Alto Adige

Valle Isarco: triangolo tirolese

Bressanone


Alla riscoperta del gusto delle lunghe soste, quelle in cui, mentre si fa  riposare il motore, si arricchiscono spirito e corpo. Tra Isarco, Funes e Pusteria.

Chilometraggio: circa 150 km
Tipo di fondo: asfalto sempre in ottime condizioni
Periodo consigliato: dalla tarda primavera all’autunno inoltrato, periodo migliore per colori e sapori
Dedicato a: chi ama il silenzio delle abbazie e l’incanto delle valli

La Valle Isarco costituisce un’importantissima via di comunicazione tra l’Europa centrale e quella meridionale: una novantina di chilometri di curve e controcurve che seguono il percorso sinuoso dell’omonimo fiume, attraverso piccoli paesi che invitano alla sosta. Il percorso che proponiamo parte da Bressanone e percorre solo il tratto centrale della Valle Isarco, per poi inerpicarsi lungo la Valle di Funes, tanto bella quanto sconosciuta, e rientrare lungo la rinomata Val Pusteria.
Bressanone è una tipica cittadina dell’Alto Adige, caratterizzata dalle viuzze del centro cittadino chiuse al traffico e ricche di negozi ordinatamente disposti sotto portici dalle basse volte. Al centro della zona pedonale s’incontra l’immensa piazza del Duomo, all’interno del quale si possono ammirare i magnifici affreschi di Paul Troger che adornano la volta. Il vero gioiello è però il chiostro adiacente il Duomo, nel quale si rimane incantati ad osservare le arcate affrescate, le colonne binate romaniche e le lapidi murali, situazione resa ancor più suggestiva nelle visite notturne in quanto il chiostro è magistralmente illuminato per esaltarne forme e contenuti. Poco distante si trova il Palazzo Vescovile, costruito nel 1250 e poi restaurato nel 1600, che ospita il Museo Diocesiano: 70 stanze nelle quali si può ammirare lo sviluppo dell’arte sacra a partire dallo stile romanico fino ad arrivare all’età moderna, tutte a ricordare l’importanza del principato imperiale che un tempo svolgeva la funzione di custode della strada del Brennero. Altro quartiere da non perdere è quello di Stufles, che sorge alla confluenza dei fiumi Isarco e Rienza, nel quale sono stati rinvenuti molti reperti archeologici risalenti all’età romanica. E poi ci sono un’infinità di piccoli negozi, arredati in stile tipicamente tirolese. Quando arriva il momento di mettere le gambe sotto il tavolo, non resta che scegliere tra i numerosi ristoranti: dall’elegante ambiente tirolese con arredamento antico alla semplice stube a gestione familiare, sempre certi di trovare cibi genuini ed un’ottima scelta di vini. L’indomani mattina arriva il momento di mettersi in sella e lasciare, a malincuore, la città.

Velturno



Imboccata la statale del Brennero in direzione sud, si prosegue verso la stazione, senza però raggiungerla, per deviare a destra e seguire le indicazioni per Velturno. La strada sale rapidamente fino ad incontrare alcuni tornanti, dopo i quali si apre una vista sulla città, ancora immersa nella bruma mattutina che va pian piano dissolvendosi.
Un susseguirsi di castagni e faggi, alcuni dei quali secolari, accompagnano la strada fino a Velturno, località adagiata su un’assolata terrazza con vista panoramica sulle Dolomiti.
Tra le piccole ed ordinate case spicca l’antica costruzione di Castel Velturno, una delle più belle residenze signorili del Tirolo ed orgoglio dei 2300 abitanti del Comune. Non si può tralasciare la breve visita guidata al castello, aperto dal 30 marzo al 30 novembre, che consente di scoprire le sale dagli splendidi soffitti di legno intarsiato ed adornate da affreschi storici. Dal crocevia poco distante dal castello si seguono le indicazioni per Latzfons, e poi per Pardell, un gruppetto di case da cui si domina la valle Isarco, con Chiusa e il Monastero di Sabiona che appare, in tutta la sua maestosità, arroccato su di una rupe alta oltre 200 metri.
Chi desidera visitare il convento ha due possibili scelte: raggiungerlo tramite un sentiero che parte proprio da Pardell, oppure risalire da Chiusa e seguire l’antica strada con la Via Crucis, ma sempre e solo a piedi. Parcheggiata la moto non resta che affrontare un’impegnativa camminata, che verrà però ripagata dall’unicità del monastero, un complesso di costruzioni romaniche, gotiche e seicentesche, cinte da mura e torri, tra le quali spiccano le tre chiese. “L’Acropoli del Tirolo”, come viene definito il Monastero, è meta di pellegrinaggi, luogo di riflessione e religiosità: ancor oggi è abitato dalle Monache Benedettine che conducono vita isolata, e di conseguenza molti ambienti non sono accessibili al pubblico. Proprio ai piedi del Monastero sorge Chiusa, piccolo centro dalle strutture architettoniche medievali. Avendo tempo a disposizione non bisogna tralasciare il Museo cittadino e la chiesa di San Sebastiano, per poi proiettarsi sul versante opposto della vallata ed imboccare la Val di Funes.

