 km/h di velocità massima. Omologata il 14 marzo 1985, la NS-F arriva subito dai concessionari e il successo è immediato nonostante la sua velocità massima non sia al top e comunque inferiore agli oltre 140 km/h dichiarati, tanto da risultare la 125 stradale più venduta dell’anno, precedendo la Gilera RV - sul mercato da una sola stagione e fino ad allora regina delle sportive - e la Cagiva Aletta Oro, presentata anch’essa alla fine del 1984.
Il nostro test della Honda NS125F del 1984
Il nostro test della Honda NS125F del 1984
Sono quasi 6.000 i giovani che comprano la Honda, nel pieno del boom che caratterizza le Enduro, figlie della Paris-Dakar. L’arrivo della NS-F porta naturalmente le Case italiane a reagire, accendendo una rivalità che avrà fine solo nel 1995, quando le limitazioni alle potenze (dal 1996 15 CV contro i 30 che erano diventati ormai la norma) tutt’ora in vigore metteranno fine all’era delle 125 due tempi ultrasportive. Tempo due anni e il mercato è sconvolto da una raffica di novità, una più bella dell’altra, che dimostrano l’estrema vitalità della nostra industria. Aprilia lancia la AF-1 con l’anteprima chiamata Project 108, dotata del motore Rotax impreziosito anch’esso della valvola allo scarico, ma poi ci sono le nuove Gilera KK e KZ, e la Cagiva Freccia C9 che fissano nuovi parametri di prestazioni, toccando velocità superiori ai 150 km/h. Infatti, oltre all’estetica e alle soluzioni tecniche proposte dai vari modelli, uno degli elementi su cui si gioca il successo sul mercato riguarda la velocità.

La situazione peggiora

Approfittando dell’assoluta mancanza di qualsiasi limitazione, le Case possono fare quello che vogliono, ignorando il fatto che generalmente i motori così performanti se mal utilizzati hanno vita breve. Anche se il mercato delle 125 resta quello di riferimento in Italia, nuvole nere si addensano all’orizzonte e porteranno a una nuova crisi. I numeri dei primi anni Ottanta sono irripetibili e ci sono più cause che determinano un costante e sempre più vistoso calo delle immatricolazioni che interessa tutto il settore motociclistico. Non basta dire che i giovani stanno avendo nuovi interessi e seguono mode differenti per giustificare il progressivo allontanamento dalla moto. Perché oltre al calo demografico, ci sono anche motivi economici e di “mancanza di cultura” che frenano le vendite.
Honda NS125F
Patente e assicurazione costano sempre di più, l’IVA al 38% stronca le maxi moto ed è arrivato l’obbligo del casco, già annunciato, con la legge entrata in vigore nel luglio 1986. Il casco viene visto da moltissimi come un’insopportabile costrizione e piuttosto che indossarlo preferiscono vendere la moto. Il mercato va a picco, tanto che in soli cinque anni, dal 1984 al 1988, si è quasi dimezzato (da 96.873 a 49.596 immatricolazioni), manco più sostenuto dallo scooter e dalla Vespa in particolare che non riesce più a rinnovarsi per trovare consensi (e quando lo farà partorirà la Cosa, colossale fallimento della Piaggio). Da ora in avanti l’evoluzione delle 125 stradali - affiancate nei numeri di vendita dalle versioni Enduro con cui speso condividono la meccanica - andrà avanti a ritmi che si potrebbero perfino definire insostenibili a lungo termine. Sarà una stagione bellissima, con moto race-replica estremamente sofisticate ed esageratamente veloci (oltre 170 km/h...) e potenti (anche 35 CV) che faranno lievitare enormemente i prezzi. In pratica l’inizio della fine. La NS-F, la cui carriera proprio per la frenesia con cui si rinnovano i modelli dura solo tre anni, resta uno dei migliori esempi di 125 sportiva anni Ottanta. Simbolo di una generazione di moto “bruciata” troppo in fretta, ma capace di lasciare un bel segno nella storia della moto. Storia che, purtroppo, sarà irripetibile.
Honda NS125F
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