di Giuseppe Cucco - 24 July 2018

Dal 2019 le moto giapponesi costeranno meno

Grazie a un accordo di libero scambio firmato tra l'Unione Europea e il Giappone saranno eliminati i dazi sull'importazione di moto, scooter e ricambi dal Paese del Sol Levante. Per le due ruote si parla di tagli fino all'8%

Mentre continua la guerra dei dazi tra Unione Europea e America è stato firmato un importantissimo accordo di libero scambio tra la UE e il Giappone. Il Jefta (Japan-Ue free trade agreeement), siglato dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il premier giapponese Shinzo Abe, prevede l'eliminazione delle imposte sul 99% delle merci giapponesi che entrano in Europa; dall'altra parte il Giappone cancellerà il 94% dei dazi sulle importazioni di prodotti provenienti dall’Unione europea. Complessivamente si tratta di un accordo che riguarda 600 milioni di persone e il 30% del PIL mondiale.

Restando nel nostro settore il taglio riguarda i dazi su moto, scooter, ciclomotori e ricambi. Per quanto riguarda le moto la cancellazione della tassa di importazione permetterà un taglio di costi in base alla cilindrata del veicolo: -8% su tutte le moto di cilindrata inferiore ai 250 cc e -6% per tutti i veicoli di cilindrata superiore ai 250 cc. Considerando una moto di grossa cilindrata da 15.000 euro il risparmio potrebbe arrivare a 900; se parliamo poi di supersportive da oltre 20.000 euro il risparmio si avvicinerebbe ai 1.500 euro… Sugli accessori invece i dazi influiscono al 3,7% sul prezzo finale.

Lo stesso discorso vale per i marchi europei, che vedranno cancellati i dazi sull'importazione di moto in Giappone e quindi potranno cercare di entrare nel mercato in maniera più aggressiva. L'entrata in vigore del Jefta è prevista per marzo 2019, ma ci vorranno 5 anni prima che l'accordo arrivi a pieno regime (il dazio verrà cancellato gradualmente di anno in anno).

Altra conseguenza positiva della firma di questo accordo è il fatto che UE e Giappone hanno uniformato gli standard per le emissioni inquinanti dei veicoli. Ciò significa che le case non dovranno ripetere i test di omologazione in Europa e poi in Giappone, o viceversa; permettendo così un notevole risparmio alle aziende in fase di sviluppo di un nuovo prodotto.

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