di Beppe Cucco - 07 April 2018

Kawasaki Z900 CAFE 2018: fascino retrò, prestazioni moderne

Prova Kawasaki Z900 CAFE 2018: pregi e difetti della nuova sport retrò di Akashi, che colpisce per il suo look d'altri tempi. Su strada ci ha stupiti per il suo motore potente e la sua facilità, qualcosa però si potrebbe migliorare. Le prime impressioni di guida

La Kawasaki Z900RS CAFE condivide telaio e motore della Z900RS (cliccate qui per il nostro test), ma si differenzia per la presenza di un nuovo cupolino avvolgente, un manubrio a piega bassa e una sella disegnata appositamente per questo modello, con la parte destinata al passeggero più pronunciata. Inedita anche la livrea, con colori e grafiche che richiamano le moto utilizzate nei campionati Endurance del passato: il colore di base è un acceso verde lime, con una striscia bianca contornata di nero che corre lungo tutta la moto.

La nuova Kawasaki Z900RS CAFE, nella sola livrea verde “Vintage Lime Green”, è in vendita ad un prezzo di 12.540 euro c.i.m. (500 euro in più della Z900RS)*. Per tutti i dettagli di questa moto vi rimandiamo al nostro articolo di presentazione; ora saliamo in sella e vediamo come va.

*: i prezzi presenti in questo articolo si intendono con la formula "chiavi in mano" (c.i.m.), in cui il prezzo finale si ottiene aggiungendo al prezzo di listino "franco concessionario" le spese per la messa in strada, che Motociclismo quantifica in 250 euro.

Come va

La versione CAFE sfrutta l'ottima base tecnica della Z900RS, in tutto e per tutto. E questo è un bene, visto che la base di partenza è una moto molto valida e pienamente sfruttabile per strada. Passiamo subito quindi a quella che è la più grande differenza alla guida, ovvero la posizione in sella. La CAFE, che punta molto sull'aspetto, cede qualcosina in termini di comfort per via del manubrio a piega bassa, che carica maggiormente i polsi rispetto alla Z900RS "base". Attenzione però, non siamo davanti a una moto scomoda e spaccapolsi come alcune delle sue dirette avversarie dotate di semimunaubri: sulla CAFE, nonostante l'impostazione più sportiva rispetto alla RS "base", rimane ancora un minimo di comfort per affrontare anche molti chilometri in sella. Non è forse la posizione più comoda per la guida in città, ma quando iniziano le curve il maggior carico sull'avantreno si fa apprezzare, restituendo un gran feeling con l'anteriore. Per quanto riguarda la seduta, proprio come sulle moto del passato, c'è molto spazio per le gambe e la sella è comoda e ben imbottita; quest'ultima però è abbastanza alta e larga nella zona del serbatoio, anch'esso abbastanza "cicciotto" (obbliga a tenere le garbe un po' larghe).

La nuova forma della sella, dal look monoposto, limita i movimenti, ma allo stesso tempo impedisce al sedere di scivolare indietro nelle riprese più decise. Ancora una volta, ne giova il look, a discapito del comfort, questa volta del passeggero però, che ha uno spazio di seduta minore e più inclinato all'indietro rispetto alla Z900 RS "base". La nuova carenatura anteriore con il piccolo cupolino non fa di certo miracoli in termini di riparo aerodinamico, ma è quel minimo che basta per rendere i trasferimenti un poco più agevoli. Rimane coperta dall'aria solo la parte inferiore del busto; casco e braccia sono completamente esposti. In ogni caso dubitiamo che ci sceglie la CAFE lo faccia per viaggiarci…

Sportiva nel look, ma non solo! Il motore ha un'ottima spinta fin dai bassi e va davvero forte, molto più di quanto ci si potrebbe aspettare da una moto dal look retrò. Di coppia ce n'è da vendere, e questo è un bene: il 4 cilindri in linea può essere usato tranquillamente in sesta a 2.000 giri senza problemi, riprende lineare con un'erogazione "elettrica". Un filo di gas e si va a spasso a godersi il panorama con la moto che scorre liscia senza singhiozzi, ma quando iniziano le curve basta scalare qualche marcia e ruotare l'acceleratore per essere abbracciati da una spinta forte e decisa, a partire dai 4.500 giri e fino ai 9.000. Bellissimo e coinvolgente il sound del motore, frutto di uno studio scientifico da parte di Kawasaki per donare alla moto un sound in linea con la filosofia del modello. Un piccolo appunto sul propulsore: peccato che non ci sia la possibilità di scegliere tra varie mappe. L'acceleratore ha una risposta del gas molto diretta e un leggero effetto on-off; questo per girare in città non è proprio il massimo della praticità, considerando anche i 111 CV e un motore pronto fin dal basso.

Quasi del tutto assenti le vibrazioni, compaiono solo sulle pedane viaggiando a velocità costante ad alti regimi. Considerate però che a 130 km/h in sesta si viaggia a 5.000 giri/min per cui non avrete nessun problema sotto questo punto di vista. Morbidissima e ben modulabile la frizione; le marce hanno un innesto corto e preciso. Ottimi i freni, sia per quanto riguarda la modulabilità sia per la potenza dell'impianto. Molto buone anche le sospensioni, che mixano comfort e sportività: copiano bene buche e pavé e sono confortevoli quando si va a spasso, ma digeriscono bene anche una guida sportiva.

Chiudiamo con l'aspetto, uno degli assi nella manica di questa moto: la Z900RS CAFE ha veramente un fascino d'altri tempi, sia per quanto riguarda le forme sia per quanto riguarda la livrea. Look retrò, ma assemblaggio moderno: è una moto davvero ben fatta, dove tutto è curato alla perfezione.

Troverete il test completo della nuova Kawasaki Z900RS 2018, con interviste e approfondimenti, su Motociclismo di maggio 2018.

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