di Mario Ciaccia - 14 May 2023

Il fascino del viottolo dietro casa

Mentre ragiono su quale strada meravigliosa proporre, mi viene in mente che anche lo sterratino che parte da casa mia ha una sua dignità e un suo motivo per venire celebrato: e tutti noi abbiamo sicuramente una strada del cuore che percorriamo tutti i giorni

Uno potrebbe dire: ma scusa, ci parli sempre di stupende strade di montagna, che cosa ce ne può fregare dei viottoli che fai per andare al lavoro? Il fatto è che finora ho parlato di tracciati che reputo essere bellissimi, che portano in luoghi splendidi e che hanno il loro perché nella bellezza dei panorami e nel gusto di scoprire posti nuovi. Ma, al contrario, una strada può essere intrigante proprio perché, facendola tutti i giorni, ti si svela ogni volta in maniera diversa, a seconda del clima, dell'orario e del tuo stato d'animo. Per cui parlerò della MIA strada, ma potrebbe essere una delle vostre. Nello specifico, io ho vissuto dentro Milano città dal 1966 al 2010, quando la nascita del secondo figlio mi ha spinto a fuggire in campagna per poter avere una casa più grande allo stesso prezzo del trilocale in cui vivevo nel quartiere cinese, in Via Paolo Sarpi. La scelta è caduta su Cisliano, un tipico paesino da hinterland milanese: prende origine da una cascina e si espande con tante villette in stile The Truman Show. Buona parte dei suoi quattromila abitanti, infatti, sono milanesi in fuga dal caro prezzi delle case in centro, come noi. Nonostante sia un paesino minuscolo privo di particolari attrattive, in realtà Cisliano è spesso al centro delle cronache, per una sfilza di motivi: blitz anti 'ndrangheta della polizia con tanto di elicotteri, infanticidi, aggressioni, tesorieri del Qatargate, incidenti mortali, gente che si perde nelle campagne e muore... A parte ciò, anche se io trovavo divertente vivere nella China Town milanese, sono stato contento di trasferirmi a Cisliano perché volevo vivere in campagna, pur avendo la metropolitana a soli 8 km. Vivere in campagna significa che, appena arrivato, ho studiato un modo per andare in redazione facendo fuoristrada, sia in bicicletta, sia in moto. Ho così trovato una serie di sterrati che, messi insieme, mi fanno vivere in maniera un po' avventurosa la routine del casa-ufficio quotidiano. Si sa che Milano è una grossa città industriale piazzata in mezzo a una pianura piattissima, quindi non è il massimo dal punto di vista motociclistico, per non dire enduristico, ma una delle cose che mi piace dell'Uomo è il sapersi adattare a qualsiasi ambiente e il trovare motivi di divertimento ovunque, sfruttando ciò che ha a disposizione. Uno dei motivi per cui apprezzo questi sterrati alla periferia di Milano sta in una cosa che ho scoperto a mano a mano che riuscivo a girare nei posti più fighi del Mondo: più sfizi mi levo, più apprezzo ciò che mi circonda. Perché ho meno ansia da prestazione, sono più appagato, più calmo e posso concentrarmi anche sull'immediato. Non tutti fanno questo ragionamento. C'è chi dice "Ho visto la Patagonia, nulla sarà più come prima" e appende la moto al chiodo. A me viene da dire "Che bella la Patagonia, ma proprio per questo scopro quanto sia bella la campagna intorno a casa mia". Che sarebbe la tipica verdura da Pianura Padana, quella piatta, con il canale, l'albero tutto solo e le cascine isolate.

Coincidenza buffa: nel 2019 leggevo il blog di una giovane viaggiatrice, Rita Sozzi detta la Volpe a Pedali che, in bicicletta, dopo essere andata a Mosca stava attraversando gli Stati Uniti ed ha scritto ciò: "Il Kansas è una sorta di pedalata tra San Pietro all’Olmo e Cusago estesa per più di 2.000 km”. Non avendo idea di dove vivesse, ho fatto un salto sulla sedia: ma con tutti i posti al Mondo che ci sono questa va a citare proprio le campagne vicine a Cisliano? Poi ho scoperto che la fanciulla è di San Pietro all'Olmo.

