Husqvarna SMR 450
Com'è fatta
La nuova SMR 450 è una motard dal grande fascino in grado di attirare anche
un despecializzato e la livrea “rosso centennial” ha avuto un tale
successo
che ora è disponibile anche sulla gamma standard.
A cavallo degli anni ’60 e ’70 le Husqvarna erano di colore
bordeaux
con il serbatoio in metallo e le “guance”
cromate.
Sono rimaste nel cuore di molti, tanto che di fronte alla
“Centennial”,
un sacco di appassionati un po’ in là con gli anni se ne sono innamorati!
Michel Galluzzi, designer ed ideatore dello nuova linea, ci ha spiegato:
“La Centennial ha fatto scalpore, è subito piaciuta, sia a chi aveva
vissuto in prima persona gli anni che furono, riportando così alla memoria
vecchi ricordi, sia ai più giovani che hanno interpretato questo restyling
come una rinascita dell’azienda dopo i guai economici degli ultimi
tempi”.
Nonostante questa nuova colorazione, che sicuramente incontrerà
i favori del pubblico, rimangono in catalogo anche le conosciute grafiche
giallo/blu e total black.
Il look, su una moto che vuole piacere anche a chi non frequenta
abitualmente la pista, è importante, ma le modifiche apportate alla gamma
2005 sono ben più importanti, anche se non sempre migliorative.
L’impianto frenante ad esempio che nella versione ’04 si
fregiava
di una pinza Brembo a 4 pistoni ricavata dal pieno e un disco flottante
da 320 mm. Ora invece monta una pinza stampata sempre a 4 pistoncini.
Tutte nuove e decisamente più accattivanti le sovrastrutture:
convogliatori
più sottili che lasciano in mostra i fianchi del motore e tabelle
portanumero
meno estese. Caratteristico di tutti i modelli ’05 il parafango
posteriore
col “baffo” all’insù, sulle enduro e sulle motard con
portatarga
integrato nello stampo.
Anche mascherina e parafango anteriore sono nuovi. Il
serbatoio,
meno snello della versione precedente, vanta una capacità di 9,2 litri
anziché i vecchi 7,7. Cosa rara per una moto da fuoristrada.
Nessuna modifica, invece, per la ciclistica: identici gli ingombri
del telaio, forcella Marzocchi con steli rovesciati da 45 mm e
monoammortizzatore
Sachs con escursione da 290 mm.
Per quanto riguarda il propulsore sono molte le migliorie da segnalare,
a cominciare dal nuovo carburatore Keihin da 41 mm in sostituzione
del Mikuni che rende il motore più pronto ai medio-bassi regimi. C’è poi
il generatore di nuova generazione dalla maggiore capacità di ricarica
della batteria. Il diametro dello stelo delle valvole è maggiorato
e il perno di biella passa dai vecchi 30 mm a 34 mm. Infine, la
campana della frizione ora è in alluminio.
Queste soluzioni non stravolgono il comportamento del motore, ma lo rendono
più fluido, omogeneo e con un incremento in termini di potenza
di circa 1 CV (ben 47,9 CV rilevati alla ruota). Tra monoblocco
e forcellone fa capolino un piccolo vaso di espansione (prima non
c’era), per il circuito di raffreddamento. Una moto rivista, quindi, non
stravolta.
Come va
Per spremere la SMR 450 come si deve siamo andati sul
circuito
di Ottobiano, una pista vera, da mondiale. Il bottone
per l’avviamento,
come sempre, ci fa un gran piacere, anche se l’assenza del kick starter
ci lascia ancora un po’ perplessi. Partiamo. Neanche un giro e siamo di
nuovo ai box perché il setting delle sospensioni è troppo
morbido.
La forcella affonda eccessivamente in staccata e il mono si comprime troppo
in accelerazione fuori dalle curve.
Giriamo tutte le viti delle regolazioni idrauliche in senso orario, fino
all’ultimo click. Meglio. Ma ancora non ci siamo. I miracoli però, con
in mano solo un cacciavite, non li possiamo fare. Ci mettiamo l’anima
in pace e proviamo a forzare comunque un po’ il ritmo.
Il motore è veramente esagerato. Peccato che l’assetto
approssimativo
non ci permetta di sfruttarlo come vorremmo. L’allungo è
strepitoso.
Il bialbero gira altissimo e prende i giri rapidamente. L’arrivo
del Keihin si sente. Puoi spalancare il gas completamente già ai
bassissimi regimi senza rischiare buchi o incertezze nell’erogazione.
E’ sorprendente l’agilità che mostra nei cambi di direzione.
Aiutandosi
col gas a raddrizzare la moto si riesce a invertire la piega con
la ruota davanti sollevata. Cosa tanto utile nella ricerca del tempo sul
giro quanto spettacolare.
La frenata è buona. Forse il comando al manubrio meriterebbe una
leva più ergonomica per migliorare l’appiglio delle dita.
Problemi, invece, per la frizione comandata idraulicamente. In staccata,
quando si pela per evitare il saltellamento del posteriore, si perde
il riferimento. Ovvero: mantenendo la stessa pressione sulla leva il
comportamento non è omogeneo, costringendo il pilota a continue
correzioni.
In queste condizioni si rischia di andare lunghi in staccata o addirittura
il bloccaggio della ruota posteriore. Ci rimette lo “spettacolo”
perché
così le derapate sono più difficili. E’ probabile che una frizione
adeguatamente
rodata sarebbe bastata ad evitare l’inconveniente.
Con un motore così i numeri per divertirsi alla grande ci sono tutti,
solo le sospensioni vanno ritoccate se si intende usarla intensamente tra
i cordoli di un circuito. La SMR 450 costa 8.944 euro franco
concessionario.
Una quotazione elevata ma in linea con le supermotard “serie”
della migliore concorrenza.