di Raffaella Cegna - 14 June 2017

Monster 797: una giornata al femminile per conoscerla a fondo

Visita in Ducati e test della Monster 797: una giornata vissuta nel cuore della fabbrica di Borgo Panigale, per sapere come vengono fatte le Rosse, respirarne l’essenza e… guidarle. In particolare la Monster 797, provata dalla nostra inviata, Raffaella

Raffaella, Motociclismo e Ducati

Milano - Borgo Panigale: andata

Partenza all’alba da Milano, ovviamente in moto, con la mia buona, vecchia Transalp, con meta Borgo Panigale. Finita l’autostrada, scorgere l’imponente complesso dello stabilimento Ducati e varcarne il cancello scatena emozioni e grandi aspettative. Ciò che alcuni chiamerebbero rumore, qui è musica, tra frizioni aperte e scarichi Termignoni: il sound perfetto per iniziare una giornata tutta al femminile di visita, confronto e test dedicata al nuovo Monster 797.
Siamo tutte ragazze toste, che fin dai primi momenti di presentazioni, invece di parlare di moda o uomini, si confrontano sulle proprie moto in box, sui migliori circuiti dove girare, sui prossimi eventi di motori cui partecipare, sulle gare del weekend…
L’accoglienza in Ducati coinvolge, stimola la curiosità, spinge a concentrarsi sul motivo per cui siamo tutte qui: salire in sella, per capire e raccontare il nuovo Monster.

Correva l’anno 1992

Donne e motori, uomini e bulloni

Briefing, vestizione e gas!

Dopo una pausa si riparte per la seconda parte della giornata, che inizia con un breve briefing del project manager Stefano Tarabusi, che spiega le caratteristiche salienti della 797. Traspare il grande impegno per indovinare questa moto, per renderla davvero quello che si dice: facile, accessibile, divertente, molto adatta alle donne. L’impressione è buona, penso sia indovinata, l’estetica piace, le scelte sono ben calibrate, non estreme, eleganti. Per il resto bisogna salire in sella e provare, parlare con la moto, sentire cosa ha da dire, stuzzicarla su strada.

Colli e città: la 797 provata al femminile

100 km di test sui colli bolognesi, con brevi tratti di traffico urbano: tragitto perfetto per testare la 797. La prima sensazione è di comfort, cruscotto essenziale, sella disponibile in tre altezze, giusta per le più slanciate, ancora troppo alta per le più basse, che toccano a fatica. Per i miei 173 cm va bene, anche se le gambe sono molto piegate. La posizione di guida è ottima, non stancante, non eccessivamente sportiva, manubrio largo, permette sia una guida rilassata che un assetto un po’ più sportivo. Già prima rotonda, verrebbe voglia di far fuori un’intera saponetta, tanto la moto è agile. Evitare ostacoli, correggere traiettorie, schivare automobilisti distratti è pane per i suoi denti. Passiamo alle colline, un po’ di rettilinei per aprire il gas, qualche tornante per giocare con le pieghe, scalare, frenare... Tutto è facile e sicuro, eventuali errori sono arginati dalla moto stessa, o rimediabili grazie alla sua maneggevolezza.
Dopo tanti anni di lunghissime percorrenze o enduro su svariati fondi, questa nuova Monster mi rilassa e mi stuzzica, chiedendo una guida più sportiva, anche se i 75 CV non permettono molto, e non siamo nel posto giusto. Sarebbe un’ottima moto per entrare le prime volte in un circuito, sperimentare, cercare i propri limiti, senza spaventarsi. Unica pecca tipica, sempre presente sulle Ducati, è lo sterzo estremamente limitato, che può facilmente creare patemi nelle manovre da fermi o nelle inversioni.

Perfetta (e divertente) entry level

Una volta tornate a Borgo Panigale, è inevitabile un confronto tra… tester. C’è generale soddisfazione per il divertimento nella guida, con due soli appunti: motore pronto ma un po’ limitato e forcella morbida che soffre le pinzate più decise.
Guardo per l’ultima volta questa Monster e penso se la vorrei. Non sono scesa volentieri da questa moto, avrei proseguito il giro fino alla Futa e poi verso gli Appennini, ma per chi ha una certa esperienza e necessita di lunghe percorrenze (sui 500 km al giorno) non penso sia la moto ideale. Si conferma comunque una “perfetta entry-level”.

Borgo Panigale - Milano, il ritorno.

Chi è Raffaella Cegna

Architetto d’interni e paesaggista di professione, motociclista per passione. Sportiva, creativa e curiosa verso l’intero mondo, la moto rimane il mezzo per scoprire, amare e sorridere, da sempre. Tanti viaggi alle spalle, tre moto nel box, infiniti progetti per un futuro on the road e off road. Viaggiare in moto è il mio pensiero fisso, la strada non è mai solo un mezzo per arrivare a una meta, il fuoristrada è la libertà assoluta. Il principio è stato una vecchia Monster 620, il presente è una Transalp 650, il futuro non si sa, ma sicuramente oltreoceano e a gas spalancato con lo sguardo alto, oltre l’orizzonte.

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