Vent’anni di solidarietà: altro compleanno e nuovi obiettivi per Riders for Health
Vent’anni di solidarietà: altro compleanno e nuovi obiettivi per riders for health
Londra (REGNO UNITO) 18 novembre
2008 - L’associazione benefica Riders for Health compie
vent’anni.
L’inizio dell’attività di solidarietà fu in Somalia, poi la presenza
dell’associazione si estese anche in Lesotho, Gambia, Zimbabwe, Nigeria,
Kenya e Tanzania. Parlano al media ufficiale del Motomondiale i cofondatori
Andrea Coleman, Barry Coleman e Randy Mamola, al fianco del manager Jeanette
Wragg. Si legge sul sito www.motogp.com
Com'è andata quest'anno per Riders
for Health?
Jeanette Wragg: “Credo che il
2008 nel paddock e nei circuiti abbia avuto un grande successo per Riders
for Health. Abbiamo raccolto circa circa 376mila euro Quest'anno abbiamo
aggiunto Indianapolis nel nostro calendario di Day of Champions, che compie
già 15 anni. Abbiamo cosi proposto tre eventi con Indianapolis, Laguna
Seca e Donington Park. Abbiamo anche preparato eventi benefici al Sachsenring,
Assen, Catalunya, Jerez e Brno. A Brno siamo stati aiutati da Gordon Howell.
Abbiamo concluso la stagione a Valencia dove si è celebrato un Day of Champions
a nome del nostro marchio spagnolo, Motos Solidarias. È stato un successo.
Tutti si sono divertiti. I team e i piloti sono stati fantastici. Durante
tutto l'anno siamo stati aiutati da Sam Lyon e Gavin Emmett, e siamo molto
riconoscenti ad entrambi”.
Quali sono i progetti più importanti
a cui state attualmente lavorando?
Andrea Coleman: “In termini operativi
ci sono due progetti sulla rampa di lancio. Il 1º è il programma per il
Lesotho a cui stiamo lavorando al fianco della fondazione Elton John AIDS.
Ci hanno dato la possibilità di prepararci in Lesotho, dove ora possiamo
assistere i tecnici e mettere in piedi il programma che comprenderà ben
120 moto. Ora avremo modo di giungere alle più remote aree del Lesotho,
paese purtroppo infestato da HIV e tubercolosi. Il secondo riguarda il
Kenya dove stiamo istruendo donne positive all'HIV perchè possano aiutare
le proprie comunità. Questo è molto importante, perchè queste donne molto
spesso si negano al nostro aiuto e ora le cose stanno cambiando. Dal punto
di vista della raccolta fondi, con il Day of Champions abbiamo raggiunto
nuove alleanze a Laguna Seca e Indianapolis. L'approdo in USA è fondamentale
per noi”.
Qual è il più grande traguardo
in termini di vite salvate?
Barry Coleman: “Noi non forniamo
medicinali, ma manteniamo i veicoli che possono aiutare i medici a raggiungere
anche le aree più lontane. In Lesotho questo significa trasportare medicinali
per curare HIV e tubercolosi. Siamo ancora in attesa di un vaccino efficace
contro la malaria. Ci sono molte figure e un sacco di investimenti per
questa ricerca, e se dovessimo riuscirci sarebbe una cosa fantastica. Ma
la cosa importante è che dobbiamo essere sicuri che medicazioni e medicinali
giungano dove serve una volta pronti”.
Quali sono le sensazioni nel celebrare
il 20esimo anniversario?
Randy Mamola: “La prima cosa che
ho pensato è stata `wow sono già passati 20 anni!´. Guardando da dove siamo
partiti posso dire che abbiamo fatto grandi progressi, e tutto ciò sarebbe
stato impossibile senza Dorna, FIM, e tutti gli altri, compresi team piloti
e case costruttrici´.
Andrea Coleman: “Quando abbiamo
iniziato 20 anni fa sapevamo che iniziavamo una cosa importante, ed eravamo
sorpresi che nessuno in tutto il mondo avesse pensato a quello che avevamo
pensato noi. Eravamo determinati e ora siamo consapevoli di aver creato
qualcosa che può davvero aiutare la vita nel mondo. I progressi sono arrivati
anche grazie alle relazioni forti con MotoGP e grazie a patnership con
Ministries of Health, NGOs, celebrità e compagnie farmaceutiche, e sono
davvero orgoglioso di tutte queste persone”.
Barry Coleman: “Siamo cresciuti
grazie al mondo del motociclismo durante questi venti anni e ora siamo
una realtà solida. Sappiamo cosa siamo e grazie a chi lo siamo diventati
e le cose non cambieranno da questo punto di vista. Nessuno ci ha aiutato
come la comunità delle corse motociclistiche”.
Dove vorreste arrivare con Riders
nei prossimi 20 anni?
Andrea Coleman: “Due cose mi piacerebbero.
Vorrei che Riders for Health arrivasse ad utilizzare migliaia di veicoli
in grado di raggiungere milioni di persone e inoltre che MotoGP mostrasse
al mondo quanto sta facendo. Grazie a loro abbiamo creato un'associazione
umanitaria che salva vite umane ogni giorno”.