Toscana - Mugello
Intro
Se avesse avuto una moto, il poeta
Dino Campana non ne sarebbe mai sceso, guidando avanti e indietro per le
bellissime strade del Mugello, dove nacque e morì nel paese di Marradi.
Indomito come un motociclista, condusse un’esistenza piena della passione
che la sua terra gli trasmise. Ecco perché non si può fare a meno di fare
un giro su quei Passi.
Dino Campana (1885-1932), poeta
e scrittore, aveva un carattere irrequieto. Se avesse avuto una motocicletta
non l’avrebbe senz’altro risparmiata, percorrendo in su e in giù
l’Appennino
in cui era immerso, con qualsiasi tempo, in ogni stagione.
Nato e cresciuto a Marradi, provincia
di Firenze, nacque, crebbe e dopo ogni viaggio ritornò, in una zona dalla
quale strade panoramiche e deserte serpeggiano diramandosi tra
boschi
di querce e castagni, torrenti impetuosi e squarci aguzzi di
roccia.
La mancanza di un mezzo di locomozione non gli impedì certo di muoversi
e tutti quei chilometri Campana se li fece a piedi. Colpisce il fatto che
dopo ogni viaggio Dino tornasse sempre in Mugello, a Marradi, nei
suoi boschi, in un paese che avrebbe dovuto odiare perché qui, fin da giovane,
era stato additato come pazzo dai compaesani e dai parenti stessi che lo
rinchiusero per ben due volte in manicomio.
A parte quei pochi chilometri di pianura
che separano Marradi da Faenza e che preannunciano la dolcezza del
paesaggio romagnolo, verso Firenze s’innalzano bruschi i rilievi
dell’Appennino.
La scelta della strada da percorrere è piuttosto varia e dovunque si scelga
di andare non mancheranno i colori, gli scorci indimenticabili, la varietà
del paesaggio.
Colla e Sambuca
Quando decise di far leggere i suoi Canti Orfici agli intellettuali
fiorentini, l’eccentrico Campana si recò a Firenze attraverso il
Passo
della Colla. Da Marradi, la strada costeggia il fiume, attraversa
località
minuscole abbastanza in piano fino a Crespino e poi
s’inerpica
improvvisamente su per tornanti secchi, con la roccia nuda e irta come
un muro sulla destra e la corrente impetuosa del Lamone sulla sinistra.
Il clima si fa immediatamente più fresco. Dopo diverse spirali di queste
curve senza complimenti che richiedono una guida disinvolta e precisa,
quando si è già abbastanza in quota il paesaggio senza preavviso si distende
con generosità. Prati verdi a perdita d’occhio ammantano la morbidezza
di questo paesaggio immobile avvolto dalla sinuosa strada. Il paesino di
Casaglia siede immoto proprio in mezzo a questa veduta
mozzafiato,
e lo si supera in fretta.
Dopo poco, ecco che lo squarcio si richiude. Buio. Pieno sottobosco, e
di nuovo curve strette e tornanti intorno alla montagna che sale ancora.
In qualsiasi stagione lo facciate, vi potrebbe capitare di vedere un Campana
invecchiato (non è lui, ma ne imita l’attitudine al moto costante): un
vecchio che ha fatto la guerra e che per mantenersi in salute ogni giorno
compie una fetta del tragitto da prima del Passo fino al bar di Casaglia;
unico compagno, il suo bastone.
Il Passo della Colla, a quota 913 metri, è rappresentato da un
albergo
ristorante, affollato ritrovo dei centauri della domenica. Ma nei giorni
infrasettimanali potreste avere la fortuna di non trovare neanche un’anima
su per questa strada. Il Passo si butta sempre bruscamente sulla sinistra,
in un magnifico otto volante che vede una strada stretta e senza pietà.
