a cura della redazione - 03 March 2018

"La Z900RS è un omaggio alla Z1, non una replica"

Abbiamo intervistato Norikazu Matsumura, Styling Designer della Kawasaki Z900RS, che ci ha raccontato i segreti che stanno dietro alla nascita della moto, la sua filosofia, i progetti per il futuro...

I richiami più evidenti alla Z1 del 1972 sono il serbatoio a goccia e la coda a becco di anatra. Ce ne sono altri?
“Moltissimi. Sono davvero innamorato della Z1 e nel disegnare la Z900RS ho cercato di riportare quanti più elementi possibile, ovviamente in chiave moderna. Il faro anteriore è a LED ma ripropone la forma tonda e la sezione “a parabola”. Le frecce, nel rispetto di quelle originali, hanno forma ovale. Sono a LED ma le abbiamo studiate in modo che la luce che producono dia l’impressione di venire da una lampadina, non da una serie di punti luminosi. Lo stesso per il faro posteriore (è vero, dà proprio questo effetto, ndr). La strumentazione è a doppio elemento circolare e lo schermo LCD è stato integrato in modo che la forma complessiva risulti autentica".

In effetti, appena si sale in sella la sensazione di déjà vu è forte...
"Le lancette di tachimetro e contagiri, a quadro spento, hanno esattamente la stessa inclinazione di quelle della Z1. E il tachimetro ha la medesima scala: va da 0 km/h a 240 km/h con intervalli di 20 km/h. Anche il manubrio è un richiamo. È cromato, e le pieghe che presenta ripropongono l’inclinazione di quelle originali. Gli specchietti sono tondi come quelli della Z1. Ma non solo. Sul coperchio della testa del motore ci sono due mezzelune color alluminio che richiamano quelle del vecchio quattro cilindri. Inoltre ci sono delle alettature, anche loro evidenziate, per suggerire l’idea del raffreddamento ad aria. La forma del coperchio della frizione è un altro omaggio. E lo sono anche le cover sotto la sella del pilota, ispirate a quelle che coprivano il filtro. In corrispondenza del passaggio dei tubi del telaio hanno una bombatura che è del tutto simile a quella originale. Se poi guardate la moto di fianco, noterete che si sviluppa lungo una linea orizzontale; la stessa della vecchia Z1”.

Di fronte a una tale dedizione stupisce trovare uno scarico singolo invece dei quattro terminali della Z1...
“L’idea era quella di riproporre i quattro scarichi, ma durante lo sviluppo ci siamo resi conto che aggiungevano molto peso. Abbiamo studiato una soluzione a doppio scarico sovrapposto, come fosse lo scarico originale su un solo lato (visibile nello sketch qui sotto, ndr), ma restavamo ancora lontani dall’obiettivo. Così siamo arrivati al terminale singolo”.

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