C'ho messo poco a capire che questa campagna era molto più intrigante e misteriosa di quello che potessi pensare costeggiandola dalla superstrada. Nel 2012, sette cani randagi hanno aggredito e parzialmente mangiato Gaetano Gnudi, un uomo che stava passeggiando in una sterrata di Muggiano, a pochi km da Cisliano. Lo hanno ucciso. Ero sconvolto: ho sempre saputo che nell'antichità la campagna era pericolosa per via dei lupi, che mangiavano gli uomini, quindi mai avrei pensato che si potesse fare una fine simile nel 2012, a Milano, sulle stesse strade sterrate che amavo percorrere in bici e in moto. E per "mano" di cani, non lupi. Quando a un posto appioppi l'etichetta di luogo sinistro, inevitabilmente ne accresci il fascino. Volente o nolente, diventa più intrigante, se sai che è pericoloso. Probabilmente perché ciò lo rende più selvatico e desertico. Ma qua c'è anche il discorso che io adoro l'inverno e a Milano l'inverno può essere molto duro, per una combinazione di umidità, nebbia, basse temperature.

Una sera tornavo a casa mentre nevicava fitto, quando ho incrociato il grosso 4x4 di un agricoltore che stava galleggiando sul mio stesso sterrato, per andare alla sua cascina. In pratica lui era lì perché ci viveva, io perché volevo divertirmi. E già questo non crea molta empatia da parte degli agricoltori. Ma questo era seriamente preoccupato per me: "Dove crede di andare?". "A casa". "E perché passa di qua e non prende la strada asfaltata?". "Perché è più bello". "Ma sta nevicando. Guardi che se lei procede di qua si perderà, finirà in un fosso e non la ritroveranno fino a domani, non faccia cazzate". Anche questo aumentava il fascino del luogo: non sembrava più di essere nella periferia di Milano, ma in Siberia, lungo quelle strade lunghe centinaia di km dove c'è il Nulla e, se ti capita qualcosa, sei fritto.

Questa cosa del perdersi e finire nei fossi mi ha fatto ridere, sembrava che il tipo stesse esagerando, eppure nel gennaio del 2020 è successa veramente una cosa simile: Pierfranco Steffenini, che guidava l'auto in cui si trovava con il cane e la moglie, dopo avere imboccato per errore la pista ciclabile che collega Cusago a Cisliano, nel fosso c'è finito veramente. I tre sono usciti dall'auto per chiedere aiuto e il problema sembrava risolto quando Pierfranco ha raggiunto Cascina Roncaglia, dove ha chiesto aiuto agli abitanti, solo che poi è sparito nel nulla. Lo hanno ritrovato dopo qualche giorno dopo, morto di freddo, dentro un altro fosso. Causa di tutto questo è stata la nebbia, che da queste parti è bella forte.

Il paragone con la Siberia sorge anche quando piove e gli sterrati diventano dei pantani, come quelli che si vedono nei servizi fotografici su strade epiche come quella delle Ossa. Si creano enormi pozze fangose, dove le bicilindriche si piantano e le monocilindriche si esaltano.

Una cosa che mi piace fare è prendere questi sterrati quando sto partendo per andare da qualche parte. Come se non fossero soltanto un modo alternativo per andare al lavoro, ma fossero necessari per allontanarmi da Milano. So che è solo fiction, ma faccio finta di crederci.

Girando da solo, finisco per scattare le foto alla moto parcheggiata, quasi sempre di chiappe, quando sarebbe molto meglio fotografare qualcuno in movimento. Per cui figuratevi la mia gioia quando il figlio maggiore, all'epoca quattordicenne, mi ha chiesto di insegnargli a fare le foto alle moto. "Caspita, non ci posso credere! Fa' le foto a me, che io le faccio sempre agli altri".

Un giorno, anzi, una notte notiamo delle luci rosse nei boschi che si vedono da casa nostra in direzione Milano. Ci abbiamo messo un bel po' a capire che si trattava dei nuovissimi grattacieli di CityLife.

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