Aprilia RXV 4.5. Fegato alla veneta

Dopo il travagliato debutto nel Cross e le vittorie nel Motard è la volta dell’Enduro

Com'è fatta




Dopo  il travagliato debutto nel Cross e le vittorie nel Motard è la volta dell’Enduro.
E che debutto ragazzi! Due punticini in classifica e tante indicazioni utili per proseguire lo sviluppo di questa avveniristica bicilindrica, osteggiata da tutti gli avversari: ma forse era solo paura. E se i risultati colti nel Motard troveranno conferma anche nell’Enduro, se ne vedranno delle belle. In ogni caso all’Aprilia va il merito di averci provato: farla debuttare in un mondiale era un rischio. Ma in Aprilia hanno coraggio.
E’ l’ingegner Davide Borghesi, (foto a sinistra) che si occupa del settore fuoristrada nello staff di da Ampelio Macchi a spiegare i dettagli dell'operazione RXV 4.5.

Con che ambizioni siete qui?

Stiamo definendo la moto di serie. Questa la ricalca al 90%. Ci sono ancora alcuni particolari come il serbatoio in fibra di carbonio, che poi diventerà di plastica. Anche la mascherina è provvisoria, ma molti altri particolari sono già definitivi, compreso lo scarico”.

Deriva dal modello Cross?

“Al 90%. L’architettura del motore, per esempio, è identica ai modelli da Cross e Motard. Si tratta di un’unità preserie, che però sfrutta già molte componenti definitive. Si differenzia dal Cross e dal Motard per il cambio con rapportatura specifica, gli alberi a camme dedicati oltre a un’apposita mappatura della centralina. Anche lo scarico è diverso. Per ora preferiamo non dichiarare le misure vitali e la potenza. I CV sono l’ultimo dei nostri problemi; caso mai il problema è rendere l’erogazione più fluida, dosabile e gestibile anche per l’utente normale”.

Anche in questo caso l’avviamento è solo elettrico, ma nell’Enduro è più sollecitato che in altre specialità...

“Questo non ci crea particolari problemi, certo l’utenza può essere scettica, come può esserlo per l’iniezione. Ma  le moto stradali da anni si affidano a questi sistemi. Il nostro progetto è innovativo e abbiamo tenuto conto anche di fattori come l’inquinamento e il rumore, dove siamo avvantaggiati rispetto alla concorrenza”.
Quando arriverà? E i prezzi?
“La prima sarà la Motard, poi toccherà all’Enduro, che dovrebbe essere dai concessionari per fine 2005, inizio 2006. Sarà una moto da usare, non una super special da tenere sotto la campana di vetro. Quindi sarà concorrenziale anche come prezzo. Costerà qualche centinaio di euro in più rispetto alle altre 450”.

Il motore bicilindrico e la raffinatezza delle soluzioni tecniche faranno aumentare i costi dell’assistenza?

“Il nostro obiettivo è produrre una moto affidabile e senza particolari richieste di manutenzione; chiaramente è una moto da competizione: richiede tagliandi specifici e ravvicinati, come del resto tutte le altre, giapponesi e non. In ogni modo state tranquilli: siamo consapevoli delle esigenze del pubblico off-road”.

Come va





Un curriculum lungo così. Ma Stefano Passeri non nasconde l’emozione per l’onore - e l’onere – di portare in gara questa moto unica. Ecco le sue impressioni prima del debutto. Poi arriverà anche la soddisfazione dei 2 punticini ottenuti grazie al 19° posto nella Classe E2.

“Le soddisfazioni vanno di pari passo con le preoccupazioni”, dice Passeri
, “Non mi sono preparato in inverno per un mondiale, e poi comincio ad avere la mia età in mezzo a questi galletti… Comunque ce la metterò tutta. Mi preoccupa solo il fatto che un mio errore o una banale caduta possano compromettere l’esordio”.

È davvero un altro pianeta, la moto?

“Questa bicilindrica abbina la potenza a un’erogazione dolce. Oltretutto, non avendo grosse masse di albero motore, rimane maneggevole anche in accelerazione. Se non sei un pilota dotato fisicamente, non riesci a contrastare l’inerzia di una moto “normale”, con questa RXV 4.5 invece c’è una svolta vera. Quando sei nel bosco e devi muoverla tra i passaggi angusti, tra le radici, la cosa è facile. Oltretutto il peso non è così elevato e, mentre vai, non l’avverti del tutto: la maneggevolezza è paragonabile a quella di una 250 4T”.

Il bicilindrico richiede una guida particolare?

“Sì, richiede un periodo di adattamento. La RXV 4.5 non assomiglia a nessun’altra. Basti pensare all’iniezione per esempio. Qui ruoti la manopola di un quarto e lei va per quello che le hai dato. Col carburatore invece c’è quell’effetto autoregolante che filtra un po’ l’azione sul gas. E questo è un pregio perché riesci ad avere un’erogazione dolce, non hai la frustata. Il rovescio è che, in alcune situazioni, tu apri e ti aspetti che lei salga con una progressione più decisa. Sta quindi al pilota assimilare il comportamento e agire di conseguenza. Certo: siamo ancora in fase di sviluppo e sono incredibili le differenze che si riescono ad avere solo con una diversa mappatura della centralina”.

E la ciclistica?

Pensavo la ciclistica fosse il problema di questa moto, in realtà è il suo pregio. E’ innovativa: lo scarico, per esempio, non è lì a lato, non ti ostacola quando in mulattiera devi spingere”.
Ma se ci sale su un comune mortale, come se la cava?

“In partenza può imbarazzare. Ha un’erogazione fluida: parti e ti dà subito tanto. Con le altre invece sei abituato a tempi di reazione più lunghi. La bicilindrica tira subito; così, se devi ripartire in mulattiera, potresti trovare in difficoltà. Comunque, tutte le volte che provo cose nuove miglioriamo. Certo è che se ci stai su mezz’ora, quando poi sali sulle altre ti sembra di guidare un camion e rimorchio”.

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