di Tarcisio Olgiati - 17 December 2012

Strisce pedonali: il comune di Milano risponde ma non convince

Torniamo sull’argomento delle strisce pedonali scivolose a Milano poiché il comune ha risposto alle istanze dei Motociclisti. Dando la colpa all’inquinamento e invitando a guidare con prudenza

Strisce pedonali scivolose: il comune di Milano risponde

Vi ricordare che da qualche tempo è in atto una vibrata protesta dei motociclisti riguardo alla pericolosità della nuova vernice usata per le strisce pedonali a Milano? Noi ve ne abbiamo parlato qui e c’è stata anche la lettera congiunta al comune di Milano da parte del Coordinamento Italiano Motociclisti e del Comitato MotoCivismo (cliccate qui). Proprio sul sito del Comitato compare ora la risposta del comune di Milano. La riportiamo integralmente, poi ci permettiamo qualche commento nella pagina successiva.

Spettabile Comitato,
Le disposizioni adottate dall’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, Servizio Segnaletica, nella predisposizione dei Capitolati di Appalto e nella realizzazione delle opere di segnaletica orizzontale, sono coerenti con le direttive ed il manuale ANAS per quanto concerne la scivolosità dei materiali, pertanto in sintonia con le direttive in materia di segnaletica stradale.

Tuttavia, a seguito della normale usura della pavimentazione delle carreggiate, sottoposta al traffico veicolare intenso, è plausibile che l’aderenza dei materiali che compongono le superfici più esposte, possa subire variazioni nel tempo, soprattutto in condizioni meteo non favorevoli. (Basti pensare alla diversa risposta che può dare una pavimentazione in conglomerato bituminoso rispetto ad una pavimentazione in pietra lapidea formata da masselli di granito).

Anche il fattore inquinamento e smog potrebbe essere una causa non trascurabile sull’influenza dell’elemento naturale sulla pavimentazione, con conseguenza anche sulla segnaletica orizzontale, l’accumulo di micro inquinanti al suolo in lunghi periodi di siccità, può dar luogo ad una micro pellicola scivolosa, risentita maggiormente dai veicoli con minor aderenza in curva come ciclomotori e biciclette, i cosiddetti “utenze deboli”.
Tale condizione, non prevedibile, di non facile e immediata soluzione, comporta un abbassamento del grado di aderenza delle superfici che può essere affrontato solamente con una maggiore attenzione nella guida e una riduzione della velocità del mezzo, come si suggerisce in analoghe situazioni sopramenzionate.

Pertanto, il Settore Tecnico già effettua opere di manutenzioni periodiche della segnaletica stradale, vi è la possibilità una volta segnalata esattamente la località , effettuare le necessarie prove di laboratorio per individuare il grado di aderenza della superficie.

Andate alla prossima pagina per i nostri commenti.

Il commento di Motociclismo

Si potrebbero obbiettare mille ragioni tecniche, ed in effetti tra qualche riga ne proponiamo un paio, ma un commento ad una risposta del genere non può che cominciare… dalla fine. Il comune non trova di meglio che lavarsene le mani dei problemi creati da propri errori di valutazione invitando i motociclisti a chiudere il gas? Non vogliamo nemmeno pensare che questo sia il criterio che impronta le modalità con cui Palazzo Marino affronta TUTTI i problemi… Si cade anche a 10 km/h, la velocità moderata non risolve nulla se l’aderenza è precaria. E su due ruote, tra l’altro, sono deboli le biciclette come le supertourer da oltre 300 kg. Non è il peso che fa la vulnerabilità, bensì le leggi della fisica!

LE REGOLE SONO RISPETTATE. EPPURE…
Molti tipico di un certo andazzo italico è asserire di essere formalmente in regola con le norme. La lettera della legge è rispettata, ma la realtà dice un’altra cosa. E loro cosa fanno? Spendono energia a cercare di convincerci che va tutto bene ignorando totalmente le proteste e le denunce di chi per terra ci è andato, alla faccia della coerenza “con le direttive ed il manuale ANAS per quanto concerne la scivolosità dei materiali”. Siamo alle solite: la burocrazia umilia l’esperienza quotidiana delle singole persone. Possiamo anche accettare che alcune di queste scivolate siano dovute ad errori di guida, a condotte imprudenti o a condizioni straordinarie. Ma tutte no, anche perché la protesta sta diventando troppo diffusa per pensare al tentativo di qualcuno di “fare il furbo” per raggranellare un po’ di euro ai danni del comune (comportamento che ovviamente non difendiamo).

LA COLPA È DELLO SMOG, DICONO
Parlando di tecnica, invece, abbiamo più volte sottolineato come basterebbe usare le vernici ad alto coefficiente di aderenza con cui sono dipinti i cordoli dei circuiti (o le strisce che delimitano le piste ciclabili) per diminuire di molto la gravità del problema. Dare la colpa al maltempo e allo smog significa avere una visione perlomeno miope della questione: si cade molto di più sulle strisce dipinte con la nuova vernice ad alta visibilità che sulle altre, in ogni condizione climatica. L’acqua e l’inquinamento non fanno distinzioni, evidentemente il problema sta nei materiali. Oltretutto, c’è la sottile perversione da parte del comune di rigirare le responsabilità proprio su chi poi ne subisce le conseguenze: voi che usate i mezzi a motore in città provocate l’inquinamento, l’inquinamento vi fa scivolare… In pratica ci dicono (senza dircelo) che ce la siamo voluta!


SE SIAMO DEBOLI NON INFIERITE!
Possiamo anche accettare che col tempo si verifichino fenomeni di usura, ma questo deve essere solo uno stimolo a verificare con maggiore frequenza il grip delle strisce incriminate (che comunque, anche ad una semplice prova empirica, risultano più sdrucciolevoli del normale). Però è molto più facile dire, quando capita qualcosa, che il motociclista di turno stava andando troppo forte. Il fatto è che al motociclista, proprio perché utenza debole, dovrebbero essere garantite condizioni stradali che compensino la sua debolezza e non che la aggravino. Non ci vuole molto a capirlo, basta fare un semplice ragionamento invece di continuare a pensare solo al mero e miope rispetto delle regole.

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