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18 June 2009

ER o Elettro-reologica: il contenuto tecnologico per gli ammortizzatori del futuro

ER la è sigla generalmente impiegata per la tecnologia elettro-reologica, parente prossima della più nota magneto-reologica (MR), già applicata agli ammortizzatori. La tedesca Fludicon sta proseguendo nel suo sviluppo di un’unità ER dedicata al settore motociclistico, che sarà in commercio con il nome di e-shock. Solo con l’impiego di fluidi ER o MR è possibile ottenere forze molto alte anche per basse velocità dell’ammortizzatore: queste forze possono essere di grande aiuto in molti casi.

Er o elettro-reologica: il contenuto tecnologico per gli ammortizzatori del futuro




ER la è sigla generalmente impiegata per la tecnologia elettro-reologica, parente prossima della più nota magneto-reologica (MR), già applicata agli ammortizzatori. La tedesca Fludicon sta proseguendo nel suo sviluppo di un’unità – di cui vedete le prime immagini nella gallery – dedicata al settore motociclistico, che sarà in commercio con il nome di e-shock.

I fluidi ER, generalmente delle sospensioni di particelle sensibili al campo elettrico in olii poco viscosi, reagiscono a un campo elettrico variando di molto (anche oltre 100 volte) la loro densità: si va da quella del solo olio molto fluido a quella di un chewing-gum, il tutto in una frazione di secondo. Questo consente di ottenere sospensioni con smorzamento variabile anche senza complicare la meccanica interna dell’ammortizzatore, anzi semplificandola drasticamente con l’eliminazione della maggior parte delle valvole.

In linea di principio, Fludicon si sta per ora limitando a buttare via tutto l’interno dell’unità ammortizzante e inserire la valvola ER nel piggy-back. In questo modo l’ingombro dell’ammortizzatore rimane lo stesso e il peso cresce molto limitatamente (si tolgono parti in acciaio e si aggiungono parti in alluminio), soprattutto a causa dell’unità che fornisce energia (meno di 10 Watt) alla sospensione.

Solo con l’impiego di fluidi ER o MR è possibile ottenere forze molto alte anche per basse velocità dell’ammortizzatore: queste forze possono essere di grande aiuto in molti casi, ad esempio per contrastare il beccheggio in accelerazione o frenata e l’high-side incipiente; il tutto mantenendo un comportamento stradale confortevolissimo.

La difficoltà maggiore sta nella scrittura degli algoritmi di controllo del sistema, ma si stanno facendo grandi passi anche in questa direzione e con ogni probabilità potremo provare la prima unità ammortizzante ER entro il 2010.
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