Fino al Giogo
Si oltrepassa l’insegna di un decadente albergo che negli anni Venti
ospitava
i viaggiatori e la frazione di Razzuolo; poi giù fino al paese di
Ronta,
gradevole località di soggiorno estiva, famosa per una sagra
del
tortello che si svolge a ripetizione in luglio e agosto. Qui il bello
dell’itinerario
può dirsi concluso. Il manto stradale del passo è tra i
migliori
del Mugello, se si escludono un paio di brutte grinze proprio in traiettoria,
una nell’ultimo tratto prima di raggiungere la sommità e una quasi a
Ronta.
Per restare in tema di rievocazione letteraria, merita una piccola deviazione
poco dopo Ronta, la chiesa di San Giovanni Maggiore, perché da
qui
volendo ci si addentra ancora un po’ per i campi fino a Villa La Topaia,
dove Campana ebbe la sua folgorante relazione amorosa con Sibilla
Aleramo, scrittrice anche lei.
Dal passo della Colla si può ridiscendere fino a Palazzuolo sul Senio
dove vale una sosta il Palazzo medioevale dei Capitani, con una cigolante
gabbia per i condannati appesa fuori, piuttosto minacciosa ancor oggi.)
A quota 1.080 metri c’è il suggestivo Passo della Sambuca. Ci si
misura anche qui con una strada veloce e tortuosa che a tratti
s’intravvede
dall’alto.
E’ probabile trovare il fondo sporco perché gran parte del percorso in
discesa è in ombra e la neve si scioglie solo in primavera, ma la vista
ripaga della concentrazione necessaria. Se a Palazzuolo si vuol cambiare
rotta, anziché ricollegarsi a Marradi distante appena 11 km, invece di
girare a destra si svolta a sinistra, verso il valico Paretaio o Passo
della Faggiola (950 metri), una stradina stretta e bellissima, poco
frequentata, che oltre la cima scende verso la valle del fiume Santerno,
in direzione Imola, con gustosi curvoni che si chiudono a sorpresa in gomiti
quasi impensabili un attimo prima, dando l’impressione di scendere ogni
volta di un balzo da una terrazza all’altra su un panorama da favola.
Una volta giunti a Coniale… si mangia, alla vecchia Osteria della
Faina che è proprio lì di fianco alla strada, davanti al Santerno. Volendo
proseguire si può prendere a sinistra, lungo il fiume, verso Firenzuola.
Prima del paese, un cartello sulla sinistra ricorda la Casetta di Tiara,
dove i due amanti, Dino e Sibilla, vissero qualche tempo sul cupo torrente
Rovigo (se non vi spaventa l’acqua fredda, lungo certi tratti si può fare
il bagno). Infine, da Firenzuola si può ancora proseguire verso sinistra,
su per il Passo del Giogo. La qualità del fondo è pessima per colpa
dei mezzi pesanti che transitano nei giorni di lavoro ma alcune tra le
più belle curve dell’intero territorio mugellano sono proprio qua,
resisterete?
Info
MANGIARE E DORMIRE
Agriturismo La Fontana, Loc. Casaglia - 50032 Borgo San Lorenzo (Fi);
tel. 055-804320/338- 9937808 - www.lafontana.org
Azienda Agrituristica Monte di Sotto, di Lollini Fernando, v.le
Baccarini
22, tel./fax 055-8045061/ 338-1863421/339-2611198 - 50034 Marradi
(FI)
Azienda Agrituristica Il Querceto Abeto di Lutirano - Marradi (FI),
tel./fax 055-8049900, www.italiaabc.it/a/querceto
Ristorante Bar La Colombaia Loc. Colombaia 32 - 50034 Marradi (FI),
tel. 055-8045290
Ristorante Il castagno vecchio Strada per Campigno - Loc. Val Fontana,
tel. 055-8042290
Bottega dei Gaudenti Castagneto - Petrognano (a pochi km dalla S.S.
