a cura della redazione - 07 January 2017

L’albania ci guarda

Viaggio in moto in Albania, approfittando della comparativa maxienduro 2016. Una meta tra le più interessanti per chi ama il turismo o le vacanze su due ruote in Europa, alternando asfalto e sterrato, mare e montagna, città d’arte e cultura. I prezzi sono bassi, la popolazione entusiasta verso gli italiani, per vicinanza e… TV

ERBA, ACQUA, TERRA ROSSA... IL TRIONFO DEGLI ELEMENTI

Andare in moto in Albania è strano. Ovunque trovi sterrati, anche dentro i paesi e incontri gente simpatica che parla in italiano e che vuole interagire con te. Molti non hanno l'auto ma vanno a cavallo, spesso su un carretto che porta tutta la famiglia. Ci sono poche pianure e moltissime montagne, è un paradiso per la moto, ma al posto degli chalet trovi condomini di stampo comunista.  Non sapevamo nulla di questo Paese, era avvolto nel mistero più totale finché, nel 1992, non iniziarono le emigrazioni di massa nel nostro Paese, che aumentarono nel '97. Il sottoscritto (Mario Ciaccia, ndr) è sempre stato affascinato da quel mistero di là dal mare. Nel 2004, viaggiando in nave dalla Grecia al Veneto, passammo davanti a delle montagne altissime, brulle e tondeggianti, che emergevano verticalmente dal mare arrivando fino ai 1.400 m di altezza. Non si vedevano paesi e ai loro piedi c'erano delle spiagge di sabbia bianca, completamente deserte. Cos'era quel paradiso? Tornati a casa, usando le cartine, lo scoprimmo: era il Llogara, un gruppo montuoso albanese di cui nella foto vedete uno scorcio, compresa la stupenda spiaggiona in fondo al dirupo: ovviamente non ce lo siamo fatti mancare, durante la comparativa maxienduro (o globetrotter) 2016, ambientata proprio in Albania (il nostro itinerario è stato: Durazzo, Parco Nazionale di Karavasta, Valona, Llogara, Saranda, Argirocastro, Permet, terme di Benje, Korce, lago di Ohrid, Elbasan, Tirana. Qui le immagini) e fonte di ispirazione per questo articolo di turismo. Ma torniamo indietro di 11 anni…

NON ERA FACILE

La bellezza è soggettiva

CHE STORIA!

Fino alla Seconda Guerra Mondiale l'Albania era un regno. Povero, a dire il vero. Le automobili erano rarissime, per averla dovevi essere almeno il re... o il suo architetto personale. La gente girava a cavallo, molto più di oggi. C'era già un forte legame con l'Italia, soprattutto di dipendenza economica. Nel 1939, Mussolini invase l'Albania e il re, che si chiamava Zog I, venne rimpiazzato da Vittorio Emanuele III. Durante la Seconda Guerra Mondiale si creò un forte movimento partigiano antifascista, capitanato da Enver Hoxha, che era nato ad Argirocastro e aveva studiato a Korçe (uno dei poli culturali dell'Albania, sede di università e una delle città che più ci è piaciuta durante la comparativa), in Francia e in Russia. Era un fanatico leninistamarxista che si ispirava a Stalin e conquistò il potere nel 1944, instaurando una rigidissima dittatura e rompendo i ponti con l'Europa Occidentale e gli Stati Uniti. La sua visione politica era talmente estrema che litigò con la Yugoslavia, la Russia e la Cina perché, secondo lui, tradivano gli ideali comunisti. A quel punto, l'Albania aveva rotto con tutti, Occidente ed Oriente. Era isolata. Agricoltura e industria erano tutte interne. La gente non poteva uscire dal Paese, neanche gli italiani che vi si erano stabiliti dopo il '39. La religione, qualunque fosse, venne abolita e venne perseguitata qualunque forma di opposizione politica, foss'anche un funzionario di partito che diceva "No, dai, in fondo la Cina non è così capitalista come dici tu". Di quel periodo oscuro non si sa molto (come dell'attuale Corea del Nord), basti pensare che la stima degli oppositori o religiosi uccisi varia tra le 5.000 e le 100.000. 

Bunker e presunti trofei di guerra

Qualcuno, ovviamente, riusciva a fuggire. Un nipote del dittatore sbarcò come profugo in Puglia e si stabilì a Bari dove, nel 1961, nacque sua figlia Anna. Che però, quando diventò una cantante, preferì levarsi le "H" dal cognome, diventando Anna Oxa. Invece l'architetto del re venne cacciato dal Paese senza poter portare la famiglia con sé, compreso un figlio appena nato. Riuscì a conoscerlo solamente 40 anni dopo. E suo nipote, Ermal, ci ha fatto da guida durante la comparativa, in sella a una KTM 690 Enduro.  Hoxha era talmente ossessionato dal timore di venire attaccato dall'Europa Occidentale, da quella comunista e pure dagli USA che fece costruire mezzo milione di piccoli bunker sparsi in ogni dove, dalle spiagge adriatiche alle valli montane. Ecco perché nel 2005 ne trovammo così tanti. In qualche maniera riuscì a procurarsi un aereo americano, un caccia e dichiarò trionfalmente che era stato abbattuto dalla contraerea albanese mentre tentava di bombardare il Paese. Oggi quell'aereo è "parcheggiato" accanto al castello di Argirocastro, mentre la casa natale del dittatore è stata fatta esplodere nel 1997, durante la guerra civile che seguì al crollo delle imprese piramidali, che illusero la popolazione di sfuggire in fretta alla miseria, ma che si rivelarono una grande truffa.

AZIONI E CONSEGUENZE

ANDIAMO NEL CANYON!

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