Comparativa mono 650
Monocilindriche
Il rinnovamento della Yamaha XT, ora 660 ad iniezione, ha risvegliato
l’interesse
per le monocilindriche enduro tuttofare. In questa comparativa mettiamo
a confronto due giapponesi con la ruota anteriore da 21”, con due europee
più votate alla strada grazie all’anteriore da 19”. Caratteri
differenti
per moto che più le usi e... più le useresti.
C’erano una volta le monocilindriche da enduro
essenziali
e spartane. C’erano, e in parte ci sono ancora. Sì perché se da un lato
l’utilizzo prettamente stradale di queste moto da parte
dell’utenza
ha portato alla nascita di Pegaso e F650GS,
dall’altro le
proposte per un uso più eclettico non sono venute meno, con due
nomi su tutti, peraltro “storici”: KLR e XT.
La più fedele allo spirito originario di questo segmento è la Kawasaki
KLR 650: estetica rude (e ormai datata), carattere
“sempreverde”
e solidità a tutta prova.
L’Aprilia Pegaso 650, qui in versione “Tuscany
Tibet”,
è un progetto con diversi anni sulle spalle ma che nasconde bene l’età
grazie ad un’estetica riuscita e a doti dinamiche di spicco. A
Monaco è arrivata la versione “Strada” con motore Yamaha-Minarelli,
ma
per il momento a listino c’è ancora quella “storica” con
motore Rotax
5 valvole.
La meno adatta al fuoristrada, e di converso più votata al turismo,
anche a lungo raggio, è la BMW F650GS, il cui generoso motore (oltre
45 CV alla ruota), sopporta senza problemi le lunghe percorrenze
autostradali e permette di non scalare marcia in caso di sorpasso (tutte
le moto della prova hanno il cambio a 5 rapporti).
Infine la più nuova, sotto tutti i punti di vista, la XT660R.
Estetica accattivante, motore robusto e moderno, offerta anche in
versione “X”, cioè motard, a riprova che alla base c’è la
volontà di
farne un best-seller.
Come vanno
Sulla F650GS la posizione di guida molto ribassata accresce il
comfort
e la facilità nelle manovre a bassa velocità oltre
che il riparo
dall’aria. Molto basso poi il tasso di vibrazioni, mai
fastidiose.
L’Aprilia Pegaso invece ha qualche vibrazione in
più ed
una posizione di guida un po’ meno confortevole. Il motore poi,
pur essendo fondamentalmente lo stesso della F650GS (che ha 4 valvole anziché
5) è meno performante (poco più di 40 CV alla ruota) caratteristica
che la penalizza in particolare a pieno carico e in salita. C’è
da dire che l’esemplare in nostro possesso aveva 15.000 km (percorsi senza
fare troppi complimenti) mentre le concorrenti erano appena rodate.
In fatto di piacere di guida però la Pegaso si prende una bella rivincita
perché la posizione in sella non è così infossata come sulla tedesca. Precisa
in percorrenza di curva e stabile sul veloce, è anche maneggevole nello
stretto. Sulla F650GS il pilota si sente un po’ “appeso” al
manubrio,
soprattutto quando la guida da tranquilla si fa un po’ più aggressiva.
In fatto di componentistica e dotazioni, notiamo che
l’Aprilia
è l’unica con il telaio in alluminio e la BMW la sola ad
avere l’ABS.
Ma cosa succede quando le ruote smettono di mordere l’asfalto e ci si
avventura in fuoristrada? In questo frangente Pegaso e
F650GS
devono cedere il passo a KLR e XT. La più vecchia e la più
nuova condividono la misura del cerchio anteriore, 21 pollici, proprio
come le enduro specialistiche e, grazie alla maggiore escursione delle
sospensioni, in fuoristrada si comportano sicuramente meglio delle concorrenti
più votate all’asfalto.
La Yamaha XT-R è efficace ovunque, anche in fuoristrada, peccato
solo per l’assenza del paramotore e per il giro
“basso” dei
collettori, molto esposti a eventuali urti.
Ciclistica e motore della KLR dimostrano tutta l’anzianità del
progetto ma è anche l’unica ad avere, ad esempio, pedali di cambio
e freno posteriore snodati, che in caso di caduta non si rompono.
Il motore della Kawasaki è fiacco e vibra molto; per
una guida allegra occorre tenerlo su di giri. Le sospensioni poi
sono troppo soffici e generano scompensi di assetto evidenti quando
si forza un po’ il ritmo. Posizione di guida comoda e manubrio
largo determinano grande manovrabilità e, alla fine, un buon
piacere di guida. Non c’è la spia della riserva e le finiture sono
approssimative.
La Yamaha ha qualche vibrazione di troppo al manubrio, per
il resto, la “freschezza” del progetto si fa valere in tutti i
frangenti.
Maneggevole, stabile, precisa a tutte le velocità, ha un
motore frizzante a tutti i regimi. La posizione di guida asseconda
più la guida briosa che la ricerca del comfort, soprattutto per
la completa esposizione all’aria. Cambio, freni e sospensioni sono
i migliori della comparativa. Finiture curate e design ricercato
la pongono sul gradino più alto del podio alla voce “appeal”.
Come sono fatte
Per quanto riguarda il motore, le quattro monocilindriche della
prova sono tutte bialbero, tranne la Yamaha, e tutto con
alimentazione
ad iniezione elettronica, tranne la Kawasaki.
Aprilia e BMW condividono la struttura del motore, ma
quello
veneto è a 5 valvole, quello tedesco a 4 valvole. Hanno cilindrata
uguale (651,9 cc) ma il rapporto di compressione è più elevato sulla BMW
che quindi è anche più potente.
Hanno tutte cambio a 5 marce e frizione multidisco in bagno
d’olio con comando a cavo.
Aprilia è l’unica con telaio in alluminio, le altre hanno
strutture
in acciaio.
Forcella tradizionale e non regolabile per tutte, mentre al posteriore
il monoammortizzatore è per tutte regolabile almeno nel precarico
molla (Aprilia e BMW anche in estensione idraulica).
Per tutte, un freno a disco anteriore di generoso diametro, e un
freno a disco posteriore.
Le due europee hanno un cupolino solidale al serbatoio e quindi
spazio per una strumentazione più ricca e curata, tutta analogica
su entrambe. Le due giapponesi, con portafaro solidale al manubrio, hanno
strumentazioni minimaliste: datata e incompleta quella della Kawasaki,
digitale e completa quella della Yamaha.
La più leggera è la Yamaha, che sulla nostra bilancia (con
tutti i liquidi ma senza benzina) ha fatto registrare 177,6 kg. Kawasaki
la segue da vicino con 178,2 kg. La più “cicciona” è la
Pegaso,
con 194,2 kg. Poco più leggera la BMW, con 188 kg.
Moto come queste sono spesso scelte dagli utenti meno alti; in questo senso
“vita facile” sulla F650GS che ha la sella a soli 780 mm da terra,
segue
la Pegaso con 817 mm; più alte Yamaha e Kawasaki, rispettivamente con 865
e 970 mm.
Prezzo popolare per la Kawasaki, 5.551 euro. Segue l'Aprilia,
con 6.630 euro, poi la nuovissima Yamaha, con 6.890 euro e infine
la BMW, che tiene fede alla tradizione del marchio tedesco con un
prezzo di 7.850 euro.