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Comparativa KTM Super Duke R e Triumph Speed Triple R

Teppiste. Bisognerebbe chiamarle così due moto che sembrano progettate per frenare di traverso, alzare gli occhi al cielo in uscita di curva, sfondare il muro dei 250 km/h

Comparativa ktm super duke r e triumph speed triple r

 

Sono due naked che rispondono al nome di Triumph Speed Triple R e KTM Super Duke R. Dove la “R” potrebbe essere un’abbreviazione di “ruspante”. Sì, sono ruspanti, l’inglese e l’austriaca, nell’accezione migliore del termine: genuine. Come l’idea di rinunciare a qualsiasi aggiornamento elettronico in ossequio allo stile di guida vecchia maniera. Niente traction control che smorza la derapata. Niente ABS che riduce a zero le possibilità di stoppie. Niente antiwheeling che… “allora mica me la compro una moto del genere”. Tutto è disinseribile o non previsto. Cosa chiedere di più a due moto di carattere?

 

PRIMA DI PARTIRE
KTM Super Duke R si presenta anticonvenzionale nel design come nelle caratteristiche: per essere una naked, ha la sella molto alta da terra, il serbatoio tra le gambe è largo una spanna, il manubrio è alto, vicino e piuttosto stretto. Quando poi la accendete sentirete il rumore rabbioso di un bicilindrico straordinariamente rapido a prendere giri alla prima manata sul gas. La Super Duke sorprende anche per una meccanica curata, bene in vista e con regolazioni facilmente accessibili. Il serbatoio non verniciato e il parafango anteriore in plastica stonano, su una moto di questo livello.

Triumph Speed Triple R è sicuramente più curata nella componentistica e nelle finiture, forse anche più elegante nel suo complesso. Però costa cara: oltre 15.000 euro nella versione con ABS, vale a dire il 20% in più della Super Duke (12.200 euro indicativo c.i.m.). Questo divario è giustificato da un’ampia diffusione di carbonio sulla Speed, dalle sospensioni Ohlins, dai cerchi forgiati (1,7 kg più leggeri degli standard), dai freni Brembo con pinze monoblocco e pompa radiale. Insomma, se non ci fosse questa differenza di prezzo, da ferme Triumph vincerebbe la partita.

 

IN SELLA: MANEGGEVOLEZZA O STABILITA’?
Sulla Speed, rispetto alla KTM, ci sono pedane più alte e arretrate, un manubrio decisamente più largo, basso e distante, oltre a fianchi più voluminosi. La sella dell’inglese è meglio sagomata, benché anch’essa sia un po’ duretta. Si può dire che la maggiore abitabilità complessiva della Triumph sia accompagnata anche da una capacità superiore di raccordare le curve, di seguire con precisione una traiettoria in velocità, di rendersi maggiormente prevedibile rispetto ai comandi impartiti. Tutto questo anche grazie a un motore potente ma sempre progressivo. Sulla KTM si va forte uguale ma in modo diametralmente opposto. Quello che si perde sul veloce lo si recupera nello stretto. Ciò che si paga in termini di imprecisione (leggera) dell’avantreno lo si recupera nei cambi di direzione, sempre fulminei. Tutto quello che si perde nelle curve da terza/quarta, lo si riprende nei tornantini secchi, dove si svolta rapidi e in un “fazzoletto”. Forse la maggiore confidenza che dà la Speed si traduce in una guida complessivamente più redditizia, fatto salvo che la poderosa frenata dell’austriaca colma anche questo gap.

 

MOTORE: LA MAGIA DEL 3 CILINDRI
Qui vince la Speed, a mani basse. Maggiore dolcezza di erogazione, maggiore coppia, maggiore potenza, maggiore allungo, minori consumi. E, al di là dei numeri, un carattere unico. Anche un ottimo bicilindrico come quello KTM deve subire una sconfitta trasversale: nonostante la moto austriaca pesi 18 kg meno della rivale, è più lenta in accelerazione e, soprattutto, in ripresa e in velocità di punta. Il merito è di un’alchimia magica che risiede dentro al cuore dei tre cilindri inglesi, per un risultato che forse neppure loro sanno bene come hanno raggiunto. A onor del vero, il bicilindrico della Super Duke ha 51 cc in meno di cubatura. Ma per saperne di più vi rimandiamo alla comparativa di Motociclismo di luglio 2012.

 

Abbigliamento utilizzato
Caschi Arai e Scorpion, giacche e guanti Alpinestars, jeans Spidi, scarpe tecniche Dainese.

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