di Mario Ciaccia - 15 May 2017

Lombardia in moto: Milano-Lecco lungo canali e fiumi

Viaggio in moto in Lombardia: una Milano-Lecco insolita, dal Naviglio Martesana all’Adda, risalendo poi fino al Lario. Con la Suzuki Van Van 200 tra campagna, capolavori di archeologia industriale e personaggi illustri, come un certo Leonardo...

Vie d'acqua a Milano

Ok la bici, ma la moto?

Bene, ma tutto questo si può fare in moto? La ciclabile no, è chiaro. Ma, visto che gli scorci paesaggistici sono belli e ci sono parecchie cose da vedere, abbiamo provato a stare il più possibile vicini ai corsi d'acqua, per verificare se ne valesse la pena. Non è quel tipo di motociclismo dove l'adrenalina la fa da padrone, anzi. Ma è quel genere di turismo dove una moto è bella da usare perché ti fa vedere meglio il paesaggio, te ne fa annusare gli odori, permette di infilarsi in ogni angolino, ti fa parcheggiare al volo senza patemi, addirittura puoi scattare foto senza neanche scendere e senza bloccare il traffico. Il nostro itinerario parte dal centro di Milano, in una delle sue vie più trafficate, Melchiorre Gioia. Difficile immaginarsi che un viaggio possa partire da qui, eppure basta affacciarsi sul canale Martesana, anche detto Naviglio Piccolo (in contrapposizione al Naviglio Grande che collega il fiume Ticino a Milano), nell’unico tratto urbano che ne rimane, per cominciare ad essere proiettati in una lunga storia di conche, chiuse, duchi con grandi sogni di navigazione e illustri ingegneri. La strada d’acqua fu voluta da Filippo Maria Visconti e i lavori iniziarono tra il 1457 e il 1460 sotto Francesco Sforza: 38 km da Trezzo sull’Adda a Milano. Il punto di partenza è praticamente sotto al ponte dell’autostrada A4 Milano-Venezia.

L'acqua lombarda e Leonardo

Napoleone e le mele

La nostra prima foto è alla Cassina de’ Pomm (Cascina delle Mele), antica stazione di scambio e di ristorazione per viaggiatori e mercanti, dove la Martesana scompare (è stata coperta negli anni Sessanta) per poi finire nel Naviglio Interno (coperto già negli anni Venti) al Ponte delle Gabelle. La Cassina venne eretta nel Cinquecento, nel punto in cui si trovava l’unica conca del canale (ovvero un bacino che veniva creato da due chiuse, una a monte e una a valle, per permettere alle barche di superare dislivello: avete in mente il Canale di Panama?) ed ha ospitato personaggi illustri: Napoleone Bonaparte, Carlo Porta, Stendhal. Oggi è sede della Trattoria Martesana ed è qui che inizia la ciclabile. Non nascondiamo di aver provato un po’ d’invidia per chi poteva seguire il corso del canale con molta più disinvoltura di noi, anche se la Suzuki Van Van 200 che abbiamo scelto per fare questo giro è una delle moto più agili che potessimo utilizzare. All’inizio bisogna superare una serie di ferrovie e via Prospero Finzi è l’unica che le oltrepassa e che costeggia la Martesana in una tratta molto suggestiva, ma è a senso unico… a nostro sfavore. Sarebbe perfetta nel caso si volesse fare questo itinerario da Lecco a Milano, il che avrebbe il suo perché. Ma noi abbiamo deciso di lasciare la grande città per arrivare al lago.

La "Riviera di Milano"

In campagna

Poi, presso Cascina Burrona, è campagna. Si costeggia il canale per un bel pezzo, molto bello. Le poche case sono cascine rimesse a nuovo e ridipinte con colori vivaci. Ma a Cernusco sul Naviglio cambia ancora. Il tratto che porta al Santuario di Santa Maria dell’Addolorata è aperto al traffico ed è il più bello di tutta la Martesana: sulla sponda opposta c’è il fitto bosco del Parco di Villa Alari, mentre di qua ci sono delle case antiche e ben tenute. Di nuovo campagna, poi a Cassina de’ Pecchi si riesce a costeggiare il canale fino a Gorgonzola, che sarebbe famosa per l’omonimo formaggio, se non fosse che, oggi, è Novara il suo polo di produzione principale. In questa cittadina il canale la fa da padrone, perché passa per il centro, sfiorando l’ottocentesca chiesa dei Santissimi Gervasio e Protasio, due gemelli martirizzati durante il III secolo d.C. in quanto cristiani e ai quali sono state dedicate 14 chiese tra Centro e Nord Italia.

