Motociclismo d'epoca05-2019

MOTOCICLISMO D’EPOCA 5-2019 17 daronoaprovarlaallaPistadi VizzolaTicino? Era gennaio 1974, partimmo che era ancora buio ed arrivammo poco dopo le 8 di mattina. Era tutto bianco di brina e l’asfalto ghiaccia- to. Dovemmo aspettare che il sole scaldasse un po’ l’asfalto per iniziare i test” . Prosegue Pasini: “La 850-T era nata bene, non aveva bisogno di grande messa a punto. Il telaio della Sport era straordinario, l’avevamo messo a punto alla perfezione nelle corse di durata. A Monza nel 1971 Tonti fece arrivare la moto sul camion la domenicamattina, io ero tutto gasato perché ero convinto che l’avrei pilotata, visto che avevo fatto le prove del sabato. Invece mi si chiese di cedere il posto a Piazzalunga, che la portò all’esordio insieme aRaimondoRiva. Ricordoancoraquan- to ci rimasi male…” . Continua Luciano Gazzo- la, un passato da pilota vero nonché il decano dei collaudatori Moto Guzzi/Benelli insieme a Franco Cereda (scomparso prematuramente al- cuni anni fa): “La nuova 850-T che ci diedero da provare aveva pochi cambiamenti di ciclistica rispetto alla V7 Sport. Solo la posizione di guida era nettamente più turistica, con un’ampia sella comodissima anche per il passeggero, le pedane avanzate e il manubrio alto. All’inizio le sospen- sioni erano le stesse della Sport, con gli ottimi ammortizzatori tedeschi Köni (regolabili agendo su un registro interno) e la validissima forcella che producevamonoi. Poi, nel corsodel 1974,De Tomaso impose l’adozione degli ammortizzatori di produzione nazionale (della Sebac) che erano di qualità nettamente inferiore, così che le moto perdevano stabilità. Fu un vero peccato perché con il telaio di Tonti le moto, anche quelle turi- stiche, avevano una tenuta di strada ineccepibile. Anche i telai, per buona parte della produzione di questo modello, furono realizzati con tubi in acciaio al cromo-molibdeno.” La storia è piuttosto nota, a rettifica della “leg- genda” che voleva le sole 150 V7 Sport pre-serie del 1971 realizzate in acciaio pregiato. In realtà la modifica avvennemolto più in là del 1972, perché la Beretta di Lecco (la stessa delle caldaie) che forniva i telai, prima di modificare il materiale ne esaurì le scorte, così che tutti i telai realizzati fino al 1974 inoltrato erano in acciaio al CrMo. “Erano più leggeri di circa due chili rispetto a quelli successivi in acciaio più scadente, perché lo spessore del trafilato era più sottile - puntua- lizza Bruno Scola, all’epoca al Reparto esperien- ze - addirittura il primo esemplare realizzato a mano in cantina da Tonti aveva i tubi da 32 mm invece che da 30, ma di sezione ancor più sottile quindi era leggerissimo, tanto che loutilizzammo per la squadra corse. Purtroppo andò distrutto a Le Mans durante i test per il Bol d’Or del 1971: Brambilla cadde lontano dai box con il serbatoio quasi pieno e la moto prese fuoco rendendolo inservibile.” AggiungeGazzola: “I telai al CrMo non erano solo più leggeri, ma anche più rigidi, noi collaudatori sentivamo distintamente la dif- ferenza di stabilità” . Interviene di nuovo Bruno Scola, che ai tempi era uno dei collaboratori più stretti del Respon- sabile tecnicoLinoTonti: “La 850-T fu unamoto valida, ma tutto sommato di transizione. A fine 1973De Tomaso aveva bloccato ogni evoluzione della V7 Sport (bocciando l’industrializzazione della 850 Le Mans, che aveva già ottenuto l’o- mologazione, è una storia ai più ignota, che pre-

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