67 del Muraglione - deviazione da San Godenzo), tel. 055-8374031
Bar ristorante il Muraglione di Giovanni Missirini - passo del Muraglione
- 50060 San Godenzo (FI), tel. 055-8374393
“La Colla” (chiedere di Romano e Teresa) - via Faentina, 69 -
50030
Colla di Casaglia (Borgo San Lorenzo, FI), tel. 055-8405013
“Il Giogo” di Raffaele Basciani, via Cerliano 50 - Passo del
Giogo
- 50038 Scarperia (FI), tel. 055- 846051
“La Bottega dei Portici” di Francesco e Luana - P.zza Garibaldi
3
- 50035 Palazzuolo Sul Senio (FI) - tel. 055-8046580
“Chalet Raticosa” Eloise Paolini, via Passo Raticosa 158/a -
50030
Pietramala (FI), tel.055-8101342
SU INTERNET
Oltre ai siti indicati di fianco e sopra, ci sono altri indirizzi interessanti.
Oltre a www.regione.toscana.it,
che tratta i temi istituzionali, www.terraditoscana.com,
molto ben fatto e ricco di informazioni. Ancor più adatti al mototurista,
sono: turismo.mugello.toscana.it,
dove si trovano informazioni su storia, arte, cultura, natura e folklore;
www.cm-mugello.fi.it,
sito uffi ciale della Comunità Montana del Mugello; Ultimo ma non ultimo,
www.itinerariitaliani.com:
un portale molto ricco per le escursioni in tutta Italia, con molti link
culturali, gastronomici e naturalistici.
Curve & Tornanti n°1 è fatto apposta per scoprire le strade
sull’Appennino
Tosco-Romagnolo. Testo e mappe raccontano i classici di queste montagne.
Un paragrafo “Tra le Montagne” è dedicato ad alcune strade
“minori”
ma non meno belle, che aiutano a riempire un’intera giornata di moto.
Si trova alla Libreria dell’Automobile di Milano (tel. 02-76006624) o
sui Passi dell’Appennino. Oppure si può acquistare per contrassegno (8,00
euro + spese) telefonando allo 055-411688. Info: www.curveetornanti.it
Patria (anche) della castagna
Patria della castagna prima ancora che del poeta maledetto, il “marron
buono” marradese in tutte le sue varianti può essere gustato subito dopo
la raccolta, alla fi ne di ottobre, quando l’imponente Sagra della
castagna
viene allestita per le vie del paese. Mostre fotografi che sugli alberi
secolari della zona, seminari e conferenze sul prezioso prodotto che ha
qui un centro di produzione di fondamentale importanza, sono spesso ospitati
invece all’interno di un piccolo gioiello architettonico, il Teatro degli
Animosi, che risale al Settecento e che vale la pena di una breve sosta.
Per chi volesse quindi fermarsi a Marradi il tempo di assaporare sia la
zona che le sue risorse, letterarie o alimentari che siano, trovate sotto
qualche indirizzo dove mangiare o anche dormire.
Per maggiori informazioni ci si può rivolgere all’uffi cio turistico del
paese, telefonando al numero 055-8045170, che funziona anche da telefax.
Dino Campana
Come recita il profilo dell’introduzione a i “Canti Orfici”
(ed. Garzanti)
gran parte della vita di Dino Campana si svolge nell’ombra... ma forse
dovremmo dire “all’ombra” dei castagneti in Mugello. Anche
delle sue
peregrinazioni all’estero si sa poco. Quindi, a parte le date di nascita
e morte (Marradi, 20 agosto 1885 - 1° marzo 1932), avvenuta quest’ultima
nel manicomio di Castel Pulci dove si era volontariamente ricoverato nel
1918, il resto è quasi pura supposizione. Di interessante si sa che a 18
anni si iscrive all’Accademia militare di Modena, forse infatuato
dall’ideologia
guerrafondaia di d’Annunzio e dalle teorie superomiste di Nietzsche -
le sue prime fonti d’ispirazione - una tendenza questa che si ripeterà
nuovamente alle soglie del primo conflitto mondiale... Ma la prima volta
Dino è cacciato via dall’Accademia per il suo carattere indomabile, mentre
la sua seconda domanda non viene nemmeno presa in considerazione, sempre
per lo stesso motivo. Fallita la carriera militare, Campana si dedica allo
studio leggendo e scrivendo, sempre tra i monti e solo. Al contempo la
vita errabonda lo spinge oltre i confini italiani, nascosto nelle toilette
dei treni, senza soldi e senza mete precise, tanto per viaggiare... Svizzera,
Francia, Belgio, Argentina (ma su quest’ultima destinazione non v’è
certezza).
