Lomellina: in Lombardia un triangolo di terra fra Po e Ticino, famoso per i suoi castelli
TERRA VISCONTEA
TERRA VISCONTEA La Lomellina
è quel triangolo di terra compreso tra Po e Ticino, oggi un angolo di Lombardia
dimenticato, poiché difficilmente ci si va. Ma è un peccato: certo non
offre le bellezze paesaggistiche dei laghi e della montagna, ci sono campi
coltivati e, ancora, campi coltivati, fossi e cascine così grandi che
comprendono
addirittura la chiesa. Poi, potete trovare elettrodotti, fiumi pigri e
limacciosi, file di pioppi e i profili dei paesi su cui spicca il campanile.
E strade diritte che tagliano le campagne come una rotta nel mare, un cielo
grande appoggiato sulla foschia all’orizzonte e in estate, meno poetiche,
zanzare a frotte. Ma non ci sono solo zanzare: potete ammirare anche i
castelli, perché la Lomellina era terra di confine del Ducato di Milano
e al di là del Po si erano insediati i marchesi del Monferrato, i quali
non aspettavano altro che mettere le mani sui ricchi campi di cereali della
Lomellina. Ogni paese aveva il suo castello, rigorosamente in mattoni perché
qui di pietra neanche l’ombra: e ognuno col suo stemma visconteo e il
suo fossato. Oggi ne sono rimasti molti e in genere ben conservati, non
tutti però visitabili.
DA MILANO A VIGEVANO
DA MILANO A VIGEVANO Il
nostro itinerario parte da Milano, dall’antica darsena di Porta Ticinese
da dove si diramava la fitta rete dei canali cittadini: si imbocca la strada
che segue il corso del Naviglio Grande e, passando da Corsico e Gaggiano,
si prosegue sino ad Abbiategrasso, dove si trova un castello visconteo
occupato dal municipio. Qui si abbandona il Naviglio che piega deciso a
nord e, valicato il Ticino, si arriva a Vigevano, la capitale della Lomellina,
oggi centro di industrie calzaturiere ma nel passato cittadina di rilievo,
amata sia dai Visconti, che vi eressero un importante castello, sia dagli
Sforza che la abbellirono rifacendo la piazza, forse progettata da Leonardo.
Fatto sta che il centro storico, centrato sulla splendida piazza Ducale,
chiusa da portici su tre lati e dal Duomo sul quarto, è ancora ricco di
antichi edifici e ben conservato. Se non l’avete mai vista non perdetevi
piazza Ducale, è una sorpresa, come sorprendono le piazze medievali di
Lodi, di Cremona o di Crema, belle e quasi sconosciute agli stessi lombardi.
DA VIGEVANO A SCALDASOLE
DA VIGEVANO A SCALDASOLE
Si lascia quindi Vigevano imboccando la strada per Pavia e qui bisogna
dare un avvertimento: occhio al contachilometri, le strade diritte nei
campi minimizzano la sensazione di velocità, un attimo e ci si ritrova
a 140 km/h, velocità azzardata e divoratrice di punti patente. Dopo circa
3 km si passa accanto alla Sforzesca, una cascina agricola che fu residenza
di caccia di Ludovico il Moro. Neanche un chilometro dopo la Sforzesca
girate a destra per una stradina secondaria sino a Gambolò (castello, ben
conservate le mura) e proseguite per Tromello, Garlasco, Dorno sino a
raggiungere
Scaldasole dove si trova un altro imponente castello (dotato di ricetto,
un recinto più ampio per ricoverarvi gli animali), anche questo non visitabile.
DA SCALDASOLE A LOMELLO
DA SCALDASOLE A LOMELLO
Ora le strade corrono nella campagna piatta, tutta coltivata e modificata
da secoli di lavoro: è difficile immaginare come fosse l’originario
paesaggio
della Pianura Padana, una grande estensione di boschi di quercia inframmezzati
da acquitrini, con un’abbondante fauna di orsi, lupi, cinghiali e cervi.
