Motociclismo

giugno 2023 | Motociclismo 163 a- social Prendi uno così e mettilo a fare un giro dedicato soltanto ai… “social”. Poteva finire in tragedia. Invece, quasi avrebbe vinto, non fosse stato per la scarsa conoscenza della dashboard della Suzuki GSX-S1000GT e per una serie di ritardi. Ma a trovare passi semisconosciuti non lo batte nessuno! di Mario Ciaccia IGNORANTE! A sinistra: quando si fanno i servizi girando da soli ci si scatta il triplo autoscatto, ciascuno con una focale diversa, sperando che ne venga bene almeno uno. Sotto: la strumentazione della Suzuki GSX-S1000GT. Non conoscerne il funzionamento è stato l’inizio della fine. In fondo: il sigillo posto sul tappo del serbatoio. Vinceva chi faceva più km con un pieno. Lì abbiamo vinto, ma contava meno che essere acculturati sulla dashboard. Quando mi sono appassionato alle moto, nel 1980, era normale vedere coppie di fidanzati/sposi andare in vacanza in due su una supersportiva tipo la Moto Guzzi 850 Le Mans o la Ducati 900 SS. Il concetto di “moto sportiva ma comoda anche in due” sembrava interessare soltanto BMW, con la sua pietra miliare R 100 RS, la mamma delle sport touring. Poi arrivarono i giapponesi, che fecero moto pensate per unire i due mondi e crearono icone come la Honda VFR. Le facevano un po’ tutti, anche noi italiani (Ducati ST2/ST4 e Aprilia Futura). Con l’arrivo delle maxienduro e delle crossover, le sport touring sono uscite di scena e, oggi, ne restano poche. Tutte e tre le categorie hanno le stesse intenzioni: essere divertenti in montagna, ma comode anche in due, protettive, capaci di trasportare bagagli, con motori potenti e generosi. Suzuki ha in catalogo quattro maxienduro, ma crede molto nelle sport touring. Perché? Un’ottima occasione per capirlo è stato il “Suzuki Social Trip” a cui siamo stati invitati a fine marzo scorso, che da occasione dichiaratamente “social” si è trasformato in un… viaggio di formazione, in sella a una GSX-S1000GT. Con il suo poderoso motore, depotenziato a 152 CV rispetto a quello montato sulla indimenticata GSX-R1000 K5, Suzuki ha confezionato una moto tutta nuova. Rispetto alla precedente GSX-S1000F, la GT è molto più comoda: ha una dotazione turistica più completa, tanta elettronica, sospensioni più morbide e una carena più protettiva. E non costa una follia: 16.240 euro (indicativo chiavi in mano) comprese le borse laterali, che contengono un casco integrale ciascuna. IO PERÒ L’HO SAPUTO COSÌ Marco Gualdani, il responsabile del digital di Motociclismo, mi avvisa all’ultimo: “C’è una gara per giornalisti organizzata da Suzuki. Devi inventarti un itinerario e poi fotografarlo. Si vince uno scooter”. Cavoli, è la mia specialità! Premio finale a parte, accetto con entusiasmo. La lettura del regolamento però mi getta nello sconforto: inventare e fotografare l’itinerario è il meno, porca miseria. Qua bisogna essere “social”, avere dimestichezza con Instagram, con i video, con il parlare da soli rivolti allo smartphone. Bisogna affrontare tante prove, compresa quella di chi ottiene più like. E la sera, a Sestri Levante, potrò invitare cinque follower a prendere l’aperitivo. Peccato che io non abbia follower!

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