a cura della redazione - 10 March 2023

Royal Enfield Interceptor 650: i consigli per scegliere un buon usato

La Royal Enfield Interceptor è una vera classic, nelle forme e nella tecnica, che nonostante gli obblighi moderni non rinuncia alla filosofia del passato. Una moto semplice, di sostanza, tanto piacevole sia se si guida da soli sia in compagnia. Nuova costa il giusto, usata non è facile trovarne perché chi l’acquista se ne innamora. Difetti: qualcuno…

Una vera classic

Datata 1901 (anno della prima moto), Royal Enfield è una delle Case motociclistiche più antiche del globo. Leader nel mercato interno indiano, da noi per decenni è rimasta la Casa della Bullet, un super classico nelle linee e nella tecnica (nata nel 1932, una delle moto più longeve di sempre), soprattutto per il motore monocilindrico raffreddato ad aria disponibile nelle versioni 350 e 500. L’esplosione a livello commerciale in Italia (e in Europa) del Marchio inizia nel 2016 con la Himalayan, ma il vero salto avviene tra fine 2018 e inizio 2019 quando, nel pieno boom del segmento “modern-classic”, l’azienda indiana commercializza la Interceptor 650 (insieme alla sorella cafe racer Continental GT 650), erede dell’omonimo modello degli Anni 60 dotato di un inedito motore a due cilindri frontemarcia raffreddato ad aria: 648 cc racchiusi in una struttura classicissima nelle forme quanto moderna nella qualità costruttiva.

La roadster indiana non ha la ricercatezza delle finiture e le prestazioni della Triumph Street Twin 900 (che costa 9.600 euro, oltre 3.000 euro in più) o la personalità scultorea della Moto Guzzi V7 Stone (9.240 euro c.i.m.), né la sportività della Ducati Scrambler 800 (9.240 euro per la più economica Dark), ma il suo essere così tanto amarcord nelle forme Anni 60 e con un rapporto prezzo/qualità allettante la rendono una delle heritage più gettonate. In più, rispetto alle tre concorrenti citate sopra, a lei non interessa aggredire le curve o correre veloce; il suo approccio è placido, progressivo nella risposta ai comandi del gas e stimola le sinapsi più con il sound pieno che fuoriesce dagli scarichi che per le riprese fulminee.

Questa indiana è una moto solida, con una ciclistica semplice quanto ben disegnata intorno al cliente tipo in cerca di una moto facile nel traffico quanto tra le curve, comoda nella seduta e soprattutto con un motore godibile e poco impegnativo: 47 CV e 52 Nm di coppia ben distribuiti tra i bassi e i medi regimi e caratterizzati dalla fasatura a 270°. L’allungo qui non è importante, conta più la generosità e la linearità di risposta ai comandi del gas. La meccanica poi si è dimostrata affidabile da subito: grazie alla sua corsa lunga pistona con gusto, vibra pochissimo (ha il contralbero), consuma il giusto.

Il progetto è nato bene dall’inizio e lo dimostra il fatto che la moto dal 2019 a oggi non è cambiata di un bullone, giusto un aggiornamento della centralina nel 2020 (ogni tanto la moto si spegneva ai bassissimi regimi) e nel 2021 l’omologazione alla Euro5. Per pochi casi registrati in Inghilterra, sempre nel 2020 c’è stato anche un richiamo per un problema alle pinze freno che, a causa dei sali antighiaccio utilizzati in inverno, perdevano efficacia: gli impianti sono stati tutti sostituiti (“lo si vede dalla mancanza del marchio sulle pinze”, come ci riferisce Davide della concessionaria cremonese Bottega delle moto speciali).

Essendo un progetto recente, il rischio di trovare un modello di seconda mano “sfruttato” non c’è, anche perché come anticipato sopra, la Interceptor non è una moto da smanettoni e tantomeno da on-off. Il chilometraggio tende a mantenersi entro limiti piuttosto contenuti (5.000-8.000 è il chilometraggio medio, poche sopra i 12.000-15.000), mentre la condizione generale dipende tanto dalla cura con cui il proprietario ha tenuto la moto. Prendendo in considerazione l’acquisto da privato, se il modello scelto è rimasto spesso fuori all’aperto non sono rari i punti di ossidazione sugli scarichi (soprattutto intorno all’uscita), intorno agli attacchi dei collettori di scarico dove lo sporco tende ad accumularsi con una certa facilità e, a volte, anche qualche cromatura “mangiata” sui cerchi. La catena, poi, potrebbe essere secca perché poco lubrificata. Se poi il proprietario dell’usato è uno con la passione della piega, scoprirlo è davvero facile: vista la poca luce a terra, basta controllare che i due cavalletti siano o meno graffiati, oppure valutare il consumo dei pioli presenti sotto le pedane.

Ultimi consigli banali ma mai scontati: se la moto monta degli accessori aftermarket chiedete di darvi anche i componenti originali (potrebbero tornare utili per le future revisioni); controllate che i dati presenti sul libretto corrispondano con quelli sulla moto e che quello dei tagliandi riporti date e timbri delle concessionarie ufficiali o dei meccanici autorizzati. Insomma, basta davvero poco per stare sereni e acquistare una moto di tanta sostanza. Un vero classico

Cosa controllare

  • Sella: poco imbottita e nei lunghi spostamenti si indolenzisce il fondoschiena.
  • Ruote: controllare che non abbiano ammaccature o i raggi allentati per il sali-scendi dai marciapiede.
  • Scarico: se trascurati, i terminali tendono a ossidarsi nella zona di uscita dei fumi di scarico.
  • Motore: controllare intorno la zona di attacco dei collettori di scarico per possibile ruggine causa accumulo di sporco difficile da pulire.

Campagne di richiamo

Sostituzione pinze freno per possibile corrosione data dai componenti corrosivi dei sali antighiaccio.

Prezzo al pubblico principali ricambi

• Fanale anteriore 104 euro
• Fanale posteriore 40 euro
• Filtro aria 27 euro
• Filtro olio 18 euro
• Kit candele 22 euro
• Kit catena-corona-pignone 210 euro
• Kit paramotore 160 euro
• Leva freno 20 euro
• Leva frizione 10 euro
• Manubrio 40,5 euro
• Pastiglie freno anteriore (singolo) 78 euro
• Pastiglie freno post 68 euro
• Pedana sinistra 51 euro
• Pedana destra 51 euro
• Slitta paramotore 110 euro
• Specchio retrovisore (singolo) 26 euro
• Silenziatore 550 euro
• Batteria 75 euro

Quanto spendere per l’usato

• 2019 (Euro4) 4.600 euro
• 2020 (Euro4) 5.000 euro
• 2021 (Euro5) 5.400 euro
• 2022 (Euro5) 6.000 euro

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