Turismo: Veneto – Pasubio, il freddo in moto val bene una vista spettacolare
Arzignano sul Mote Pasubio
ARZIGNANO Quello del Monte Pasubio è un nome che siamo abituati ad
associare agli eventi della Grande Guerra e che, non per sua colpa, evoca
atmosfere un po’ tristi. Se però cambiamo prospettiva e ci concentriamo
sull’aspetto paesaggistico e sul piacere della guida, le cose cambiano
e così pure il nostro approccio. Un buon punto di partenza per questo itinerario
(che nel tardo periodo autunnale può riservare la sorpresa della neve)
è Arzignano, nella bassa Val di Chiampo che ha origine dal complesso montuoso
dei monti Lessini. Questa città, non tutti lo sanno, è legata in modo
particolare
al mondo delle due ruote, infatti gran parte della materia prima utilizzata
per confezionare le tute in pelle indossate dai centauri del globo sono
passate da qui per essere lavorate nelle sue industrie conciarie. Arzignano
ospita infatti 500 concerie che danno lavoro a circa 7000 persone, oltre
ad una scuola di conceria e di laboratorio analisi, e per questa fiorente
attività la città è considerata il polo mondiale della lavorazione dei
pellami.
Tra Castelvecchio e Valdagno
TRA CASTELVECCHIO E VALDAGNO Abbandoniamo il centro abitato proprio
oltrepassando la zona industriale di Rio Torto, salendo verso Nogarole
Vicentino per evitare la trafficata statale della Val di Chiampo. La strada
divertente, il fondo in buone condizioni e il traffico quasi inesistente
ci permettono di raggiungere in breve Castelvecchio, per poi affrontare
la discesa a tornanti che porta a Valdagno, nell’omonima valle. Delle
sue origini medievali conserva ancora alcuni palazzi e ville, oltre alle
chiese del centro storico, come il Duomo di San Clemente, ma notevoli sono
anche gli insediamenti industriali creati agli inizi dell’Ottocento, quando
l’industria tessile Marzotto avviò la sua attività, condizionando lo sviluppo
sociale e urbano dell’intera vallata.
Recoaro Mille
RECOARO MILLE Dopo aver percorso per una decina di chilometri in
direzione
nord la N246 incontriamo il bivio con le indicazioni per Recoaro Mille,
la zona montana che ospita gli impianti sciistici e alcune strutture
alberghiere.
Imbocchiamo la strada e, con prudenza, copriamo i 650 metri di dislivello
che ci separano dal termine della strada. La vista è dominata dal gruppo
del Pasubio, contraddistinto da guglie e pinnacoli bruno rossastri e culminante
nella Cima Palon, confine naturale con il Trentino. Un vasto reticolo di
sentieri e mulattiere solca la pendici della montagna, con una massiccia
presenza di trincee, ricoveri e gallerie. Un’opera notevole risalente
alla Grande Guerra è la “Strada delle Gallerie”, un tratto di oltre sei
chilometri. scavati nella roccia e in gallerie dai soldati per permettere
un transito sicuro alle nostre truppe. Ancora oggi, grazie all’impegno
dei volontari, la strada è aperta al transito pedonale.
Pian delle Fugazze
PIAN DELLE FUGAZZE Ridiscesi a valle raggiungiamo Recoaro Terme,
accolti
all’ingresso del paese da montagne colorate di cassette d’acqua accatastate
nei depositi a cielo aperto. In effetti l’acqua è l’elemento qualificante
della “regina delle Piccole Dolomiti”, rinomata nel mondo per i suoi
effetti benefici. Da qui comincia uno dei tratti più belli dell’intero
itinerario in termini di piacere di guida, quello che porta al Pian delle
Fugazze. Per raggiungerlo esistono due strade ben distinte: una più lunga
che passa per Valli del Pasubio e una più diretta, ma chiusa nel periodo
invernale, che raggiunge il passo di Campogrosso prima di ridiscendere
al Fugazze. Questo tratto stradale è oggetto di contesa tra Veneto e Trentino,
tant’è che quest’ultimo ha introdotto un pedaggio Optiamo quindi per
la via più lunga ma senza balzelli e saliamo al passo Xon, poi giù a Valli
del Pasubio, paese le cui origini risalgono all’anno Mille, quando ondate
di tedeschi migrarono in cerca di terre fertili.
Sacrario del Pasubio
SACRARIO DEL PASUBIO Raggiunto il valico con la provincia trentina
si seguono le indicazioni per il colle Bellavista sul quale sorge il Sacrario
del Pasubio, un’imponente costruzione che raccoglie i resti di oltre cinquemila
soldati caduti. Alcuni pezzi di artiglieria sono disposti a lato della
scalinata che sale al sacrario, composto da una zona dedicata ai loculi
e da un terrazzamento sul quale si eleva una torre di una trentina di metri,
aperta al pubblico. Dalla terrazza si domina la sottostante valle, a sinistra
la vetta del Pasubio, il Cima Palon, e il monte Forni Alti.
Dal passo Xomo a Arzignano
DAL PASSO XOMO A ARZIGNANO Più in basso corre la strada che porta al
passo Xomo e chi ci apprestiamo a seguire, immersa tra i boschi. Il passo
è un crocevia di strade asfaltate e sterrate, bisogna quindi fare attenzione
alle indicazioni per Santa Caterina, quattro case ma un importante punto
di riferimento sulla nostra carta. Perdendo quota con rapidità scendiamo
a Schio, centro abitato con un pittoresco nucleo storico, e percorrendo
la parallela alla N46 raggiungiamo Malo e Isola Vicentina. Sulla carta
il tratto che ci separa da Castelgomberto sembra un soffio, ma la realtà
è ben diversa: saliscendi continui, curve a gomito e indicazioni poco leggibili
ci fanno restare mezz’ora ancora in sella, mentre tramonta il sole e la
stanchezza comincia a farsi sentire. Basta invece molto meno per raggiungere
Tezze e Arzignano, a conclusione di un itinerario non lungo ma davvero
meritevole.
Bloc Notes
Dove dormire
RECOARO TERME (VI)
•Hotel Trettenero Via Vittorio Emanuele 16/E, tel. 0445/780380
SCHIO (VI)
•Nuovo Miramonti Via Marconi 3, tel. 0445/529900 www.hotelmiramonti.com
ARZIGNANO (VI)
•Principe Via Caboto 16, tel. 0444/675488 0444/675131 hotelprincipe@keycomm.it
Dove mangiare
RECOARO TERME (VI)
•Ristorante 55, Via Campogrosso, tel. 0445/780700
SCHIO (VI)
•Trattoria All’Antenna Via Raga Alta 4, tel. 0445/529812
VALDAGNO (VI)
•Hosteria a Le Bele Via Maso, Contrà Maso, tel. 0445/970270