Passo delle Erbe



La Val di Funes ha dato i natali a Reinhold Messner. Nel tratto iniziale della valle la strada e il corso del torrente Funes corrono paralleli, incastonati tra alte pareti di porfido, per poi allargarsi in un paesaggio dominato dal verde dei campi coltivati per la produzione di foraggio.
Il primo paese che si incontra è San Pietro, sede comunale della valle: qui bisogna prendere a sinistra, seguendo le indicazioni per il Passo delle Erbe.
Vale la pena una piccola deviazione di pochi chilometri dal centro del paese per andare a vedere la chiesetta di San Valentino: vi apparirà un’immagine talmente surreale che penserete di essere davanti a quei poster dei paesi dei sogni, con la collinetta verde su cui è adagiata la chiesa, la staccionata in legno della recinzione, i larici dorati e le cime delle Odle imbiancate dalle prime nevi autunnali che contrastano con il cielo azzurro e terso. Invece è realtà, questa meravigliosa valle fortunatamente è riuscita a conservarsi in modo esemplare. I dodici chilometri necessari per raggiungere i 2.000 metri del Passo delle Erbe corrono velocemente sotto le due ruote che si “mangiano” curve e controcurve d’asfalto dal grip eccellente.
Giusto il tempo di un caffé ed un’occhiata al panettone granitico del Sass de Putia, per poi inforcare la discesa che attraversa l’abitato di Antermoia fino a giungere a Longega, in Val Badia, di cui si percorre solo un breve tratto per arrivare a San Vigilio di Marebbe, il noto centro di villeggiatura nel quale sono ancora vivi gli antichi usi e costumi che accompagnavano la popolazione nel corso delle stagioni. Le cerimonie religiose ne sono l’esempio più evidente: le donne indossano i costumi tradizionali nelle processioni solenni e poi preparano i cibi caratteristici, seguendo antiche ricette tramandatesi di generazione in generazione.

Val Pusteria



L’itinerario prosegue poi attraverso la valle compresa tra Plan de Corones, splendido comprensorio sciistico, e il parco dolomitico di Fanes-Sennes e Braies in cui, nel 1987, grazie alla guida alpina Willi Costamoling, venne scoperto un cimitero di orsi delle caverne, riconosciuti poi scientificamente con il nome di “ursus ladinicus”, in onore dei Ladini che abitavano la zona.
Giunti a Valdaora ci si immette sulla Statale 49, la strada che percorre la Val Pusteria, toccando le località di Brunico, Chienes e Vandoies, fino a giungere al bivio di Sciaves, dove si seguiranno le indicazioni per Novacella.
Improvvisamente ci si trova al cospetto dell’abbazia, con le candide mura che contrastano con gli spioventi tetti neri, incorniciata nelle ordinate geometrie create da quei vigneti che danno vita a pregiati vini soprattutto bianchi come Sylvaner, Gewürztraminer e Müller- Thürgau. Fondata nel 1142, l’abbazia è da allora abitata dai canonici agostiniani che curano la pinacoteca e la biblioteca, che conserva oltre 80.000 tra libri rari, codici miniati e manoscritti. Varcato l’ingresso, l’occhio curioso corre al centro del cortile principale dove sorge il rinascimentale “pozzo delle meraviglie”, sul quale sono raffigurate le 7 meraviglie del mondo; poi si entra nella basilica, che colpisce per la sua luminosità. Resta poi la cantina dell’abbazia, dove si possono fare merende a base di speck, salsicce e formaggi, accompagnati dal fantastico pane scuro tirolese. Bressanone è a pochi minuti di strada, per cui si può dare spazio alla gola e ad un bicchierino di vino prima di rimettersi sulla strada di casa.

Info utili



DOVE DORMIRE


Hotel Krone***
Via Fienili 4, Bressanone (BZ), tel. 0472/835154

Hotel Unterwirt***
Paese 8, Velturno (BZ), tel. 0472/855225, Internet www.unterwirt.com

Hotel Lodenwirt
Via Val Pusteria 1, Vandoies (BZ), tel. 0472/867000, Internet www.lodenwirt.it

DOVE MANGIARE


Hotel Krone
Via Fienili 4, Bressanone (BZ), tel. 0472/835154

Traubenwirt
Portici Minori 3, Bressanone (BZ), tel. 0472/836552

Tabarel
Via Catarina Lanz 28, S. Vigilio di Marebbe (BZ), tel. 0474/501210

DA NON PERDERE


Per chi ama la buona tavola e i buoni vini la cantina dell’Abbazia di Novacella, poi la visita serale del centro di Bressanone ed i bagni di fieno a Velturno (Alpenbadl Oberfraunerhof, tel. 0474/855318).
Manifestazioni ed eventi: ad ottobre la tradizionale festa delle mele con l’incoronazione della regina delle mele ed il mercato contadino, a novembre le varie sagre paesane della castagna.

INDIRIZZI UTILI


Consorzio Turistico Valle Isarco,
via Brennero 127, Varna (BZ),
tel 0472/802232
Internet www.eisacktal.com
Ufficio viabilità stradale Bolzano, tel. 0471/200198

OFFICINE


Motoservice, via Brennero 6, Bressanone (BZ), tel. 0472/83207
Moto Speed, via Vittorio Veneto 35, Bressanone (BZ), tel. 0472/835397

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