Beta RR contro Husqvarna WRE 125
Come'è la Beta
BETA RR 125 La Beta RR 4T e la Husqvarna WRE 2T sono due moto molto
semplici ma con ciclistiche efficaci, concepite per affrontare il fuoristrada
impegnativo senza costare un occhio della testa. Sulla Beta c’è il
classico
solido Yamaha 4T risalente agli anni 70 e costruito in Sudamerica: un monoalbero
due valvole, raffreddato ad aria, dall’erogazione piatta e lineare dai
bassi agli alti regimi. Basta una modesta preparazione per dare un minimo
di pepe al propulsore della RR, tant’è che Beta è impegnata, con questo
modello, nel campionato italiano dei 125 4T, dove stupisce per la verve
con cui riesce a superare salite molto dure. La motocicletta è sostanzialmente
identica a quella che provammo nel 2005 (su Fuoristrada di ottobre) e fa
convivere componenti poco costosi (freni Grimeca, forcella Paioli,
ammortizzatore
Olle) con un’impostazione corsaiola, per un prezzo finale di 3.600 euro.
Com'è la Husqvarna
HUSQVARNA WRE 125 La Husqvarna costa ben 1.000 euro in più, ma è più
raffinata a livello componenti (forcella Marzocchi rovesciata, ammortizzatore
Sachs, freni Brembo, carburatore elettronico). Non commettete l’errore
di ritenerla la sorellina depotenziata della WR destinata alle gare da
enduro: questa è una vera e propria dual sport adatta all’uso quotidiano,
con tanto di lubrificazione separata, nata da un progetto indipendente
e con quasi nessuna parte intercambiabile con l’altra. Con
l’adeguamento
alla normativa Euro 3, la sua erogazione si è parecchio stemperata e la
cosiddetta “entrata in coppia” è molto meno marcata. Questo la rende
meno brillante, ma più trattabile sui fondi viscidi. Husqvarna spiega
esplicitamente
che la versione 2008 è stata pensata per la categoria Marathon del motorally,
dove si corre solo con moto dual-sport. Così, se il carburatore elettronico
arriva per contenere le emissioni inquinanti, ai fini della competizione
con road-book abbiamo la strumentazione digitale con trip master e il faro
anteriore potenziato, per quelle tappe, tipo Sardegna 2007, che sfiorano
i 400 km, durante le quali basta un piccolo imprevisto per arrivare a fine
tappa col buio. Questa novità la rende appetibile anche agli amanti delle
notturne.
Come scegliere
LA SCELTA Perché uno dovrebbe scegliere una due tempi, o una quattro?
Non c’è una risposta precisa. A livello di potenza, si nota come neanche
la Husqvarna riesca ad arrivare ai 15 CV all’albero, previsti dal limite
di potenza per l’utilizzo da parte dei sedicenni con patente A. La Husky
non raggiunge la potenza massima applicabile imposta dalla legge dalla
legge per via delle caratteristiche costruttive, che la fanno rientrare
parametri della Euro 3 ma la penalizzano non poco in fatto di CV. La Beta,
se da un lato è meno brillante, dall’altro ha un consumo nettamente
minore:
con le 125 a quattro tempi si passano facilmente i 30 km/litro, mentre
con le due tempi è già molto farne 20. Il sedicenne che volesse macinare
tanta strada spendendo poco ha un serio motivo per scegliere la 4T. In
compenso la 2T ha più autonomia, perché tiene quasi 10 litri di carburante,
mentre la Beta ne ha meno di 6. Nell’immediato futuro il mercato potrebbe
essere caratterizzato dal sorpasso prestazionale dei 4T di ultima generazione
nei confronti dei 2T “veramente” Euro 3 ma al prezzo di una maggiore
complicazione.
Come va la Husky
COME VA LA HUSKY Entrambe le moto sono ben fatte e facili da guidare,
ma evidenziano un carattere molto diverso. La Husqvarna è decisamente più
predisposta per l’off-road. Il telaio è più stabile, più solido, affronta
con più sicurezza buche e salti. Non è paragonabile ad una racing vera,
soprattutto per le sospensioni, ma ti porta dappertutto. La posizione di
guida è corretta, anche se sbilanciata da un manubrio molto basso (difetto
facilmente eliminabile con un paio di riser). Il limite maggiore è, forse,
più il motore che il telaio: è un po’ debole ma molto facile da dosare;
la frizione è morbida e precisa nel funzionamento e questo fa sì che risulti
anche facile guidare nel brutto. La carburazione tende un po’ a
“riempirsi”
andando piano, per cui è necessario tenerla su di giri per sgolfarla. I
freni funzionano bene, ma l’anteriore è poco modulabile.
Come va la Beta
COME VA LA BETA La Beta, pur avendo un’ottima posizione di guida,
ha un limite ciclistico molto basso in fuoristrada, dovuto soprattutto
al cattivo comportamento del mono. Tampona facilmente, costringendo a
rallentare.
È anche rumorosa di ciclistica. La forcella lavora meglio, ma non offre
il sostegno necessario ad una guida impegnata. In generale è una moto indicata
per l’escursionismo, ma non per il fuoristrada sportivo, per il quale
richiederebbe un tuning sostenuto. Si può paragonare più alla Alp 200 che
ad una enduro. È invece molto bella da guidare su strada o sullo sterrato
leggero. Non bisogna fare l’apri-chiudi, necessario sul 2T per non
rovinare
il motore sul dritto; è molto più regolare nel salire e scendere di giri;
è più facile dosare il gas. La frizione non è il massimo ma per questo
utilizzo non è un limite. Frena molto bene il posteriore, meno potente
l’anteriore. Se dovessimo fare il tipico tragitto casa-scuola su asfalto
e qualche sterrato facile, sceglieremmo la Beta. Se, oltre che a scuola,
volessimo fare un po’ di enduro, qualche mulattiera e due salti,
punteremmo
sulla Husqvarna.