Motociclismo d'epoca

2-2022 MOTOCICLISMO D’EPOCA 137 Monza 1973. Pier Paolo Bianchi prova il vecchio “bassotto” di 175 cc, usato da Venturi ad Elvington nel 1969, prima di tentare la caccia ai record di categoria con una nuova versione del mezzo. In tuta verde si riconoscono gli uomini Minarelli: da sinistra Pierino Cappelli, Arteno Venturi e Carlo Trenti. Con il cappello e la sigaretta in bocca, il Commendator Vittorio Minarelli. ● Nel 1966 la Federazione Motociclistica Italiana presenta una nuova categoria formativa per i giovanissimi - la Cadetti “sperimentale” - antesignana del Trofeo Cadetti che vedrà la luce l’anno seguente. Riservata ai piloti con età compresa fra i sedici e i ventuno anni era aperta a moto a due e quattro tempi di cilindrata non superiore ai 60 cc, con cambio a quattro marce ed un peso minimo di 45 o 50 kg in base alla presenza o meno della carenatura. Fra le prime aziende a credere nel nuovo format c’è la Minarelli, che inizialmente si limita a fornire i suoi motori alla Italjet e a far correre nel Campionato della Montagna una sua moto maggiorata a 75 cc come era consentito dal regolamento, diverso da quello della Cadetti “sperimentale”, affidata a Gianni Ribuffo e ad Angelo Tenconi. Gli ottimi risultati ottenuti – la prima gara nella storia della categoria a Riccione se la aggiudica una Italjet-Minarelli Vampire, mentre Ribuffo e Tenconi vincono diverse corse in salita durante la stagione – spingono nel 1967 la Minarelli ad impegnarsi ufficialmente nel Trofeo Cadetti. Prima però, nel novembre del 1966, la 75 “da montagna” batte sull’anello sopraelevato di Monza cinque record mondiali di velocità con Piero Cava, un ex pilota Juniores ingaggiato per l’occasione. L’idea di conquistare dei record di velocità era

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