Motociclismo

t Motociclismo | marzo 2024 98 test MOTO GUZZI STELVIO IN PILLOLE CILINDRATA 1.042 cc POTENZA 115 CV PESO IN ORDINE DI MARCIA 246 kg PREZZO INDICATIVO c.i.m. 16.749/17.449 euro e Stelvio C’È STELVIO Dopo averla provata in anteprima mondiale, abbiamo messo in sella all’endurona di Mandello (e di Noale) un nostalgico della versione precedente, la 1200 ad aria, uscita di scena 8 anni fa e rimpianta da molti (ma non da tutti). Questa è più democratica ed è fatta per piacere a chiunque. E tanto. Bella erogazione, grande maneggevolezza, comfort, non le manca nulla: in questa occasione l’abbiamo provata anche con il radar di Mario Ciaccia Immaginate la situazione: Moto Guzzi ci concede l’onore di provare la Stelvio prima della presentazione alla stampa ufficiale. È un attestato di stima nei nostri confronti, che ci rende orgogliosi. Il fortunato, tra noi di Motociclismo, che va a provarla è Aldo Ballerini. Il test esce sul numero dello scorso novembre. Io ovviamente rosico. “Come va la moto?”. “Molto bene”. Ma il racconto di Aldo non può soddisfare le mie brame di sapere quanto la nuova Stelvio sia diversa dalla vecchia, perché quest’ultima, quella prodotta in tre diverse serie tra il 2007 e il 2016, era una “vera Guzzi”, mentre questa è una moto più universale, profondamente influenzata dal fatto di essere stata progettata insieme agli uomini Aprilia. E si sa che le “vere Guzzi” non piacciono a tutti, così come le “vere Harley-Davidson”, le “vere BMW” e, in generale, quelle moto radicalmente fedeli a uno schema particolare, portato avanti fin dalla notte dei secoli. Capitava così, durante le comparative maxienduro di una decina di anni fa, che io giudicassi la Stelvio 1200 una moto piena di difetti, ma me ne innamorassi e cercassi di guidarla più che potessi, perché solo lei mi faceva godere in un certo modo. Aldo invece le preferiva le altre. Per questo è stato importante che fosse lui a provare la Stelvio 2024, per capire come collocarla rispetto alle moto concorrenti. E lui non ha detto le classiche frasi del genere “Beh, va bene, alla maniera Guzzi”, ma “Va bene e basta”. Oddio, ho pensato, sarà mica diventata una moto normale? Volevo guidarla. L’occasione c’è stata a metà febbraio, quando Moto Guzzi ha organizzato la presentazione ufficiale, giù in Spagna, nella “solita” costa andalusa, gettonatissima da tutte le Case. Perché laggiù? Perché offre strade divertentissime, come tracciati e come grip e un clima primaverile già a febbraio, persino a 1.800 m di quota. Hanno invitato anche noi, nonostante avessimo “già dato”. Questa volta hanno mandato me: è stata la meravigliosa occasione per rompere il ghiaccio con la nuova ammiraglia. Per di più ci hanno fatto provare anche la rinnovata V85 TT, che per molti è ancora “una vera Guzzi”, per cui sarebbe stata l’occasione ghiottissima per mettere a confronto la tradizione con l’innovazione. Che cos’è una vera Guzzi? In realtà la domanda si può estendere ad altre Case. Giusto giusto su questo numero un lettore ci scrive lamentandosi che la nuova BMW R 1300 GS ha perso l’anima e che la R 1250 GS è l’ultima, vera BMW. Spiega anche i cambiamenti tecnici che hanno portato la bavarese a perdere la sua iden-

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