Poi il disboscamento in epoca neolitica per ricavare i primi campi, la
centuriazione romana con l’assegnazione delle terre più ricche ai veterani
e la prima seria regolazione delle acque, i forti disboscamenti in epoca
medievale, i nuovi canali scavati a partire dal secolo XIII e poi ogni
generazione che spianava una motta di terra, scavava un canale, abbatteva
un pezzo di bosco. Qui c’è il duro lavoro di decine di generazioni, ed
ecco la Lomellina di oggi. Da Scaldasole si raggiunge in breve Lomello,
altro importante centro nel passato che diede il nome alla regione, e anche
qui: castello! Ma la cosa importante di Lomello è il battistero di S. Giovanni
ad Fontes, fondato nel sec. V e rifatto nel sec. VII, che conserva
l’antica
vasca per il battesimo in immersione.
SULL’ARGINE DEL PO
SULL’ARGINE DEL PO Lasciata
Lomello ci si dirige verso Pieve del Cairo dove si imbocca la strada sterrata
che corre sull’argine del Po: a destra le campagne ordinate, a sinistra
il grande fiume che scorre placido, con tante stradine che scendono ai
vasti ghiaieti sulle rive, tra pioppeti e rive incolte, un bel paesaggio
solitario. Si prosegue percorrendo l’argine e per sterrati sul fiume
(molti
finiscono ma è bello fare un po’ di esplorazione) sino a Frascarolo o
al ponte con la strada che collega la Lomellina con Alessandria. Raggiunta
tale strada si piega a destra per Sartirana dove si trova, indovinate?,
uno dei più bei castelli di Lomellina, ma questa volta lo si può visitare
in occasione delle mostre che vi sono allestite; interessante di fronte
al castello la quattrocentesca casa dell’ambasciatore, dotata di finestre
con ghiera in cotto.
DA SARTIRANA A MORTARA
DA SARTIRANA A MORTARA Da
Sartirana si prende una piccola strada secondaria tra campi e risaie che
per Semiana, Velezzo (poco distante dal centro è l’antica chiesa di Pieve,
del sec. VIII) e Olevano raggiunge Mortara, il secondo centro della Lomellina
per importanza. È una vivace cittadina di provincia, con un animato centro
storico di case basse e tante biciclette che vanno e vengono. In centro
c’è S. Lorenzo, chiesa tardo gotica in cotto che vale la pena di esaminare
- tanto più che accanto c’è una discreta pasticceria - per le pregevoli
tele di autori lombardi quali il Lanino, il Nuvolone e il Cerano. Da Mortara
si punta dritti su Vigevano dove si conclude questo itinerario alla riscoperta
del cortile dietro casa.
BLOC NOTES
Dove mangiare
- MORTARA
Guallina, via Molino Faenza 19,
tel. 0384/91962; cucina tipica della Lomellina in una piccola apprezzata
trattoria (meglio prenotare) che cucina rane in estate e oca in inverno.
- PARONA
Cichin, via Case sparse per Mortara
2, tel. 0384/253342; la specialità è il riso ambrogin, con zafferano e
salsiccia, ma anche oca in mille modi e asparagi in primavera.
- VELEZZO
Al centro del minuscolo paesino
c’è un circolo a gestione familiare, cucina tradizionale, buoni prezzi;
posti così ne sono rimasti pochi.
Dove dormire
- MORTARA
S. Michele, corso Garibaldi 20,
tel. 0384/99106, a gestione familiare, vicino alla stazione.
- VIGEVANO
Nuovo, corso Togliatti 21, tel.
0381/325026
Da non perdere
- VIGEVANO
Piazza Ducale e il castello
- LOMELLO
Il battistero di S.Giovanni e la
basilica di S.Maria Maggiore
- SARTIRANA
Il castello
Gli argini sul Po