di Riccardo Villa - 18 March 2023

Ducati Hypermono: capolavoro d'ingegneria

Nasce dalle sapienti mani dell’ingegnere americano Chris Consentino questa “special davvero special”, passateci il gioco di parole, realizzata come tributo alla Ducati Supermono ma arricchita con soluzioni tecniche all’avanguardia, come la sospensione anteriore… ecco tutte le caratteristiche e le foto della Ducati Hypermono

La Ducati Supermono è nata nella metà degli anni ’90 ed è stata realizzata in soli 67 esemplari. Spinta da un insolito motore monocilindrico da 549 cc, in grado di erogare la massima potenza in rapporto al peso contenuto, la Supermono raggiungeva i 75 CV a 10.000 giri/min. Questo motore arriva dall’idea dell’Ingegner Massimo Bordi, padre dei propulsori Ducati raffreddati a liquido con teste bialbero desmo a quattro valvole, che ha deciso di realizzare il Supermono asportando da un bicilindrico il gruppo testa/cilindro posteriore. Le linee della moto vennero affidate al designer sudafricano Pierre Terblanche, che negli anni ha continuato a lavorare con Ducati disegnando alcuni dei modelli più famosi come la Hypermotard, e la Multistrada.

A trent’anni di distanza dalla presentazione ufficiale della Supermono, avvenuta al salone di Colonia nel 1992, l’ingegner Chris Cosentino ha deciso di mostrare la propria reinterpretazione di questa moto realizzando una special che va ben oltre il concetto stesso della parola.

Dopo aver lavorato con clienti come NASA, l’Ing. Cosentino è ora alla guida di un team di 24 ingegneri che sviluppano tecnologie all’avanguardia su diversi fronti. La passione per le moto che esso ha maturato negli anni (nel 2000 ha anche corso con una Honda 125) gli ha permesso di dare vita, assieme al suo amico Jamie Waters, al progetto Hypermono adattando il motore di una Panigale 1199 su un basamento costruito artigianalmente: la cilindrata passa a 600 cc e vede al lavoro un albero motore controrotante in acciaio 4340. Le prestazioni dichiarate sono di 90 CV a 12.000 giri/min. con una coppia di 70 Nm.

Osservando le immagini del propulsore che vi mostriamo qua sopra, si nota come i carter laterali e la coppa dell’olio siano realizzati in magnesio fuso, mentre a livello elettronico troviamo una centralina Marelli REX-140 (la stessa utilizzata in Moto 2 nelle stagioni 2019-2021) e una piattaforma inerziale per gli aiuti elettronici alla guida. Il propulsore è alloggiato all’interno di un telaio in tubi di acciaio realizzato da Cosentino, sul quale è fissata una carena interamente sviluppata con una stampante 3D.

Vero capolavoro d’ingegneria sono le sospensioni: l’avantreno vede al lavoro una unità a leveraggi con montanti finemente progettati, bracci di supporto articolati coadiuvati da un ammortizzatore Ohlins TTX. Al posteriore invece c’è un sofisticato forcellone monoblocco in magnesio, colato in uno stampo di sabbia da Yankee Casting, e collegato al telaio, anche in questo caso, con una unità Ohlins TTX.

Per contenere il peso della moto, Cosentino ha scelto la fibra di carbonio per i cerchi, e ha dichiarato che quando lo sviluppo della Hypermono sarà terminato, utilizzerà lo steso materiale anche per tutte le carene. Riguardo a questo aspetto, ecco le sue parole:

Sto per completare questa special, incorpora tutto quello che ho imparato dalle corse negli ultimi 25 anni in un design nuovo, pulito ed elegante. Ho avuto la fortuna di avere Nick Graveley di Clay Moto che si è offerto di progettare carene personalizzate per la Hypermono, che hanno un aspetto assolutamente fantastico.”

Sulla possibile produzione in serie, Cosentino ha valutato l’idea che se gli ordini saranno significativi, si parla di una ventina di esemplari almeno, non è da escludere che si metta al lavoro per una versione omologata ed utilizzabile su strada.

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