Motociclismo

febbraio 2024 | Motociclismo 29 DAYTONA 660, LA CICLISTICA Il valore di potenza max di 95 CV della nuova Daytona 660 non è casuale, visto che permette a Triumph di estrapolare una versione depotenziata a 35 kW (47,6 CV) per i motociclisti con patente A2. Accessibilità e facilità di guida sono dunque due tra gli obiettivi di questa Daytona 660 figlia dei nostri tempi. Il telaio, come sulla naked, è un perimetrale tubolare in acciaio, ma le geometrie sono diverse, come del resto è diversa l’ergonomia, a partire ovviamente dalla scelta dei mezzi manubri (in posizione piuttosto rialzata) e delle pedane più arretrate. La sella si trova a 810 mm dal suolo (optional quella bassa a 785 mm), il serbatoio ha una capacità di 14 litri, 201 i kg di peso della moto in ordine di marcia. L’inclinazione del cannotto sterzo è di 23,8° e l’interasse è di 1.425 mm. Il reparto sospensioni Showa vede una forcella a steli rovesciati da 41 mm a funzione separata (SFF-BP), con 110 mm di escursione, e un monoammortizzatore RSU, con escursione ruota di 130 mm. Anche per una moto che non è dichiaratamente una race replica come le 600 di una volta, ci si potrebbe aspettare qualcosa di più in tema di regolazioni, visto che l’unica presente riguarda il precarico molla al posteriore. L’impianto frenante all’anteriore prevede una coppia di dischi da 310 mm, con pinze radiali a 4 pistoncini. I cerchi a cinque razze in alluminio sono da 17” e di primo equipaggiamento montano pneumatici Michelin Power 6 nelle misure 120/70 e 180/55.

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