Ritorna ogni volta alle origini, Marradi, dove lo aspettano il padre e
l’ospedale psichiatrico. Prova anche a compiere gli studi universitari
iscrivendosi alla facoltà di Chimica di Bologna, ma legge molto e studia
poco e quindi non conclude nemmeno questa parte della sua vita. Gli anni
sudati della pubblicazione vanno grosso modo dal ‘13 al ‘16 (anno in
cui comincia la relazione con Sibilla Aleramo), con i primi riconoscimenti
da parte del mondo letterario che coincidono con la rottura violenta di
Campana con il mondo intellettuale fiorentino di cui, è probabile, detesta
la corruzione e la falsità. Dal 1917, con la fine della sua storia
d’amore,
iniziano i “deliri elettrici” e la pazzia dichiarata. Il viaggio
diventa
fuga dalla realtà e dalla vita stessa. Una fuga delirante che si ritrova
in pieno nella sua opera, breve ma intensa, la cui summa sono i Canti Orfici.
In essi, Campana ha fissato impressioni di paesaggi, sensazioni, ricordi
di volti, di paesi, allucinate visioni. I modi espressivi infatti si possono
accostare a quelli dei simbolisti francesi. Come per Baudelaire, anche
nei versi di Campana la natura è un luogo sacro, pieno di segreti, ma dove
tutto ha un significato; conoscere significa rompere il velo che ci separa
dalle cose e leggere i significati nascosti, i simboli che ci circondano.
Dino Campana a Marradi
Per chi giungesse a Marradi corrotto ormai dalla curiosità insanabile di
sapere qualche notizia in più sul poeta che qui compose alcune tra le poesie
più belle e rappresentative de i Canti Orfici, potrà recarsi al Centro
Studi Campaniani - Enrico Consolini presso la sede della Biblioteca. Qui
si trovano alcuni manoscritti e fotografie dell’uomo che meglio di ogni
altro ha saputo mettere in versi l’asperità dei passi, la tortuosità delle
strade e la violenza cromatica e climatica di un ambiente selvaggio in
cui Dino affondava radici tanto profonde da non poter evitare di farvi
ritorno dopo ogni viaggio o fuga dal paese natìo, con la stessa passionalità
ribelle con cui se ne era allontanato. Appena fuori dal centro del paese,
verso la stazione, è situata la casa dove il poeta nacque, riconoscibile
da una targa sul muro con alcuni suoi versi. Le strade infine che Dino
abitualmente percorreva per andare a cercare ispirazione sono individuabili
nel paese da piccoli leggii, posti lungo il fiume Lamone per esempio, che
recano la storia del poeta e il suo ritratto. La Biblioteca si trova proprio
accanto al Comune, situato nella piazzetta centrale di Marradi. Qui naturalmente
è anche possibile consultare i testi campaniani più famosi. Alcuni li troverete
comunque e facilmente in ogni libreria. Per esempio l’Epistolario Un
viaggio chiamato amore tra Dino e Sibilla, edito da Feltrinelli, o
I Canti Orfici e altre poesie, edizione Garzanti. Centro Studi
Campaniani
- Enrico Consolini, presso la Biblioteca Comunale di Marradi; Piazza Le
Scalelle 5; 50034 Marradi (Firenze). La biblioteca è aperta il lunedì,
mercoledì e venerdì dalle ore 17 alle ore 18,30. Per visite su prenotazione
chiamare lo 055-8045943