di Riccardo Villa - 18 August 2022

Suzuki e il progetto del Burgman elettrico

Alcuni brevetti depositati dalla Casa giapponese mostrano un prototipo di scooter alimentato a batterie. Dalle quote ciclistiche è quasi certo che la base tecnica sia la stessa del Burgman 125, vediamo com'è fatto

Suzuki, sin dai primi anni duemila, ha mostrato le sue intenzioni verso lo sviluppo di veicoli a batteria, con diversi concept che però non sono mai arrivati in fase di produzione. Nel 2007 inoltre aveva presentato un sistema di alimentazione per i motori elettrici a celle di combustione ad idrogeno, che avrebbero equipaggiato lo scooter Burgman, ma la mancanza di una adeguata infrastruttura per il rifornimento aveva fatto desistere gli ingegneri dal produrre in serie questi propulsori.

Proprio riguardo a quest’ultimo progetto, Suzuki ha scelto un sistema di alimentazione più tradizionale equipaggiando il Burgman con un motore a corrente alternata montato proprio alla base della sezione della seduta. Un inverter, posizionato al di sotto della pedana, trasforma la corrente continua in uscita dalla batteria in corrente alternata per il motore. Questo progetto arriva dall’india, dove Suzuki ha i propri stabilimenti per la produzione del Burgman 125 alimentato a motore endotermico.

Relativamente alla ciclistica, la casa giapponese ha mantenuto quasi in totale la base tecnica dello scooter, con il quale condivide telaio, sospensioni ed impianto frenante, ma sono state fatte alcune modifiche per quanto riguarda il posizionamento del propulsore. Mentre nel modello con motore endotermico l’intera unità (trasmissione a cinghia compresa) è montata sul forcellone, nel caso del Burgman elettrico il motore è stato pensato incastonato nel telaio e la trasmissione finale è a catena.

Un’altra particolarità di questo scooter è che a differenza di altri grossi produttori giapponesi come Yamaha o Honda che hanno previsto batterie sostituibili, il Burgman sembra adottare una grossa unità fissa collocata al di sotto della seduta, che quindi sacrifica parte del vano sottosella in favore però, sembrerebbe, di un’autonomia maggiore rispetto ad altri concorrenti.

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