Finalmente, l'Adda

Ville e villette

Come tema è veramente affascinante. Crespi d’Adda, edificata tra il 1878 e il 1930, è composta da un cotonificio lungo e stretto, posto in riva all’Adda, di fronte al quale sono state costruite un’ottantina di ville e villette, ispirate a quella che venne esposta all’Expo di Londra del 1851. Le abitazioni del medico e del parroco svettano alte sopra una collina. Le case più economiche, quelle degli operai, hanno comunque un giardino ciascuna. Oltre alla scuola e all’ospedale ci sono anche la centrale termica, lo spaccio, una pineta, una piscina, la villa padronale e un campo sportivo.

Patrimonio dell’Umanità

Centrali potentissime

Poco più su, l’Adda raggiunge le massime vette di romanticismo e inquietudine. Non ci si può andare in moto, ma vale la pena farsi una camminata di tre chilometri (tra andata e ritorno) dalla centrale Bertini in direzione nord, camminando sul fondo del claustrofobico canyon. Costeggerete il Naviglio di Paderno, di cui parlavamo all’inizio: è stato commissionato a Leonardo da Vinci, che studiò un sistema di chiuse e conche per permettere alle chiatte di superare questo selvaggio tratto dell’Adda. Ma la realizzazione di tale canale è avvenuta solo tra il 1773 e il 1777. In tutto è lungo 2,6 km e supera un dislivello in discesa di 26 metri grazie a sei conche, lunghe una quarantina di metri ciascuna. Già che c'era, visto che era qui per studiare la situazione, Leonardo trovò anche l'ispirazione per dipingere le due versioni della sua Vergine delle Rocce, il cui sfondo è sempre lo stesso: una roccia a forma di “M” a sinistra e una a forma di pinnacolo sulla destra. Si dice che fossero due scogli presenti nel canyon dell’Adda proprio in questo punto e che lui li avrebbe dipinti dalla sommità della rupe su cui sorge il Santuario della Madonna della Rocchetta del 1386. Questo si raggiunge con una scala bella ripida e sorge dove sono stati trovati resti di un insediamento romano. Siamo sinceri: per quanto la vista da lassù sia suggestiva (si vedono gli scogli e si capisce quanto sia scavato profondamente l’Adda in mezzo alla Pianura Padana), non abbiamo riconosciuto le rocce dipinte da Leonardo. Questo santuario è la meta della 23ma tappa del Cammino Giubilare di Sant’Agostino, che collega 50 santuari mariani tra Lombardia e Liguria per una lunghezza totale di ben 926 km.

Il "gigante" di ferro

Leonardo, ancora tu!

Suzuki Van Van 200: quando si dice maneggevole come una bicicletta

La piccola Suzuki dalle ruote grasse è l'erede della RV90, la beach bike di Suzuki della fine degli anni Settanta. Ha cerchi di piccolo diametro (18" anteriore e 14" posteriore) e gomme di grossa sezione (130/80 davanti e 180/80 dietro), dalla grandiosa aderenza sul fango se tenute a bassa pressione. La sella è enorme, comoda e vicina a terra (770 mm da noi misurati), mentre il manubrio è molto largo e alto: è la postura tipica delle vecchie scrambler. La moto, che costa 4.540 euro chiavi in mano, è fatta per andare in giro a bassa andatura, a busto eretto, godendosi il paesaggio. Il motore è il 200 cc della DR-Z 200, un semplicissimo monocilindrico raffreddato ad aria, con due valvole, alimentato a iniezione elettronica. Le prestazioni sono modeste, il motore è elastico ma non ha un gran tiro ai bassi, la ciclistica è divertente su asfalto mentre in fuoristrada avanza piano ma sano e lontano. All'estero sono molti ad amare la Van Van, ad elaborarla in diverse direzioni (café racer, scrambler, rat) e a usarla anche per viaggi impegnativi. Il consumo medio durante il giro è stato di 34,8 km/litro.

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