06 May 2016

Tamburini T12 Massimo: la filosofia, le foto, la tecnica, i video

Una moto senza compromessi, fatta coi migliori materiali a disposizione ed equipaggiata col top della componentistica. Ma il vero valore aggiunto sta nel nome di chi l’ha voluta, pensata e realizzata: Tamburini. Ecco l’ultima moto progettata dal Maestro di Rimini prima della sua scomparsa

L’ultimo sogno di Massimo

Quello di Massimo Tamburini è un nome che non lascia indifferente nessuno che ami definirsi davvero appassionato di moto. Un uomo che ha progettato alcune tra le più belle e amate Bimota (marchio che ha contribuito anche a fondare), Ducati e MV Agusta non può non aver lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo e nel cuore dei motociclisti.
Massimo ci ha lasciati il 6 aprile 2014, ma non ci ha mai lasciato veramente, dato che la sua eredità appartiene a tutti noi pazzi per le moto (cliccate qui per una rassegna delle sue opere più belle). Al momento della sua morte, Tamburini aveva già da quasi sei anni terminato il proprio rapporto con MV Agusta, una casa a cui era legatissimo. A tal punto da accettare la richiesta di Schiranna di non collaborare per tre anni con nessun’altra Casa. Non collaborare con altri, ok, ma pensare, immaginare, progettare… Questo lo poteva ovviamente fare. E oltretutto libero da prosaici vincoli industriali fatti apposta per frenare la creatività (ma anche esaltarla, come ha dimostrato ampiamente lo stesso Tamburini…). 

La voglia di fare la migliore supersportiva di tutte

Prima immaginare, poi concretizzare

Una volta scelto il motore (il 4 cilindri della BMW S 1000 RR, in versione SBK da 230 CV), per tre anni Tamburini ha perfezionato la sua idea e poi, nel febbraio 2012 ha cominciato a lavorarci concretamente, soprattutto per definire i parametri strutturali e geometrici del suo nuovo telaio, studiato al computer tramite modellazione matematica computerizzata e la progettazione di tutte le altre componenti della ciclistica, sottoponendole ad analisi FEM. Già, perché una delle idee più innovative partorite da Tamburini per questa moto era un sistema di regolazione trasversale della rigidità del telaio senza cambiare alcun componente. Questo concetto è stato debitamente brevettato ed integrato al telaio. E poi lo stile, altro pallino di Tamburini, tutto definito in prima persona in un anno di lavoro. Durante la definizione del suo progetto, Massimo ha ideato e realizzato personalmente il telaio lavorando successivamente alla definizione dello styling, elaborando i bozzetti al computer a grandezza naturale, plasmando il clay a mano con immensa passione ed incomparabile bellezza.
Poi il destino ci ha messo lo zampino e Tamburini se n’è andato, ma lasciando il progetto della moto  definito in tutti i suoi dettagli, cosa che ha motivato il figlio Andrea a completare il percorso, con l’aiuto del team composto dalle persone coinvolte all’origine. La famiglia Tamburini, nel rispetto delle ultime volontà di Massimo stesso, ha creato la società Massimo Tamburini Srl, con lo scopo di rivelare al mondo il suo ultimo e più grande progetto, ovvero la più esclusiva moto da corsa mai realizzata.
 
Prima di cominciare a parlare di tecnica, prendetevi del tempo per guardare le foto della gallery e i video che seguono, che raccontano la vita e la filosofia di Tamburini, le caratteristiche della T12 massimo e infine ci mostrano la moto in azione sul circuito di Modena.

le caratteristiche

Azione in pista

Massimo Tamburini: la filosofia dietro la T12

tra aeronautica, brevetti e mondo dei GP

scheda tecnica

© RIPRODUZIONE RISERVATA